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“Welcome Home”, mostra personale di Gianluca Galtrucco alla Pocko Gallery a Londra

Alla Pocko Gallery di Londra fino al 30 gennaio sarà possibile ammirare la nuova mostra di Gianluca Galtrucco intitolata “Welcome Home”.

L’ultima impresa fotografica di Gianluca Galtrucco è Welcome Home, un’esplorazione dell’intricata interazione tra finzione e realtà a Hollywood e paraggi, un luogo profondamente radicato nella cultura cinematografica americana.

Traendo ispirazione dal suo background classico del Nord Italia Galtrucco – strasferito da Milano a Los Angeles negli anni ’90 – usa una precisa conoscenza dell’architettura, luce e paesaggi, per catturare una prospettiva unica sulla natura multiforme della civiltà umana. Welcome Home è un perfezionamento del suo precedente lavoro, documentato in For Your Consideration, sua prima opera editoriale fotografica che ha vinto il German Photo Book Prize (2017) e nel più recente Time Traveller (2021), entrambi pubblicati da Hatje Cantz

“L’idea, il concetto generale era quello di concentrarsi sui punti di forza e sulle emozioni di una zona desolata post apocalittica degli Stati Uniti e più precisamente della California, ma che fornisse qualche speranza per il futuro alla fine, anche se ultraterreno. Welcome home è in un certo senso una dedica a Londra, diventata la mia musa ispiratrice dopo il diploma al Liceo. La cultura, la moda, la musica e le espressioni artistiche erano più avanti e più rivoluzionarie di tutto quello che potevo trovare a Milano”.

Il suo lavoro può essere è ricco di riferimenti all’universo cinematografico, evidenziando il suo impatto su Los Angeles, ed è visto anche come una metafora delle calamità della nostra epoca: pandemia, incendi, inondazioni, sconvolgimenti finanziari, crisi degli oppioidi, intelligenza artificiale e guerre. Tuttavia, in mezzo al decadimento, esiste una bellezza ultraterrena che rivela umorismo e momenti di affermazione della vita, sottolineando la presenza della speranza.

Gianluca Galtrucco è un fotografo e filmmaker con sede a Los Angeles. Il suo lavoro è apparso in pubblicazioni come Rolling Stone, Wired e Art in America.

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