Jenna Gribbon Mirages veduta di mostra / exhibition view Collezione Maramotti, Reggio Emilia Ph. Dario Lasagni

Emma Talbot e Jenna Gribbon alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia

Inaugurano alla Collezione Maramotti di Regio Emilia due nuove mostre: Emma Talbot – The Age/L’Età e Jenna Gribbon – Mirages.

Due esposizioni che all’interno delle quali è possibile ammirare il lavoro creativo e concettuale di due artiste tra le più interessanti dello scenario internazionale.

Jenna Gribbon

Mirages è la prima esposizione personale in una istituzione europea dell’artista statunitense. In mostra un nuovo corpus di dieci opere pittoriche specificamente per la Pattern Room della Collezione.

Gribbon spesso raffigura persone a lei vicine: gli amici, il figlio, la compagna, i colleghi artisti. I suoi dipinti catturano le complessità e le dinamiche all’interno di queste relazioni, affrontando le implicazioni insite nel vedere e nell’essere visti. L’osservatore condivide il punto di vista dell’artista nelle scene rappresentate ed è incoraggiato a esplorare le relazioni interne all’opera, tra l’artista e il soggetto, così come i rapporti oltre la tela, tra partner, familiari o amici. L’intimità e l’empatia di queste relazioni sono assorbite nel gesto e nel linguaggio pittorico utilizzati dall’artista per rappresentarle.
Soggetto privilegiato dei quadri in mostra è la compagna dell’artista, la musicista Mackenzie Scott (TORRES). La protagonista è plasmata da Gribbon con colori vividi e pennellate fluide, sensuali, che sembrano quasi sciogliere l’uno nell’altro i diversi elementi dell’ambiente e del suo corpo – un corpo riflesso, plasmato, ispezionato, a volte ipertrofico –, su cui l’artista ha qui sperimentato in una scala e con composizioni inedite.

Se nei dipinti di grandi dimensioni l’energia visuale delle immagini irradia dalla distanza – e le forme divengono quasi astratte avvicinandosi alla superficie della tela –, le opere più piccole richiedono una prossimità, un movimento intimo verso l’interno dell’opera per coglierne dettagli e sviluppi narrativi.
In questo progetto Gribbon prosegue la sua esplorazione sullo sguardo, introducendo specifici elementi figurativi ricorrenti.
Lo specchio amplifica il rimbalzo degli sguardi, evocando anche il tema del doppio, e la benda diventa un ulteriore tassello per la costruzione di una narrazione sui rapporti di potere. I fasci bianchi e diretti delle lampade e il bagliore crepitante del fuoco si combinano a sfondi “green screen” che rimandano alla luminosità irradiata dagli schermi, su cui poter potenzialmente proiettare infinite visioni. Cieca vittima in cerca di orientamento tattile o soggetto passivo di indagine, dea Fortuna o assonnata divinità bendata della giustizia, creatrice di realtà fittizie o veggente colta nell’atto divinatorio, donna sezionata con un gioco di prestigio o in seduta operatoria, Fenice infuocata o rilassata gitante, Mackenzie è una figura mutevole che racchiude e intreccia variegate associazioni iconografiche e mitologiche, così come scene di vita quotidiana, momenti ludici e storie di prevaricazione.

I dipinti figurativi di Gribbon traggono ispirazione da memorie personali, dalla storia dell’arte e dall’esperienza quotidiana, combinando fluidamente stili differenti all’interno di una stessa tela. Rielaborando fotografie scattate con il suo smartphone per “catturare idee”, l’artista dà forma a ritratti e scenari dal taglio cinematografico, sospesi tra realtà, finzione e immaginazione.
Portatrici di una visione peculiare su un universo femminile in cui bellezza e piacere agiscono come dispositivi politici per scardinare i tradizionali schemi patriarcali ed eterosessuali, le sue opere pongono l’osservatore all’interno di complesse relazioni di sguardo, in cui si è coinvolti in quanto soggetti attivi.

Emma Talbot

Vincitrice dell’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women, presenta la sua nuova mostra The Age/L’Età alla Collezione Maramotti, che ne acquisirà le opere.
Talbot, dopo la prima tappa dell’esposizione alla Whitechapel Gallery di Londra (30 giugno – 4 settembre 2022), ha rielaborato l’allestimento delle opere adattandolo agli spazi della Collezione.

The Age/L’Età è composta da animazioni, pannelli di seta dipinti e sospesi, un’opera tridimensionale e alcuni disegni. Questo nuovo lavoro esplora temi quali la rappresentazione e l’invecchiamento, il potere e la governance e gli atteggiamenti nei confronti della natura. Per il Max Mara Art Prize for Women, Talbot immagina un ambiente futuro in cui l’umanità si trova di fronte alle conseguenze disastrose del tardo capitalismo e, per poter sopravvivere, deve affidarsi a metodi più antichi e olistici di costruzione e di appartenenza, metodi che rielaborano le strutture ancestrali del potere e celebrano il mondo naturale.

La mostra è il risultato di un periodo di residenza in Italia della durata di sei mesi, organizzato appositamente per l’artista dalla Collezione Maramotti. Dopo aver ricevuto il prestigioso premio biennale nel 2020, Talbot ha viaggiato tra Reggio Emilia, Catania e Roma dedicandosi allo studio dell’artigianato tessile, della permacultura, della mitologia classica ed esplorando luoghi e istituzioni di grande interesse storico e che hanno ispirato il suo nuovo corpus di opere. The Age/L’Età assume come punto di partenza il dipinto Le tre età della donna (1905) di Gustav Klimt, che Talbot ha potuto ammirare da vicino durante la sua residenza. Klimt ritrae una donna anziana che si sorregge la testa col volto tra le mani, in un’espressione di apparente vergogna. Nella sua opera, Talbot reimmagina questa figura anziana come una donna dotata di volontà.

Durante il lockdown, non potendosi recare presso il suo studio, Talbot ha appreso a realizzare animazioni da autodidatta. Opera centrale della mostra è un’animazione in dodici capitoli, la cui protagonista deve affrontare una serie di prove analoghe alle dodici fatiche di Ercole. Nel suo soggiorno a Roma, Talbot ha potuto studiare le raffigurazioni delle antiche ceramiche etrusche, potenti veicoli della mitologia classica, insieme a Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Invece di superare le prove attraverso la distruzione, il furto, l’inganno e l’omicidio (come fece Ercole), la protagonista adotta soluzioni pratiche, produttive e incentrate sulla cura ispirate ai dodici principi della permacultura, un metodo che permette di convivere in modo etico e sostenibile con la terra. Affrontando una serie di sfide del nostro tempo, la protagonista ha la possibilità di ricostruire la società contemporanea, opponendosi agli atteggiamenti negativi in relazione all’invecchiamento, al potere e alla crisi climatica. La mostra comprende anche una selezione di disegni originali realizzati da Talbot per le sue animazioni.

The Age/L’Età include inoltre due grandi pannelli di seta sospesi e dipinti a mano che raffigurano instabili paesaggi di rovine di un futuro prossimo e un terreno vulcanico che la protagonista esplora e abita. Come nella maggior parte delle sue opere, Talbot ha riportato sulla seta alcune scritte incentrate sui temi della mostra, che invitano i visitatori a interrogarsi sulle proprie percezioni in maniera diretta. I soggetti delle opere su seta prendono spunto dai viaggi di Talbot in Sicilia, dove l’artista ha potuto visitare paesaggi vulcanici e rovine antiche, studiando i principi della permacultura presso la Casa di Paglia Felcerossa. In occasione di una visita collaterale a Como, Talbot ha appreso le pratiche del riciclo della seta presso Mantero Seta, la prima azienda italiana a produrre una seta interamente riciclata. L’utilizzo di tessuti riciclati e di risorse sostenibili nella sua pratica infonde nell’opera di Talbot questioni legate ai cicli di vita, al rinnovo e all’inalterabilità nel tempo.

L’elemento finale di The Age/L’Età è una rappresentazione fisica della figura centrale della donna anziana, sotto forma di scultura a grandezza naturale realizzata con tessuti morbidi e imbottiti. Per creare il rivestimento esterno della scultura, che ripropone le rughe della pelle anziana e sembra quasi un’armatura, sono stati utilizzati materiali ideati dall’artista in collaborazione con Imax, la divisione maglieria di Max Mara. Ispirandosi alle immagini di Ercole e alle scene ammirate nell’arte vascolare etrusca, la protagonista di Talbot si protende verso il centro di un portale o di una rete, realizzata dall’artista in collaborazione con Modateca Deanna, uno dei più importanti archivi italiani di maglieria, attraverso cui sembra raggiungere un nuovo mondo, energie alternative e un nuovo modo di essere.

Il Max Mara Art Prize for Women nasce da una collaborazione tra Whitechapel Gallery, Max Mara e Collezione Maramotti. Il premio è assegnato ad anni alterni sin dal 2005 ed è dedicato ad artiste attive nel Regno Unito che non hanno ancora esposto le proprie opere in una mostra antologica personale. Riconosciuto per la sua capacità di promuovere la carriera delle artiste, è l’unico premio per le arti visive di questo genere nel Regno Unito. Le precedenti vincitrici del premio sono Helen Cammock, Emma Hart, Corin Sworn, Laure Prouvost, Andrea Büttner, Hannah Rickards e Margaret Salmon. La giuria dell’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women è stata presieduta da Iwona Blazwick OBE, direttrice uscente della Whitechapel Gallery, e ha visto la partecipazione di diverse esperte del mondo dell’arte: la gallerista Florence Ingleby, l’artista Chantal Joffe, la collezionista Fatima Maleki e la critica d’arte Hettie Judah.

La mostra è accompagnata da un libro e da un breve documentario che racconta l’esperienza di Talbot durante i sei mesi di residenza in Italia.

INFO

Jenna Gribbon
Mirages
23 ottobre 2022 – 19 febbraio 2023

Emma Talbot
The Age/L’Età
23 ottobre 2022 – 19 febbraio 2023

Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66
Reggio Emilia
www.collezionemaramotti.org

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