Portrait of Dominique White, Winner, Max Mara Art Prize for Women 9, 2022-2024. © Photo: Bernice Mulenga Courtesy, the artist, Whitechapel Gallery

Dominique White è la vincitrice del Max Mara Art Prize for Women 2022-2024

L’artista inglese Dominique White ha vinto il Max Mara Art Prize for Women 2022-2024.

Il premio, istituito per sostenere e promuovere artiste in una fase cruciale della loro carriera, giunto alla sua nona edizione, offre a Dominique White un periodo di residenza della durata di sei mesi da trascorrere in Italia, organizzata su misura per consentirle di dare forma e sviluppo alla proposta con la quale si è aggiudicata il premio. Tale percorso culminerà con una grande esposizione prevista per il 2024, prima presso Whitechapel Gallery di Londra e successivamente alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

L’ANNUNCIO

Il nome della vincitrice è stato annunciato da Gilane Tawadros, direttrice di Whitechapel Gallery, e da Luigi Maramotti, presidente di Max Mara Fashion Group, nel corso di una cerimonia speciale tenutasi presso Whitechapel Gallery il 28 marzo 2023.

LE FINALISTE

White faceva parte di una rosa di cinque finaliste che includeva anche Rebecca Bellantoni, Bhajan Hunjan, Onyeka Igwe e Zinzi Minott, scelta da una giuria di esperte composta dalla gallerista Rozsa Farkas, dall’artista Claudette Johnson, dalla scrittrice Derica Shields e dalla collezionista Maria Sukkar, e presieduta dalla curatrice ospite del Premio, Bina von Stauffenberg, in collaborazione con Gilane Tawadros.

LA VINCITRICE

Dominique White vive e lavora tra Marsiglia e l’Essex. L’artista utilizza scultura e installazione per creare nuovi mondi influenzati dal concetto di ‘Blackness’ e trae ispirazione dalla potenza metaforica e dalla forza rigenerante del mare. Le sue opere eteree, apparentemente fragili ma al contempo profondamente fisiche, sono spesso composte da residui nautici evocativi, come vecchie vele, alberi, frammenti di mogano bruciato, catene, corde, e materiali come l’argilla di caolino e il ferro grezzo.

La sua pratica intreccia teorie legate alla Black Subjectivity, all’afro-pessimismo e all’idrarchia dal basso (concetto legato allo smantellamento o alla sovversione della capacità degli individui di conquistare nuove terre via mare), insieme a miti nautici particolarmente rilevanti per la Diaspora Nera. White ridefinisce il termine “Shipwreck(ed)” [naufragio/naufrago] come un verbo riflessivo e uno stato dell’essere per incarnarne,
tramite il suo lavoro, l’abolizione. Le sculture, o “fari”, di White evocano mondi marini che profetizzano l’affermazione degli individui apolidi nella società contemporanea: “un futuro [Nero] che, pur non essendosi ancora materializzato, deve arrivare”.

LA PROPOSTA

La proposta con la quale l’artista ha vinto la nona edizione del Max Mara Art Prize for Women riguarda un nuovo gruppo di opere dal titolo Deadweight, che prende come punto di partenza il “deadweight tonnage”, il “tonnellaggio di portata lorda”, termine ufficiale usato nell’industria marittima per calcolare quanto peso una nave possa sopportare prima che affondi. Oltre a porre in luce gli interessi artistici e politici di White, il progetto chiama in causa narrazioni e livelli culturali aggiuntivi che saranno oggetto di ricerca e ulteriore approfondimento nel corso dei sei mesi di residenza in Italia.
Grazie al contributo di tutor specifici, ad attività di studio e ricerca, a escursioni e lavoro in studio, White avrà la possibilità di esplorare e interrogare il significato storico e contemporaneo e lo sfruttamento del “deadweight tonnage”, analizzando la sua rilevanza nella storia della tratta degli schiavi e le sue forme contemporanee nel
Mediterraneo.

LA RESIDENZA

L’artista lavorerà con storici e giornalisti, e visiterà siti significativi nell’Italia meridionale per la sua indagine.
Il programma di residenza la porterà anche a visitare musei, archivi e collezioni nautiche, a raccogliere materiali presso cantieri (e cimiteri) navali, e a collaborare con operatori metallurgici tradizionali e contemporanei
per approfondire la conoscenza dei processi produttivi, delle competenze e delle tecniche necessarie a sviluppare la sua opera. Nell’ambito dello sviluppo creativo di Deadweight, White ha intenzione di immergere nelle acque del Tirreno, lungo la costa occidentale italiana, alcuni elementi dell’opera finale, che diventeranno il fulcro della mostra personale prevista per il 2024.

I COMMENTI

Dominique White ha affermato:
Sono davvero onorata di aver vinto questa edizione del Max Mara Art Prize for Women ed emozionata di ricevere un premio che, oltre a permettermi di sviluppare abilità apparentemente irraggiungibili e aree di ricerca ambiziose, supporta (letteralmente) l’emersione di un nuovo gruppo di opere. Sono profondamente grata di aver condiviso questo spazio prestigioso con Rebecca Bellantoni, Bhajan Hunjan, Onyeka Igwe e Zinzi Minott, e vorrei ancora una volta rivolgere i miei più sentiti ringraziamenti alla giuria, a Whitechapel Gallery, a Max Mara e alla Collezione Maramotti per questa opportunità unica”.

Gilane Tawadros ha affermato:
A nome della giuria e di Whitechapel Gallery, desidero congratularmi con Dominique White per aver vinto questa edizione del Max Mara Art Prize for Women. Pur essendo l’artista più giovane tra le finaliste, Dominique ha presentato una proposta che, per maturità, rigore e coerenza nell’approccio creativo, risulta totalmente in linea con le finalità del Premio, vale a dire consentire ad artiste di sviluppare e creare progetti capaci di parlare del e al mondo circostante. I temi che esplora nel suo lavoro risultano oggi particolarmente attuali e rilevanti: siamo dunque lieti di poterle offrire il nostro sostegno nel corso della residenza e fino alla realizzazione di una mostra personale. In un’epoca in cui il bisogno di spazi sicuri e di rifugio è tanto acuto, e il passaggio via mare di individui e comunità pone tante vite a rischio rivelando tanta ingiustizia, sembra particolarmente urgente interrogare ed esplorare i sistemi sia storici che contemporanei che controllano il movimento e l’identità”.

Luigi Maramotti ha affermato:
Sono molto lieto che il Max Mara Art Prize for Women continui a rappresentare un progetto tanto speciale per tutti i partner e i soggetti coinvolti, e che sia supportato con entusiasmo da Gilane Tawadros, nuova direttrice di Whitechapel Gallery. Questo premio offre alle vincitrici un’occasione pressoché unica di concentrarsi sulla propria ricerca artistica, di sviluppare un’idea e realizzare un progetto ambizioso in relazione alla lunga residenza in Italia. Sono certo che Dominique White riuscirà a sfruttare al meglio questa opportunità”.

IL PREMIO

Giunto alla nona edizione, il Max Mara Art Prize for Women, è un premio biennale ideato da Iwona Blazwick, ex direttrice di Whitechapel Gallery, e istituito nel 2005 con Max Mara Fashion Group, con l’ulteriore partecipazione di Collezione Maramotti a partire dal 2007. È l’unico premio per le arti visive dedicato ad artiste emergenti del Regno Unito, con la finalità di promuoverle e valorizzarle in una fase cruciale del loro percorso attraverso una maggiore visibilità e le risorse necessarie a sviluppare un nuovo e ambizioso progetto mediante un sostegno creativo e professionale essenziale in termini di tempo e spazio.

LA VINCITRICE DELLA PASSATA EDIZIONE

Vincitrici della passata edizione del Max Mara Art Prize for Women è stata Emma Talbot con l’installazione The Age / L’Età, istallazione che comprendeva animazione, pannelli in seta dipinti e appesi, elementi tridimensionali e disegni. L’opera esplora temi legati alla rappresentazione e all’invecchiamento, al potere e alla sua gestione, e agli atteggiamenti verso la natura.

Per il Max Mara Art Prize for Women, Talbot ha immaginato un ambiente futuro nel quale l’umanità, posta di fronte alle conseguenze disastrose del tardo capitalismo, è costretta, per poter sopravvivere, a rivolgersi a pratiche più antiche e olistiche di creazione e appartenenza che ripensano le antiche strutture di potere e celebrano il mondo naturale.

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