#studiovisitonline: CRACKING ART – MARCO VERONESE

Proseguono anche in questa Fase 2 dell’emergenza pandemica gli Studio Visit on line dove, in maniera virtuale, entriamo nei luoghi all’interno dei quali gli artisti realizzano, in questo periodo di emergenza, le loro idee creative e chiacchieriamo un po’ con loro della loro arte, delle varie opere, del particolare momento in cui stiamo vivendo e scopriamo quale è il loro Manuale di sopravvivenza alla quarantena e alla Fase 2.

L’appuntamento di oggi è con: CRACKING ART – MARCO VERONESE

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LA GALLERY 

ABOUT CRACKING ART

Il movimento Cracking Art nasce nel 1993: l’intenzione è quella di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. La dimensione corale del gruppo non limita l’espressione individuale delle singole voci: gli artisti lavorano anche in modo indipendente interpretando, ciascuno secondo le proprie esigenze, le problematiche e le tensioni del nostro tempo.

Il termine Cracking Art deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte.

Cracking è il divario dell’uomo contemporaneo, dibattuto tra la naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale. Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, composto di molecole semplici alla base di migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica.

La plastica ha in sé le radici di una storia che dura da millenni, quella dell’uomo e del suo mondo, una storia piena di trasformazioni e di avvenimenti, un brano culturale vastissimo e profondo, in cui natura umana, artificiale e ambientale si uniscono in una formula concettuale che sfida le norme attuali dell’arte contemporanea.

Cracking è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l’organico in sintetico.
Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove.

Quest’ultima contrapposizione si riflette in particolare nella scelta dei materiali, e quindi nell’impegno sociale e ambientale assunto del movimento, il quale mostra un’accettazione consapevole della inevitabilità del fatto che il nostro mondo stia diventando sempre più artificiale.

Le opere sono realizzate per inspirare a livello comunitario una conversazione circa l’importanza e l’impatto ambientale del riciclo, scegliendo una modalità espressiva che unisce le logiche del gruppo a quelle dell’indagine individuale e che si esprime per azioni performative coinvolgenti, in cui animali colorati e decisamente fuori scala invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana. Rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo esprimendo una particolare sensibilità nei confronti della natura.

WEB & SOCIAL

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