Dal 10 giugno ACP Palazzo Franchetti a Venezia riapre al pubblico

Dal 10 giugno ACP Palazzo Franchetti riapre al pubblico solo su appuntamento.

โ€œIl Novecento a Palazzo Franchettiโ€ con i Maestri del XX secolo. Dalla Metafisica di Giorgio de Chirico all’originale percorso di Giorgio Morandi, dal futurismo di Giacomo Balla al Surrealismo di Renรฉ Magritte, dalla Bauhaus di Paul Klee alla New York di Franz Kline, dai colori di Joan Mirรฒ alla materica arte di Leoncillo: la mostra riporta in vita i protagonisti del secolo scorso attraverso una serie di opere interpretate dalle loro stesse parole. Un’occasione per interrrogarsi sul futuro dell’arte stessa, che ad esempio secondo Giorgio de Chirico ยซsarร  esattamente uguale a quello della poesia, della musica e della filosofia: creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l’arte del comune e dell’accettato, da qualsiasi soggetto a favore di una sintesi esteticaยป, operazione non a caso eseguita alla lettera da Andy Warhol anni dopo. Una riflessione non solo sull’arte in se stessa, ma anche sulle grandi collezioni private di oggi.

Un percorso tra opere importanti e raramente viste, ma soprattutto un’occasione per riflettere sull’arte e sul suo futuro attraverso la voce dei protagonisti del Novecento. Un mormorio che si ode fin dalla prima sala, dove tra i tempi e i toni delle nature morte e dei paesaggi, le parole di Giorgio Morandi in un’intervista a The Voice of America del 1957, suggeriscono come ยซil compito educativo possibile delle arti figurativeยป sia ยซparticolarmente nel tempo presente, quello di comunicare le immagini e i sentimenti che il mondo visibile suscita in noiยป.

Una riflessione silenziosa interrotta solo dall’elogio alla velocitร , al movimento e alla tecnologia di Giacomo Balla e di Gino Severini, protagonisti con le loro opere della sala successiva, dove emerge come ยซla pittura futurista nel distruggere lโ€™immobilitร  in ogni cosaยป venga ยซtrasportata nellโ€™impressionante caos dellโ€™azione dinamica universaleยป.

Un movimento che risuona anche nei colori delle tele e nella ยซirruzione immediata dell’infinito nel finitoยป di Joan Mirรฒ che fa da contraltare all’arte pacata di Paul Klee, presente con Die Rolle del 1930, realizzato durante uno degli ultimi anni di insegnamento alla Bauhaus, esperienza che concluderร  nel 1931.

L’atmosfera gioiosa ci trasporta altrove, in un omaggio a una Venezia di altri tempi che nella sua ripetizione differente guarda a Canaletto, ma anche nel mezzo di una piazza Metafisica dove la domanda diventa manifesta: ยซquale sarร  lo scopo della pittura futura?

Sarร  esattamente uguale a quello della poesia, della musica e della filosofia: creare
sensazioni sconosciute in passato; spogliare l’arte del comune e dell’accettato, da qualsiasi soggetto a favore di una sintesi estetica: sopprimere completamente l’uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte dall’antropomorfismo che soffoca la scultura; vedere
ogni cosa, anche l’uomo, nella sua qualitร  di ogni โ€œcosaโ€ยป. Cosรฌ Giorgio de Chirico parla dell’arte con qualitร  da veggente e fa da anticamera prima al Surrealismo e poi alla realizzazione del suo pensiero, resa manifesta molti anni dopo dal fenomeno della Pop Art.

Affacciati sul Canal Grande, i capolavori iconici ed enigmatici di Renรฉ Magritte, un’importante selezione di opere degli anni Quaranta e Cinquanta, fanno emergere come ยซil mistero di cui si trattaยป sia ยซsenza risposta per definizioneยป. Entrando nella sala successiva, ci si sposta sull’asse della storia dell’arte che da Parigi fa di New York la capitale mondiale e che rompe dalla figurazione per proporre la nuova pittura che ha come protagonista l’astrazione. Sono gli anni dell’Espressionismo Astratto e di Franz Kline negli Stati Uniti a cui in Europa corrisponde la fase l’Informale, rappresentata da Georges Mathieu e da Leoncillo.

รˆ il trionfo dell’istintualitร  dove: ยซi volumi e il disegno non vanno cercati. Non voglio creare qui un vuoto e lร  un pieno, ma qui ho il bisogno di affondare le dita e togliere creta e lร  attaccarla addosso. E allora qui viene un vuoto e lร  un pieno, ma vengono, non li cerco io come taliยป, afferma lo stesso Leoncillo.

Il percorso della mostra si conclude all’interno con la grande rivoluzione degli anni Sessanta e la sala dedicata ad Andy Warhol che realizza la profezia enunciata da Giorgio de Chirico, dichiarando come: ยซtutti i quadri debbano avere le stesse dimensioni
e gli stessi colori, in modo che siano intercambiabili, e nessuno pensi di avere un quadro migliore o peggiore.

E se uno รจ un capolavoro, lo sono tutti. E poi anche se il soggetto รจ diverso si dipinge sempre lo stesso quadroยป.

A chiusura del percorso artistico della mostra, nel giardino con affaccio sul Canal Grande, vegliano su Palazzo Franchetti i totem di Roberto Sebastian Matta, guardiani di un futuro che รจ giร  oggi.

INFO

Palazzo Franchetti
S. Marco, 2847, 30124 Venezia VE
Data di apertura al pubblico : dal 10 GIUGNO
Orari:dalle 10:00 alle 18:00
http://www.acppalazzofranchetti.com/

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