Matilde Cassani Tutto, 2018 Installation view, Manifesta 12, Palermo 2018 foto di Simone Sapienza

Sacro è, a cura di Giulia Turconi alla Fondazione Merz di Torino

La Fondazione Merz presenta, da lunedì 18 marzo a domenica 16 giugno 2024, la mostra Sacro è, un inedito progetto espositivo a cura di Giulia Turconi.

Protagoniste della mostra saranno le opere di Tiphaine Calmettes (Ivry-sur-seine, Francia, 1988), Matilde Cassani (Domodossola, Italia, 1980), Giuseppe Di Liberto (Palermo, Italia, 1996), Lena Kuzmich (Vienna, Austria, 1998), Quỳnh Lâm (Saigon, Vietnam, 1988), Tommy Malekoff (Virginia, USA, 1992) Lorenzo Montinaro (Taranto, Italia, 1997) e GianMarco Porru (Oristano, Italia, 1989).

L’esposizione prende le mosse a partire dalla raccolta di poesie Sacro Minore di Franco Arminio per introdurre una riflessione imperniata sul concetto di “sacro”, rintracciato e approfondito nella sua dimensione quotidiana ponendo l’accento sulla meraviglia dell’esistere e sulla poesia che si cela nella vita di ogni giorno. Attraverso i linguaggi di una giovane generazione di artisti e artiste, una scelta dettata dalla volontà di concentrarsi su un sacro odierno, contemporaneo e rinnovato, Sacro è vuole costruire una celebrazione alla sacralità focalizzandosi sulla sua accezione intima e privata e suggerendo un ritorno alla comunità e all’umanità manifestando una visione universale e collettiva.

Dalla materialità dell’opera d’arte che negli elementi del lavoro di Tiphaine Calmettes evoca le forze latenti del nostro mondo, si passa alla dimensione collettiva che Matilde Cassani rintraccia nelle tradizioni popolari; se Giuseppe Di Liberto si concentra sulla morte e sui riti, Quỳnh Lâm utilizza fiori e colori come metafore per porre domande sul processo naturale della vita; dove Tommy Malekoff esamina le dinamiche che regolano il comportamento di un gruppo sociale immerso in uno spazio pubblico, Lorenzo Montinaro riflette sul tema della memoria e dell’esperienza personale con lavori carichi di elementi sacrali, mentre GianMarco Porru celebra il silenzio e la sacralità di quei momenti in cui si ricerca il contatto con se stessi. Completa la mostra la videoinstallazione di Lena Kuzmich, che punta i riflettori sul rapporto tra forme di vita e tecnologia invitando il visitatore a domandarsi se un ritorno allo stadio della natura sia realmente possibile.

Per contribuire alla riflessione sui contenuti della mostra, la curatrice propone la visione del film Teorema di Pier Paolo Pasolini in cui l’autore avanza una ininterrotta indagine sulla sacralità nascosta. Il film viene proiettato con un calendario definito nella sala video della Fondazione.

GLI ARTISTI

Tiphaine Calmettes (Ivry-sur-seine, Francia, 1988)
Tiphaine Calmettes nella sua pratica artistica racchiude sculture, installazioni e performance concentrandosi sulla relazione dell’essere umano con l’ambiente circostante, incluse anche le forme non viventi. Questa analisi viene affrontata attraverso la simbologia del cibo, un bisogno primario che genera interdipendenza tra le differenti forme di vita. Riferendosi a studi di antropologia e storia, la sua attenzione è rivolta alle nostre diverse modalità di stare al mondo e a come possano essere ripensate facendo rivivere pratiche e saperi dimenticati; spesso quindi fa riferimento a racconti ancestrali, mitologici e pratiche collettive.

Matilde Cassani (Domodossola, Italia, 1980)
Matilde Cassani si muove al confine tra arti visive e architettura, interessata a progettare oggetti di design, installazioni, display, comunicazione visuale e indagini su spazi e architetture tesi verso la dimensione performativa. La sua pratica pone l’attenzione sulle implicazioni spaziali del pluralismo culturale nella città occidentale contemporanea: fondamentale nella sua ricerca sono le differenze culturali come motivo di disegno della città, la memoria collettiva, le tradizioni popolari e l’indagine sui rituali come veri e propri scavi archeologici dai quali trarre oggetti, ricostruzioni di ambienti e gesti da raccontare sotto una diversa luce.

Giuseppe Di Liberto (Palermo, Italia, 1996)
Giuseppe Di Liberto, artista visuale, esplora una delle tematiche più sconosciute e misteriose all’essere umano, la morte. L’intento è quello di indagare, mediante i lavori, i riti e le dinamiche che ruotano attorno a essa, focalizzandosi sugli aspetti sociali, culturali e politici che si possono scorgere nel contemporaneo, in particolare nella tradizione occidentale. La sua pratica artistica non si limita a un solo canale formale, ma si evolve a seconda delle differenti necessità espressive dell’opera, ricorrendo principalmente alla scultura. Lo spazio installativo, quindi, è concepito come parte integrante dell’opera stessa, diventando il mezzo attraverso il quale instaurare una relazione tra i singoli elementi.

Lena Kuzmich (Vienna, Austria, 1998)
Lena Kuzmich è un’artista non binaria e multidisciplinare, il suo lavoro è un fluido remix di frammenti fotografici e video presi dal pop e dalle sottoculture attraverso i quali delinea visione alternative della società. Paesaggi immaginativi, rappresentazioni ibride del corpo e tecnologia diventano nell’insieme un portale oltre le nozioni e i preconcetti sul mondo e sulla nostra identità all’interno di esso. All’interno della sua pratica, l’artista raccoglie contenuti dalla scienza, dall’arte, dalla teoria sociale, dalla cultura pop, dalle sottoculture e dai miti storici per assemblare mondi simili a un collage attraverso l’uso di vari software di editing.

Quỳnh Lâm (Saigon, Vietnam, 1988)
Quỳnh Lâm è un’artista interdisciplinare con un background in architettura. I suoi interessi di ricerca includono il trauma postbellico, le memorie ricostruite e le identità sfollate. Impegnata in progetti concettuali e d’archivio, ha creato un corpus di lavori diversificati in performance, video, pittura e installazioni che evidenziano le tensioni tra memoria personale e collettiva; in particolare riguardo le sue esperienze di donna vietnamita sia nel suo paese di origine che all’estero.

Tommy Malekoff (Virginia, USA, 1992)
Tommy Malekoff nei suoi lavori, attraverso il video e la fotografia, pone l’attenzione su mondi insulari e fenomeni dislocati all’interno del paesaggio americano. L’utilizzo del video gli consente di mostrare il mondo al di fuori del proprio spazio presentandolo alle persone in un modo in cui non l’hanno mai visto, l’artista ritiene infatti che molte cose siano più surreali di quanto appaiano. I suoi video quindi si concentrano su ecologie interrotte o manipolate, spesso catturando momenti dove la vita concreta lascia spazio all’astrazione.

Lorenzo Montinaro (Taranto, Italia, 1997)
Lorenzo Montinaro, artista visivo, nella sua ricerca riflette sul tema della memoria e per farlo, negli ultimi anni, ha scelto come punto di partenza le vecchie lapidi recuperate dai marmisti vicino ai cimiteri: le preleva e ne cancella parte delle iscrizioni con un lento e rituale lavoro di scalpellino. Gli epitaffi che crea esprimono il rapporto intimo che Montinaro traccia con la morte e le sue sfaccettature, adottando un discorso metalinguistico. La sua pratica artistica non ha come obiettivo quello di esorcizzare una paura, bensì di aprire una strada verso la riflessione e di riconoscere, di volta in volta, il suo lavoro come parte integrante di una sorta di autoritratto espanso e costante.

GianMarco Porru (Oristano, Italia, 1989)
GianMarco Porru è un artista visivo, il suo lavoro installativo, filmico e fotografico, attinge alle culture e alle mitologie sincretiche del mediterraneo con un costante transito tra passato e presente. Un dialogo tra la tradizione popolare, il racconto locale e la cultura visuale contemporanea. Nella sua più recente ricerca artistica guarda alla Sardegna come territorio speculativo per attivare una rilettura critica dell’idea di autentico, arcaico e puro inteso come fenomeno problematico di rappresentazione dei patrimoni culturali. Nei suoi lavori misteri astrologici si intrecciano a mitologie individuali, credenze e forme di sapere comunitarie.

INFO

SACRO È
con opere di Tiphaine Calmettes, Matilde Cassani, Giuseppe Di Liberto, Lena Kuzmich, Quỳnh Lâm, Tommy Malekoff, Lorenzo Montinaro, GianMarco Porru
A cura di Giulia Turconi
Dal 18 marzo al 16 giugno 2024

Fondazione Merz
via Limone, 24 – Torino

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