ANTONIO CANOVA E BOLOGNA Alle origini della Pinacoteca a Bologna

A pochi mesi dalla ripresa delle attività per il pubblico, la Pinacoteca Nazionale di Bologna presenta la mostra Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca, a cura di Alessio Costarelli.

L’esposizione, promossa in sinergia con l’Accademia di Belle Arti di Bologna si è avvalsa della collaborazione della Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e della casa editrice Electa.
Fino al 20 febbraio 2022, il Salone degli Incamminati del museo statale di via delle Belle Arti è allestito con un percorso espositivo che vuole approfondire il tema dei rapporti tra Antonio Canova (1757-1822) e la città di Bologna, le sue istituzioni ed i suoi artisti, evidenziando inoltre il ruolo dello scultore nella storia della collezione della Pinacoteca. Il maestro del Neoclassicismo italiano contribuì infatti ad operazioni diplomatiche di straordinaria rilevanza per il patrimonio artistico della città, recuperandolo in larga parte dalla Francia, dove era stato accumulato dopo le spoliazioni napoleoniche.
Dipinti, sculture, manoscritti e documenti provenienti da diverse istituzioni museali, biblioteche e archivi affiancano le opere del museo, il cui percorso espositivo permanente sarà parte integrante del progetto. Di particolare rilevanza è il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e quello dei Musei Civici di Bassano del Grappa. Fondamentali sono stati anche i prestiti generosamente concessi da istituzioni bolognesi come le Collezioni Comunali d’Arte, la Biblioteca dell’Archiginnasio, l’Università di Bologna e la Fondazione Carisbo, oltre che dalla Pinacoteca Civica di Cento.

LA MOSTRA

L’esposizione, che costituisce anche un’occasione per rievocare le origini della più vasta collezione pubblica di arte bolognese, s’inserisce come progetto pilota all’interno di una programmazione di iniziative con cui la Pinacoteca Nazionale di Bologna intende rinnovare la propria presenza nel tessuto culturale della città, rendendo esplicito il legame tra il patrimonio del museo e la storia del territorio e quindi rinsaldando il legame tra passato e presente. In questa prospettiva confluiscono nel progetto scientifico della mostra tre principali oggetti di ricerca: le visite di Antonio Canova in città, le relazioni che egli mantenne con le istituzioni
cittadine e l’attività diplomatica, a seguito della quale lo scultore riuscì a ottenere il rientro da Parigi nel 1815 di buona parte dei capolavori requisiti dai commissari di Napoleone, oggi nucleo sostanziale della collezione della Pinacoteca.

Con la mostra Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca, la Pinacoteca Nazionale di Bologna desidera focalizzare l’importante legame, fino ad oggi poco indagato, tra Antonio Canova (1757-1822), il
grande scultore italiano, e la città di Bologna, inaugurando le celebrazioni nazionali per il bicentenario canoviano del 2022. Al centro di tale ricostruzione sta l’eccezionale patrimonio artistico del museo bolognese, alla cui fondazione lo scultore diede un contributo di fondamentale importanza recuperando in Francia, dopo la caduta di Napoleone nel 1815, i quadri più pregiati tra quelli prelevati dai Francesi nel 1796 e riconsegnando così alla città una parte essenziale della sua identità culturale.
La mostra odierna dialoga infatti a distanza con una pubblica esposizione dei capolavori restituiti organizzata all’inizio del 1816, prima grande mostra di arte antica tenutasi a Bologna, oggi rievocata sia esponendo alcune di quelle opere allora tanto ammirate sia mediante una suggestiva video-ricostruzione digitale 3D integrata nel percorso espositivo.

LE SEZIONI

Allestito negli spazi espositivi sotterranei della Pinacoteca, il percorso della mostra si articola, in modo sfumato, su tre sezioni.
Nella prima sezione il racconto della mostra prende avvio a partire dal punto di vista dell’artista, con le testimonianze relative alle relazioni intessute da Canova e delle opere d’arte da lui maggiormente apprezzate durante il primo soggiorno a Bologna nell’autunno 1779.
Tra i materiali selezionati figurano l’Autoritratto dello scultore e il suo Diario di viaggio 1779-80, oltre a testimonianze bolognesi legate ai suoi passaggi in città, ad esempio la raccolta di componimenti poetici Per l’aspettato arrivo di Canova in Bologna (in riferimento al soggiorno del 1810). Tra le opere menzionate nel diario, in questo avvio del percorso espositivo spicca la Madonna col Bambino e santi del 1590-92 di Annibale Carracci, oggi conservato in Pinacoteca, ma che lo scultore ammirò nell’originaria collocazione nella chiesa dei Santi Ludovico e Alessio, trovandola “belissima”.
La seconda sezione è dedicata al rapporto tra Canova e l’Accademia di Belle Arti di Bologna, maturato nel corso di oltre vent’anni, tra l’inizio dell’Ottocento e la morte dell’artista. La relazione è documentata dai gessi donati all’istituzione dallo scultore, tra cui la Testa di Papa Clemente XIII Rezzonico e la Maddalena penitente, di cui è possibile ammirare per la prima volta gli esiti del restauro condotto per l’occasione dalla Scuola di restauro dell’Accademia.
Nella terza sezione, infine, si presenta al pubblico una scelta delle opere che Canova stesso selezionò per essere restituite alla città. Tra le opere “salvate” saranno esposti dipinti di Perugino, Ludovico Carracci, Giacomo Cavedone, la Pala di Santa Margherita di Parmigianino, nonché due straordinarie opere di Guercino che al ritorno dalla Francia transitarono da Bologna prima di essere restituite alla città di Cento. L’allestimento prevede inoltre alcuni esempi di oggetti trafugati, tra cui il Canon Maior di Avicenna, di cui per ragioni conservative si espone la copia anastatica, e un incunabolo del XV secolo delle favole di Esopo, entrambi provenienti dalla Biblioteca Universitaria di Bologna.
Il percorso espositivo termina con la rievocazione della storica esposizione che ebbe luogo nella Chiesa dello Spirito Santo a partire dal gennaio 1816 e che fu allestita con 18 tra i capolavori restituiti. L’evento dello Spirito Santo rappresentò non solo la celebrazione di una vicenda straordinaria, ossia il ritorno dei beni artistici precedentemente asportati, ma anche la prima grande mostra d’arte antica organizzata a Bologna dalle stesse istituzioni locali, un importante momento di aggregazione che rinsaldò il legame tra la cittadinanza ed il proprio patrimonio ritrovato. Con l’auspicio di rinnovare oggi quel patto, la mostra odierna della Pinacoteca di Bologna non si limita a rievocare l’evento, ma lo fa rivivere attraverso la proiezione della sua ricostruzione digitale
a scala ambientale. Ciò è stato possibile grazie al lavoro di un gruppo di ricerca del Dipartimento
di Architettura dell’Università di Bologna che, muovendo dai documenti dell’epoca e in stretto contatto con il curatore della mostra e lo staff del museo, ha effettuato rilievi fotogrammetrici degli ambienti della chiesa (ancora esistente, sebbene sconsacrata), producendo un modello virtuale 3D a grandezza naturale, entro il quale sono stati dislocati i 18 dipinti nell’esatta sequenza trasmessaci dalle fonti.

LE PROPOSTE DIDATTICHE

Le proposte didattiche rivolte alle famiglie e alle scuole ed una guida multimediale da utilizzare
come supporto al percorso di mostra, sono state realizzate in collaborazione con il Dipartimento
di Comunicazione e didattica dell’arte dell’Accademia di Belle Arti.

IL CATALOGO

Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca è accompagnata dalla pubblicazione del catalogo edito da Electa. Con un progetto grafico dello Studio Leonardo Sonnoli.

LE OPERE

INFO

Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca.
Bologna, Pinacoteca Nazionale
Fino al 20 febbraio 2022
www.canovabologna.it


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