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“À fleur de peau” sei artisti italiani a Parigi in una riflessione sul corpo e le sue forme espressive

Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura e curata da Angela Ghezzi, inaugura a Parigi la mostra “À fleur de peau”.

Per realizzare la mostra Angela Ghezzi ha invitato sei artisti italiani a fare una riflessione sul corpo.

Una analisi sulla percezione del corpo, sul suo posto di fronte alle sfide del mondo moderno e sulla sua interazione con la società contemporanea, ma anche il superamento della sua dimensione spirituale, che raggiunge l’estasi nell’arte.

il risultato è il corpus artistico che vede intricarsi e amalgamarsi le arte dei sei artisti italiani che vanno dalla sublimazione erotica di Marco Cornini all’elevazione sacra di Salvatore Alessi, attraverso l’espressione del desiderio in Daniele Galliano e Leo Ragno, allo sguardo più meditativo e riflessivo di Samantha Torrisi e Alessandra Maio.

Avere i nervi a fior di pelle. Un’espressione usata spesso nella nostra vita quotidiana – spiega la curatrice – che solitamente esprime uno stato d’animo inquieto. Ci proietta inizialmente in fastidiose sensazioni, emozioni, quasi intangibili, forse non interamente codificate dal nostro cervello ma che ci rendono sensibili, vulnerabili fino a farci provare delle reazioni fisiche, corporee, percepite a livello epidermico.
A fior di pelle…
così costruita non è solo una comune frase, un semplice detto, perché al suo interno racchiude, un significato
forse ben più ampio, sicuramente meno superficiale, meno negativo, se visto da una prospettiva diversa: quella di un artista.
I fiori, la pelle, tendono a significare un legame tra la sfera floreale e la dimensione carnale, sublimando la
sinestesia dei nostri organi recettori tradotti in questo caso in un immaginario poetico. Qui l’artista partendo
da sensazioni eteree inizia a delineare i contorni di un disegno che in un crescendo di esplosività sensoriale
finisce per diventare sempre più tangibile: prende forma, prende vita, diventa arte.
La tela si trasforma in uno spazio doppio, sia supporto dell’immagine che superficie assimilata alla pelle,
sensuale e viva. Calzano a pennello le parole del pittore Eugène Fromentin per rafforzare questa idea:
«La pittura è a fior di tela, la vita è a fior di pelle».

GLI ARTISTI

Marco Cornini affronta la dimensione carnale in modo eloquente con le sue sculture di donne raffigurate con
sicumera nella loro intimità. Si percepisce un delicato tremore nell’uso della terracotta che contribuisce a
esprimere intensità dell’opera, mettendo così in risalto la bellezza e la sensualità delle sue modelle. Ce ne fa
partecipi. Sculture di donne prima solitarie e poi sorprese in tenere effusioni amorose. Donne che desiderano
affermazione, esprimendo un desiderio di libertà e quindi resilienti di fronte allo sciovinismo spesso restrittivo
purtroppo ancora presente nell’immaginario o nell’inconscio maschile.

Leo Ragno interseca la visione iperrealistica e scivola in una dimensione più eterea. Le sue opere ci
parlano del ricordo e della sua parziale rimozione, che le sfumature di rosa evocano con particolare
accuratezza. Colore dell’infanzia quando è tenue, il rosa si carica di una tonalità più intensa man mano che il
ricordo diventa più vivido, più erotico. Una grande libertà è lasciata allo spettatore grazie alla raffinata
esposizione delle immagini, alla loro “discrezione” al loro “garbo”.
Opere dunque delicate, arrendevoli alla dolcezza, alla pazienza e alla ricerca di lentezza e profondità nei
rapporti interpersonali.

Per Daniele Galliano, il corpo, oggetto di desiderio e di espressione d’identità sessuale, è spesso isolato.
L’energia carnale è presente e si affaccia come una porta aperta su un universo amoroso che trionfa sulla
solitudine. Questa visione, che abbiamo già potuto rilevare in Leo Ragno e anche presente nel lavoro di
Samantha Torrisi, è un filo conduttore in Daniele, e questo lo si nota nei suoi nudi dalle inquadrature
cinematografiche e nelle sue rappresentazioni di una folla immersa nell’acqua.

Samantha Torrisi ci conduce in un universo più intimo, più riflessivo e meditativo. Abbiamo lasciato i piaceri
della carne per pensare al posto dell’individuo nel mondo. Le sue tele silenziose ci introducono a una
prospettiva positiva e piena di speranza. La nebbia stessa dei suoi dipinti moltiplica, all’interno dei suoi
paesaggi, le letture e gli itinerari possibili. Il corpo dell’uomo immerso in ogni sua opera può diventare il luogo
di un’Epifania, grazie al gioioso e genuino contatto con la natura che apre alla costruzione di nuovi futuri
possibili.

Salvatore Alessi ci spinge a lasciare fiorire dentro di noi il Sacro. Per questo si appropria dei fondi d’oro che per diversi secoli d’arte europea sono stati l’emblema del divino, incarnazione assoluta della luce e la materializzazione di uno spazio al di fuori del tempo umano. Salvatore è consapevole del caos del nostro tempo e l’intreccio dei suoi corpi raffigurati in un atto estatico, dipinti in un movimento verso l’alto traducono la sua riflessione e il suo bisogno di un ritorno al Sacro per ritrovare i valori smarriti.

Alessandra Maio non cerca di guidarci verso il bagliore e l’estasi del sacro, ma di ribaltare i diktat della perfezione che spesso la società ci impone e che vuole oltrepassare, in particolar modo per quanto concerne il corpo femminile. Alessandra ci invita ad accettare la bellezza delle irregolarità che possono mortificare la pelle, ma soprattutto i sentimenti di una donna se considerate imperfezioni e non unicità. E va oltre, associando ad ogni sua opera una frase poetica, ci porta a pensare che la pelle possa essere quasi un’estensione della mente capace di lavorare al suo fianco per farla (ri)fiorire prima che entri in gioco l’intelletto.

LA CURATRICE

ANGELA GHEZZI – Laureata al DAMS di Bologna con una tesi su Pier Paolo Pasolini. Arriva a Parigi nel 2012 dove attualmente vive.
Per 7 anni dirige una giovane galleria d’arte contemporanea dove presenta artisti italiani e internazionali.
Dopo varie esperienze in prestigiose gallerie, come la Galerie Dumonteil,  nel febbraio 2022 arriva alla galleria Applicat-Prazan specializzata in arte moderna, una delle più importanti gallerie di Francia, conosciuta anche all’estero grazie alle numerose fiere a cui la galleria partecipa (New York, Miami, Basilea, Maastricht).

INFO

À fleur de peau
dal 22 novembre 2022 al 27 gennaio 2023
Istituto Culturale Italiano
50 rue de Varenne 75007 – Parigi

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