Maria Vittoria Cavazzana: Ho visto le viscere dell’angelo ed erano nere come il carbone a Lodi

Platea | Palazzo Galeano, presenta fino a sabato 29 ottobre 2022 ”Ho visto le viscere dell’angelo ed erano nere come il carbone”, personale della giovane artista Maria Vittoria Cavazzana.

Dopo “Notes For Dried and Living Bodies in Corso Umberto” intervento di Luca Trevisani presentato in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art di Genova, “Ho visto le viscere dell’angelo ed erano nere come il carbone” è il terzo episodio della seconda edizione del palinsesto espositivo dedicato ai giovani emergenti. Il progetto è coordinato quest’anno da Giulia Menegale e realizzato in dialogo con Luca Trevisani che ha selezionato i quattro artisti partecipanti.

Il lavoro di Maria Vittoria Cavazzana attinge i propri riferimenti formali dal mondo fantasy, anime e dei videogiochi. Per Platea, l’artista presenta una spada sospesa a mezz’aria, resa inaccessibile dello spessore della vetrina. Se, come nel mondo virtuale, non esistesse differenza di densità fra una dimensione e l’altra e fosse per tanto possibile attraversare il vetro, lo spettatore si troverebbe davanti a una spada pronta a “essere indossata”.

Il manico della spada, le sue dimensioni e spessore sono fedeli a quelle di un’arma autentica. Mimando il lavoro di un fabbro per l’accuratezza con la quale ha lavorato i materiali e, allo stesso tempo, distinguendosi da questo per l’attitudine alla base del suo lavoro, l’artista ha prodotto questa spada sperimentando con la resina e metalli preziosi. Piuttosto che con la pazienza di un artigiano, Maria Vittoria Cavazzana approccia questi materiali con la curiosità di un alchimista. Stagno, quarzo, carburo di silicio e vernice contribuiscono a rendere la sua arma un oggetto irresistibile e prezioso.

Ad accentuare questo richiamo proveniente dall’oggetto da lei forgiato, l’artista ha installato all’interno della vetrina un suono, prodotto insieme a Riccardo Salin, sound designer specializzato in produzione audio per prodotti d’intrattenimento, nell’ambito televisivo e videoludico. Così facendo, l’opera fuoriesce i limiti imposti dallo spazio di Platea, sbloccando infinite visioni nella mente dei visitatori. La traccia sonora è stata realizzata mettendo in sequenza e remixando varie cassette provenienti dall’industria del gaming. Riattivando rifermenti che fanno parte dell’immaginario collettivo di una generazione che, tra gli anni ‘80 e ’90, si è formata tra i primi videogames, il mondo fantasy e gli anime giapponesi, l’artista propone una finestra di fuga verso un mondo parallelo al nostro.

«Volendo situare il lavoro di Cavazzana nel dibattito contemporaneo che, negli ultimi decenni, ha reso il genere fantasy uno dei materiali utili a rileggere questioni legate alle disuguaglianze sociali e alla sopravvivenza ecologica del pianeta, questi hanno in comune il fatto di invocare una dimensione simulata, dove è possibile rinascere qualcosa o qualcun’altro. Alla base dell’intervento compiuto da Cavazzana, tuttavia, non vi è nessuna rivendicazione sociale esplicita né un manifesto ideologico. Di fronte alla spada, si manifesta una realtà che non vanta vinti, e tanto meno, vincitori. Nonostante i molti inviti a “prendere e maneggiare la spada” che l’artista indirettamente rivolge al suo pubblico, non si dispone di istruzioni su come essa debba essere impiegata. “Ho visto le viscere dell’angelo” è un’immagine che rimane sospesa tra una visione soggettiva e un miraggio condiviso. Un qualcosa che, emanando un’energia ora bianca ora scura, ci spinge a rinegoziare la soglia del possibile.» spiega la curatrice Giulia Menegale.

“Ho visto le viscere dell’angelo ed erano nere come il carbone” è la seconda mostra di un ciclo di quattro inaugurato da Deborah Martino e che include le personali di Alessandro Manfrin e Marco Sgarbossa (5 novembre–2 dicembre 2022).

Il progetto ideato da Platea e nato dal dialogo tra Luca Trevisani, i quattro giovani artisti e Giulia Menegale, ha ricevuto il supporto comunicativo dell’Università IUAV Venezia, con la collaborazione di Saul Marcadent.
Le mostre di Platea | Palazzo Galeano sono realizzate grazie al contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus e alla generosità dei donatori che ne hanno condiviso attività e obiettivi.

Il progetto Platea | Palazzo Galeano è realizzato anche grazie al supporto dei main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa e Consorzio Tutela Grana Padano e ai partner tecnici Solux Led Lighting Technology, Verspieren Broker di Assicurazione e 4Legal Studio Legale.

L’ARTISTA

Maria Vittoria Cavazzana vive e lavora tra Verona e Venezia. Ha maturato una laurea triennale in arti multimediali presso l’Università IUAV, a Venezia, nel 2017. Ha ulteriormente approfondito i suoi studi durante una magistrale in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts, a Londra, nel 2021. Ha partecipato alle seguenti mostre personali e collettive: Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (IT) ; London Grads Now, Saatchi Gallery, Londra (UK); 24/7, The Shop Front gallery, Londra (UK); Futuro Arcaico Festival, Museo Nuova Era, Bari (IT); The Only way out is through, Spazio Aarduork, Venezia (IT); Rally, collettiva, Chelsea College of Arts, Londra (UK); Revenge of The real, Rupture Xibit Gallery, Londra (UK); See you on a dark night, Plataforma², Barcellona (ES).
La sua ricerca si muove tra disegno, scultura, fotografia e installazione. La sua pratica esplora tematiche legate alla ricerca identitaria dell’individuo e della collettività attraverso visioni, traumi e memorie personali e condivise. Il suo lavoro presenta richiami formali e teorici legati all’occultismo, alla ritualità pagana e religiosa, all’universo fantascientifico, esplorando lo spazio tra realtà e immaginazione.

INFO

“Ho visto le viscere dell’angelo ed erano nere come il carbone”
Maria Vittoria Cavazzana
Con il supporto curatoriale di Giulia Menegale
Fino al 29 ottobre 2022


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