“Il Pugile e la Vittoria” a Brixia. Parco archeologico di Brescia romana

È stato presento oggi alla stampa il nuovo progetto espositivo: Il Pugile e la Vittoria, ovvero il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata di Brescia, due straordinari bronzi di età ellenistica e romana, entrambi protagonisti di recenti valorizzazioni e restauri epocali.

Le due opere saranno esposte per la prima volta insieme a Brescia, nel Capitolium di Brixia. Parco archeologico di Brescia romana. Un ambizioso progetto che si sviluppa in occasione dei 200 anni dall’inizio degli scavi bresciani, la memorabile campagna ottocentesca che portò alla luce uno dei patrimoni archeologici di maggior rilievo nell’Italia settentrionale.

La mostra aprirà al pubblico domani, 12 luglio, e sigla la significativa collaborazione istituzionale tra i due Musei, quello romano e quello bresciano. Il Pugile e la Vittoria costruisce l’ideale legame tra il patrimonio archeologico dell’Urbe, unico al mondo, e quello di Brescia, la Brixia latina, oggetto di un esemplare programma di valorizzazione e riqualificazione che Fondazione Brescia Musei ha intrapreso con l’installazione della Vittoria Alata nel nuovo Capitolium disegnato da Juan Navarro Baldeweg.

Ed è proprio a lui che i due Musei hanno proposto di realizzare l’installazione dei due capolavori di bronzo per celebrare adeguatamente la Capitale della Cultura con un’immagine di assoluta cristallina potenza evocativa per chiunque, a prescindere dalla cultura di provenienza o dal bagaglio archeologico.
Legata al progetto espositivo – in collaborazione con Il Museo Nazionale Romano – è l’esposizione dell’Ala di Vittoria nella sezione archeologica L’età romana. La città, in corrispondenza della narrazione digitale dedicata alla Vittoria Alata. Un’ala bronzea rinvenuta nell’alveo del fiume Tevere nel 1891, in corrispondenza di ponte Sisto, che sarà visitabile fino al 29 ottobre al Museo di Santa Giulia.

Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata hanno cronologie diverse (datato variamente tra il IV e I secolo a.C. il Pugile e alla metà del I secolo d.C. la Vittoria Alata) e differenti storie della prima parte della loro “vita”; l’atleta certamente esposto in uno spa-zio pubblico – forse in Grecia – e oggetto di ammirazione come indicano le superfici consunte dalle carezze degli ammiratori, la Vittoria Alata probabilmente esibita nell’area del tempio, a Brescia, quale ex voto donato dall’imperatore Vespasiano.

A Brescia le due statue sono esposte proprio nell’aula del Capitolium di età imperiale con un nuovo spettacolare allestimento curato dall’architetto Juan Navarro Baldeweg, già autore della suggestiva e affascinante collocazione della Vittoria Alata.
Esporle insieme, accostate in un gruppo moderno, frutto di un processo di rigenerazione delle opere in chiave contemporanea, riprende una prassi di origini antiche, quando nei santuari in Grecia venivano conservate ed esposte statue spesso legate solo da un continuum ideologico/politico, la cui disposizione poteva quindi cambiare a seconda dell’epoca e della mentalità, a creare nuovi messaggi e significati.

L’interpretazione di Juan Navarro Baldeweg trasforma le due statue in un unicum artistico contemporaneo, in linea con la strategia culturale di contaminazione tra antico e moderno per creare un linguaggio oggi comprensibile.

Un’occasione per ridurre la distanza che ha separato le due opere in antico, con una triangolazione di elementi che grazie all’allestimento permetterà comunque di comprenderla, ma nello stesso tempo di cogliere i numerosi fili rossi che le lega-no. Nello spazio dell’aula del Capitolium si insinua un racconto visivo, spaziale, in cui l’invocazione del Pugile, che chiede protezione, si incanala attraverso il riflesso specula-re della Vittoria Alata, con contrappunti armonici e l’aiuto di un cristallo specchiante, che portano lo spettatore a prendere parte, nel raggio di pochi metri, a una narrazione concettuale sui valori assoluti che i due capolavori rappresentano ancora oggi per l’uomo contemporaneo.

Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata furono scoperti nel corso di scavi archeologici condotti nell’Ottocento e da quel momento divennero oggetto di attenzioni e cure entrando presto a far parte di collezioni museali pubbliche.

Il tema astratto che lega questi due straordinari bronzi, nell’assenza e nella personifica-zione, è quello del successo, di un esito positivo, della vittoria appunto. Per il Pugilatore è il responso dell’arbitro al termine dello scontro nel quale si è strenua-mente difeso senza esclusione di colpi, come indicano le ferite e gli ematomi sapiente-mente resi nel bronzo con altissima perizia tecnica; per la Vittoria Alata è la designazione del vincitore sul campo di battaglia e la ricostituzione della pace, la cessazione del conflitto. L’uno attende il verdetto, l’altra omaggia il vincitore militare affidando al bronzo dello scudo, che doveva trattenere in origine nelle mani, il suo nome.

LE OPERE

Il Pugilatore in riposo, uno dei bronzi di più alta qualità che siano giunti a noi dal mondo antico, fu rinvenuto nel 1885 alle pendici del Quirinale, occultato tra i muri di fondazione di un tempio. Rappresenta un pugile nel momento del riposo dopo una competizione, seduto con le gambe divaricate e gli avambracci poggiati sulle cosce.
La critica non è unanime nella datazione di questo capolavoro che oscilla tra il IV e il I secolo a.C.
La statua è stata realizzata in bronzo con la tecnica della fusione cava a cera persa con metodo indiretto; fusa in più parti, al busto sono saldate la testa, le braccia e la gamba sinistra, mentre la gamba destra è fusa con il torso. Ogni dettaglio è reso con soluzioni di altissima qualità estetica e sofisticatezza tecnica, con ampio utilizzo anche di metalli di colore contrastante per dare policromia e icasticità all’insieme. Le porosità e i difetti di superficie successivi alla fusione sono stati riparati con estrema cura inserendo piccoli tasselli quadrangolari. Gli occhi non sono conservati, ma dovevano es-sere realizzati con un materiale differente come pasta vitrea, pietre dure o avorio.

La statua della Vittoria Alata venne portata in luce la sera del 20 luglio del 1826, durante la campagna di scavi avviata nel 1823 dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Brescia, su delega della municipalità e grazie a una raccolta pubblica di fondi, nell’area del Capitolium.

La realizzazione della Vittoria Alata – sappiamo oggi – è da circoscrivere a poco dopo la metà del I secolo d.C. e va ricondotta a un atelier di alto livello – da collocarsi nel territorio bresciano – che ha saputo creare un modello statuario nuovo e originale; la tecnica utilizzata è quella della fusione a cera persa cava indiretta, che richiede grande maestria e capacità tecnologica. Alcune parti della statua presentano tracce di doratura, lasciando intendere che il suo aspetto in antico doveva essere diverso da come la percepiamo oggi.
La presenza di questa statua, con un significato così strettamente legato a una battaglia militare, lascia supporre che si possa trattare di un dono fatto dalla casa imperiale a Brixia per il supporto dato in un evento militare, forse proprio gli scontri del 69 d.C. verificatisi tra Brixia e Cremona tra gli eserciti di Vespasiano, Ottone e Vitellio. Brescia supportò il primo, che risulto vincitore; il nome di Vespasiano è ricordato anche nel frontone del Capitolium dove non si esclude che la statua fosse esposta.

In modo virtuoso il progetto espositivo Il Pugile e la Vittoria ha reso possibile valorizzare anche altre opere delle estese collezioni archeologiche romane, meno conosciute. Una reciprocità tra istituzioni museali, che traccia un solco di una sinergica collaborazione tra uno dei più importanti musei nazionali e una fondazione di partecipazione pubblico-privata che ha in gestione il patrimonio monumentale e museale cittadino: un dialogo che si estende oltre le collezioni e le opere, ma che mette a sistema i beni culturali in una visione d’insieme super partes, esempio di originale progettualità.

Per il periodo di mostra verrà esposta in Santa Giulia, nella sezione archeologica L’età romana. La città e in corrispondenza della narrazione digitale dedicata alla Vittoria Alata, un’ala bronzea rinvenuta nell’alveo del fiume Tevere nel 1891, in corrispondenza di ponte Sisto.
Il pezzo venne ritrovato insieme ad altri resti di statue in bronzo che potevano appartenere in origine ad un unico gruppo scultoreo onorario posto proprio a decorazione del Ponte, con la statua della Vittoria in posizione sommitale, in occasione di un restauro effettuato per volontà di Valentiniano e Valente tra il 365 e il 367 d. C., impiegando elementi scultorei più antichi.
Contemporaneamente nella sede di Palazzo Massimo a Roma al posto del Pugile sarà esposta una statua in bronzo di un personaggio togato proveniente sempre dal gruppo scultoreo di ponte Sisto.

I COMMENTI

La nostra amata Vittoria Alata è abituata ad elevarsi sola al centro dell’affascinante allestimento che il maestro Baldeweg le ha disegnato attorno nel 2020 dopo il lungo restauro che l’ha riconsegnata alla città di Brescia in tutta la sua straordinaria bellezza. Ora lo spazio che la circonda sarà degnamente condiviso con un’altra grande opera bronzea che pare instaurare con lei un dialogo silenzioso, quasi affettuoso. Sono grata al Museo Nazionale Romano, a Fondazione Brescia Musei, a Intesa Sanpaolo e a tutti co-loro che hanno fattivamente sostenuto questa iniziativa, per averci donato la preziosa opportunità di ammirare insieme, per la prima e unica volta, questi due superbi capolavori dell’antichità che, nell’accostamento, disvelano nuove relazioni non solo fra essi ma anche con il pubblico. Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 continua a regalarci incredibili possibilità di vivere nuova bellezza anche là dove eravamo già abituati a trovarne.
Laura Castelletti, Sindaca Comune di Brescia

È un grande onore per la Fondazione Brescia Musei instaurare una feconda collabora-zione con il Museo Nazionale Romano con un evento che proietta il nostro progetto di valorizzazione dell’area archeologica di Brescia romana nell’alveo della grande archeo-logia internazionale. Nell’anno in cui Brescia è Capitale italiana della Cultura, con la piattaforma di comunicazione e promozione della cultura che a questo titolo si accompagna, poter accogliere un simile capolavoro bronzeo, pari in qualità artistica e in potenza evocativa alla nostra Vittoria Alata, significa rimarcare la centralità di Brescia ma anche offrire a tutti i visitatori della Capitale un accostamento inedito, straordinariamente poetico e certo irripetibile. La nostra gratitudine a Intesa Sanpaolo che ha colto in questa originale progettualità una grande opportunità di valorizzazione del patrimonio della città di Brescia decidendo di supportare la Fondazione nell’impresa organizzativa dell’evento.
Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei

Non è solo la straordinaria qualità dei due bronzi per la prima volta riuniti insieme e non è neppure nell’interesse derivante da tecniche di realizzazione simili la grande novità e l’interesse di quest’operazione. Questo temporaneo accostamento in un’operazione si-te-specific, curata dallo stesso architetto, Juan Navarro Baldeweg che ha realizzato l’allestimento installativo della Vittoria Alata, ci porta a ragionare sul concetto di vittoria, e più in generale su quello di successo connesso in un caso all’affermazione politica della pax latina, la Vittoria Alata, e nell’altro quella sportiva, il Pugilatore in riposo del Museo Nazionale Romano. In questo sta la promessa di suggestione che il progetto culturale lancia da Brescia Capitale della Cultura al mondo e a Brescia aspettiamo, grazie alla forza evocativa di questo binomio, decine di migliaia di ammirati visitatori nei prossimi mesi.
Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei

L’installazione favorisce l’interpretazione di un dialogo indiretto e circospetto tra il Pugile e la divinità che presiede la stanza. Si insinua un racconto visivo, spaziale, in cui l’invocazione del pugile, che chiede protezione, si incanala attraverso il riflesso speculare della Vittoria Alata in un pannello di vetro opportunamente disposto su un lato della stanza. La posizione del Pugile, pur rivolto verso la Vittoria Alata, conduce attraverso il gesto del volto inclinato all’immagine riflessa. Questa deviazione ci porta a una valuta-zione intenzionale: l’ordine superiore della divinità e un desiderio particolare del combattente che aspira alla vittoria.
Juan Navarro Baldeweg, Curatore

INFO

Il Pugile e la Vittoria
Brescia, Brixia. Parco archeologico di Brescia romana
Dal 12 luglio al 29 ottobre 2023

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