JEAN-MICHEL JARRE - Meet Milano 030625 ph: Charlotte Lartilleux

Intervista – JEAN-MICHEL JARRE: Il suono, l’immagine e l’intelligenza artificiale

I suoni di Jean-Michel Jarre hanno accompagnato la mia infanzia. Erano ovunque: in auto con mio padre, alla radio, come una colonna sonora implicita degli anni in cui si cresce senza ancora sapere cosa si sta ascoltando.

Oggi, dopo decenni, lo incontro di persona, ma in una veste diversa: non quella di pioniere della musica elettronica, ma di artista visivo, alla sua prima mostra d’arte visiva.

“Promptitude”, in scena al MEET di Milano, è un progetto che unisce poesia, immagine e intelligenza artificiale.
Jarre, da sempre in dialogo con la tecnologia, ne esplora i limiti e le derive con la naturalezza di chi non ha mai subito il futuro, ma lo ha abitato con curiosità e visione.
A guidarlo, oggi come allora, non è la nostalgia, ma un’idea di creazione che muta forma senza perdere intensità.

ph: Charlotte Lartilleux

Quale sentimento le suscita sapere di aver accompagnato, senza saperlo, la memoria intima di così tante persone?

È la magia della musica. A un certo punto fai qualcosa per te stesso, e poi scopri che ha toccato migliaia di sconosciuti. È meraviglioso e magico.
Il rischio è abituarsi, per questo serve ricordarsi che la vita di un artista è una sinusoide: incontri riusciti, incontri mancati.
Federico Fellini una volta mi disse: “Ho sempre pensato di fare film diversi. Poi ho capito che ho sempre fatto lo stesso film.”
È vero. C’è qualcosa che ci sfugge ma che resta.

Ha sempre abbracciato la tecnologia senza mai sottomettersi ad essa. Cosa direbbe a chi teme che l’intelligenza artificiale uccida la creatività?

Rispondo come hanno fatto i teatranti col cinema, o i pittori con la fotografia: all’inizio tutti hanno paura. Ma non si ferma il progresso. La tecnologia è neutra, dipende dall’uso che se ne fa. L’ IA è una possibilità, non una minaccia. E un’estensione dell’immaginario. Io sono un ladro, rubo ciò che vedo, che sento, che ascolto. La creatività è proprio trasformare il proprio big data interiore.

Un haiku cattura l’istante. Un prompt cattura l’intenzione. Quale intenzione aveva nel creare queste creature?

L’Haiku e un’unità minima che porta con sé evocazione e direzione. Quando uso IA, cerco proprio questo: un dialogo che si affina nel tempo. All’inizio non si sa cosa si vuole davvero, ma man mano che si lavora, il gesto si precisa. E questo il cuore della creazione.

Questo ping-pong creativo tra lei e IA… l’ha sorpresa? Si è sentito sopraffatto?

Assolutamente. Ho lavorato su due livelli. Il primo e creare l’immagine. Il secondo e chiedere al’ IA: Come si chiama questa creatura? Qual è il suo problema?
Le risposte sono spesso poetiche, assurde, affascinanti.
Fanno parte del processo. A volte ci si arriva in un attimo, altre volte il dialogo e lungo.

Lei inverte il processo chiedendo alla macchina di interpretare le sue immagini. Cosa le insegna questa ‘interpretazione’ algoritmica?

Che oggi, per la prima volta, chi crea può anche essere curatore. Non solo generare, ma anche selezionare, interpretare, dirigere. È un ruolo nuovo, ed è questo che mi interessa.

Questo ping-pong può diventare una nuova forma di scrittura artistica?

Si, assolutamente. È una nuova forma di composizione, con tempi e linguaggi propri.

Come concilia la lentezza umana con l’istantaneità dell’intelligenza artificiale?

L’ IA può dare risposte istantanee, ma l’istante davvero interessante non arriva subito. È come nella musica: puoi lavorare settimane senza nulla, poi in un attimo accade qualcosa di inatteso. Il rischio e credere Che immediatezza significhi verità.

C’è stata un’emozione, un senso di vertigine, che ha provato davanti a un’immagine generata, e che non si aspettava?

Si. Alcune immagini mi hanno colpito profondamente. Chiedere a IA come si chiama questa creatura? E quale è il suo problema? Ha prodotto risposte poetiche, impreviste. È stato sorprendente e commovente.

Lei è figlio di Maurice Jarre. E un’ombra, un’eredità, un motore? E secondo lei, cosa direbbe oggi di Promptitude?

Non lo so. Ho avuto con lui un rapporto complicato. È andato via quando avevo cinque anni. Ci siamo visti poco. È difficile costruirsi contro un’assenza: è più semplice ribellarsi a un padre presente.
Oggi credo che, in qualche modo continui a sostenermi nei miei dubbi, nelle mie domande.

IL PROGETTO

PRIMA TAPPA: OXYVILLE – BIENNALE DI ARCHITETTURA 2025

Fino al 23 novembre 2025, Jean-Michel Jarre alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presenta Oxyville, un’installazione musicale immersiva creata con il coordinamento artistico di Maria Grazia Mattei e MEET Digital Culture Center.
Oxyville è una creazione musicale elettronica ispirata all’album Oxymore di Jean-Michel Jarre. Progettata in suono spazializzato a 360°, l’opera esplora la connessione tra audio 3D e spazio architettonico, dove il suono diventa il materiale primario per costruire una città immaginaria.

SECONDA TAPPA: PROMPTITUDE – MOSTRA AL MEET DIGITAL CULTURE CENTER

Dal 12 giugno al 7 settembre 2025, il MEET Digital Culture Center di Milano ospiterà Promptitude, la prima mostra di opere visive di Jean-Michel Jarre. Un ritorno dell’artista al MEET in quello che lui stesso ha definito “un faro che intercetta idee e a sua volta le diffonde” e che ha scelto come luogo per mostrare questo lavoro che si propone come un’esplorazione del rapporto uomo-macchina, attraverso l’uso creativo di prompt testuali per guidare l’IA nella creazione di ritratti di creature umanoidi. Prompt che lui stesso vede come haiku per l’IA: istruzioni brevi e potenti che danno vita a mondi visivi inediti. La mostra sarà arricchita dalla composizione sonora generativa Eōn, che si evolverà continuamente, offrendo un ambiente immersivo in costante trasformazione.

I CONCERTI-EVENTO LIVE IN PIAZZA SAN MARCO A VENEZIA E ALL’ANFITEATRO DEGLI SCAVI DI POMPEI

Un altro momento fondamentale della stagione italiana dell’artista francese sarà rappresentato dai due concerti-evento programmati per il 3 luglio in Piazza San Marco a Venezia e il 5 luglio all’Anfiteatro degli Scavi di Pompei. Due luoghi di straordinario valore storico e artistico (Patrimonio UNESCO) che diventeranno il palcoscenico per performance immersive in cui la musica si intreccerà con la sperimentazione visiva grazie a una messa in scena d’avanguardia che permetterà a Jarre di trasformare gli spazi in ambienti sonori tridimensionali dove il pubblico potrà vivere un’esperienza sinestetica unica.

La prima tappa programmata è quella del 3 luglio 2025, nella straordinaria cornice di Piazza San Marco a Venezia, un luogo dove Jarre ha sempre sognato di esibirsi. L’evento è organizzato da Veneto Jazz con Influxus, Eventi Verona e Concerto, in collaborazione con il Comune di Venezia e Vela, nell’ambito della 17ª edizione del Venice Jazz Festival.

Il 5 luglio sarà la volta dell’Anfiteatro degli Scavi di Pompei nell’ambito del festival “BOP – Beats of Pompeii” (organizzato da Peppe Gomez per Blackstar Concerti, con il patrocinio del Comune di Pompei, del Parco Archeologico di Pompei, del Ministero della Cultura e della Regione Campania), occasione in cui la musica di Jean-Michel Jarre dialogherà con le rovine di una delle città più affascinanti del mondo antico.

3 luglio 2025 – Piazza San Marco, Venezia
5 luglio 2025 – Anfiteatro degli Scavi, Pompei
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Exhibition View

L’Artista

Jean-Michel Jarre 17 © François Rousseau _ EDDA

Jean-Michel Jarre (Lione, 1948) è compositore, performer e produttore; da sempre futurista nel suo campo e più in generale ambasciatore culturale e innovatore. Durante tutta la sua carriera, ha continuato ad aprire nuovi orizzonti con la sua musica e l’innovazione creativa. Dal ruolo pionieristico che ha svolto nella musica elettronica all’uso della tecnologia e della produzione audio multicanale, fino alle sue recenti esplorazioni nei regni della performance VR e del metaverso, la tecnologia è in prima linea in tutto ciò che fa. Jean-Michel Jarre, con oltre 85 milioni di dischi venduti e 22 album di studio, è noto per i suoi show dal vivo spettacolari che hanno segnato la storia della musica. Artista visionario, Jarre ha scelto come tela alcuni dei monumenti più iconici e siti del Patrimonio Mondiale UNESCO in tutto il mondo per il suo messaggio creativo, culturale e ambientale e ha stabilito nuovi Guinness World Records per il pubblico di concerti dal vivo in vari luoghi emblematici: 1 milione di persone in Place de la Concorde (Parigi), 1,3 milioni a Houston, 2,5 milioni a La Défense e 3,5 milioni a Mosca. Ha anche portato la sua musica innovativa sui palchi dei più importanti festival internazionali tra cui Coachella (USA), e ha raggiunto una pietra miliare storica con il suo concerto virtuale di Capodanno 2021, seguito da oltre 75 milioni di spettatori in una spettacolare Notre-Dame digitale. Nel 2024, Jarre ha inaugurato il Festival Starmus a Bratislava con “Bridge From The Future”, uno show rivoluzionario filmato da 17 telecamere e droni, trasmesso in live streaming globale e seguito da oltre 120.000 spettatori. A luglio, ha partecipato per la prima volta alla quarantesima edizione delle Francofolies a La Rochelle, mentre a settembre è stato protagonista della cerimonia di chiusura dei Giochi di Parigi 2024, esibendosi davanti a 80.000 persone allo Stade de France. Jarre è stato il primo musicista occidentale a essere invitato a esibirsi in Cina e ha anche creato e eseguito concerti-evento alle Grandi Piramidi in Egitto, nel Deserto del Sahara, nella Città Proibita e in Piazza Tiananmen, al Palazzo dei Congressi e al Palazzo di Giustizia. Jarre è ambasciatore UNESCO per l’educazione, la scienza e la cultura, difensore incondizionato del pianeta e dell’ambiente, e vincitore della Medaglia Stephen Hawking per la Comunicazione Scientifica.

www.jeanmicheljarre.com

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