2014.35 Georgia O'Keeffe Jimson Weed/White Flower No. 1, 1932 Oil on canvas 48 × 40 in. (121.9 × 101.6 cm) Framed: 53 in. × 44 3/4 in. × 2 1/2 in.

Georgia O’Keffe alla Fondation Beyeler

Nell’anno del suo giubileo la Fondation Beyeler dedica la prima mostra a Georgia O’Keeffe (1887–1986), pittrice tra le più eminenti del XX secolo nonché icona dell’arte moderna americana.

Con 85 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, principalmente dagli Stati Uniti, «Georgia O’Keeffe» offre uno spaccato rappresentativo dell’opera tanto varia quanto stupefacente di questa straordinaria artista. Per il pubblico europeo la retrospettiva costituisce una rara occasione per approfondire la conoscenza della
produzione di Georgia O’Keeffe, scarsamente rappresentata nelle raccolte al di fuori dell’America.
La mostra alla Fondation Beyeler si concentra sulla maniera particolare in cui O’Keeffe guardava al mondo circostante e su come traduceva ciò che percepiva in immagini del tutto inedite della realtà. a volte quasi
astratte, a volte aderenti al vero.

Di rado ci si prende il tempo per osservare davvero un fiore. Io li ho dipinti sufficientemente grandi da consentire agli altri di vedere ciò che io vedo.»

Questa citazione del 1926 può fungere da filo conduttore per chi si avvicini all’arte e alla vita di O’Keeffe. O’Keeffe ha sviluppato un linguaggio espressivo originale che oscilla tra astrazione e figurazione ed è ancora oggi oltremodo attuale. La personalissima visione dell’artista, combinata con il suo modo delicato e rispettoso di accostarsi alla natura, fa di Georgia O’Keeffe la più importante e interessante pittrice di paesaggi e scenari naturali del XX secolo.

A partire dal 1918 Georgia O’Keeffe visse a New York anni cruciali per il suo percorso artistico. Nella
metropoli si ritrovò al centro dell’influente cerchia, ristretta ma allora molto in voga, che ruotava intorno al
fotografo, gallerista e mediatore artistico Alfred Stieglitz. Stieglitz fu tra i primi a esporre le avanguardie
europee, e la sua galleria rappresentò non solo un luogo di confronto ma anche di stimolo per la nascita
della giovane arte e della nuova fotografia americana. O’Keeffe deve il precoce riconoscimento del suo
potenziale artistico e la carriera che seguì al sostegno di Stieglitz, suo futuro marito, e all’ambiente
newyorchese del quale fu partecipe per decenni. Ciononostante, la vita urbana della grande città lascerà
poche tracce visibili nei suoi lavori.

O’Keeffe crebbe nell’azienda lattiera di famiglia nel Wisconsin, nel Midwest degli Stati Uniti. Compì i passi
decisivi per la sua carriera artistica quando si stabilì a Charlottesville, Virginia, e poi a Canyon, Texas, dove
dal 1916 al 1918 rivestì per due anni il ruolo di insegnante d’arte. Anche dopo il suo trasferimento a New
York il ritmo della sua vita di artista fu scandito dal ritorno a luoghi noti. Per molti anni si trattò di soggiorni
estivi con Stieglitz nella casa di vacanza della famiglia di lui sul Lake George nello stato di New York e fu lì
che O’Keeffe diede avvio a gran parte della produzione artistica risalente a quel periodo. Nel 1929 O’Keeffe
trascorse per la prima volta diverse settimane in New Mexico nel sud-ovest degli Stati Uniti, dove fece
ritorno ogni anno, sempre da sola, e dove si stabilì definitivamente dopo la morte di Stieglitz.

LA MOSTRA

La mostra si apre con uno sguardo ai primi lavori di O’Keeffe, creati mentre insegnava in Virginia e in
Texas. Disegni a carboncino quali Early Abstraction, 1915, e No. 14 Special, 1916, sono presentati accanto
a una selezione di acquerelli di piccolo formato tutto colore e luminosità. Uno dei pochi dipinti a olio di
questo periodo è Red Landscape, 1916/17, con il suo cielo notturno squarciato da una spettacolare
esplosione di luce che bagna di un rosso brillante le aride formazioni collinari.

Seguono dipinti quali Blue and Green Music, 1919/1921, e Series I – From the Plains, 1919, che rivelano
come l’artista si sia confrontata con l’astrazione. Fondamentalmente, però, l’arte di O’Keeffe è caratterizzata
in larga misura dalla giustapposizione di pittura figurativa e pittura astratta. Il mondo vegetale, in particolare
i fiori, sono temi centrali nell’opera di O’Keeffe. Nei fiori di grande formato come Jimson Weed / White
Flower No. 1, 1932, uno dei lavori più famosi di questo gruppo di tele, oppure Oriental Poppies, 1927, si
può riconoscere la familiarità di O’Keeffe con la corrente allora attuale della «Straight Photography».
La natura e il paesaggio erano per O’Keeffe le fonti d’ispirazione principali. L’artista dipingeva in maniera
sia figurativa che astratta sempre riferendosi al motivo del paesaggio, che si trattasse dapprima del Lake
George o, in un secondo tempo, del New Mexico. I lavori risalenti al primo soggiorno newyorchese, tra cui
Ranchos Church No. 1, 1929, e Gray Cross with Blue, 1929, sono ispirati a forme tipiche di questa regione
quali l’architettura adobe e le croci penitenziali piazzate da confraternite laiche nel bel mezzo di un
paesaggio. Di questo periodo è anche Mule’s Skull with Pink Poinsettias, 1936, uno dei tanti dipinti che
O’Keeffe ha eseguito prendendo spunto da teschi di animali rinvenuti nel deserto. Negli anni della guerra,
quando O’Keeffe viveva stabilmente in New Mexico, il suo modo di guardare questo paesaggio è cambiato.
Nelle due serie Black Place I–IV, 1944, e Black Place I–III, 1945, è ricorsa a una tavolozza insolitamente
scura per rendere il panorama collinare nero-grigio. La sua pittura tendeva ora sempre più all’astratto
privilegiando una prospettiva a volo d’uccello. Anche la natura morta It Was a Man and a Pot del 1942
raffigurante un cranio umano suggerisce che O’Keeffe percepisse il mondo negli anni 1940 sempre più
condizionato dagli eventi bellici.

Nell’ultima sala della mostra l’opera tarda di O’Keeffe incontra Black Mobile with Hole, 1954, di Alexander
Calder (1898–1976), il cui lavoro è da lungo tempo legato alla Fondation Beyeler sia attraverso la collezione
del museo sia attraverso diverse mostre. Calder, a differenza di O’Keeffe, intrattenne un rapporto duraturo
con l’Europa, ciononostante l’arte di entrambi era sostanziata da uno stesso profondo attaccamento alle
vaste pianure e agli orizzonti infiniti dell’America rurale.

Ancora in vita, Georgia O’Keeffe era considerata negli Stati Uniti un’importante rappresentante e
cofondatrice della nuova arte americana che dalla fine degli anni 1910 si era diffusa parallelamente e in
opposizione alle avanguardie europee. Nel 1943 all’Art Institute di Chicago si tenne la sua prima
retrospettiva in un museo; nel 1946 il Museum of Modern Art di New York le dedicò una grande mostra, la
prima mai riservata da questa istituzione a una pittrice. La maggior parte delle opere di O’Keeffe si
conservano negli Stati Uniti, in oltre 100 collezioni pubbliche e private. In Europa, dove O’Keeffe viaggiò per
la prima volta soltanto nel 1953, all’età di 65 anni, si trovano in tutto appena una dozzina di opere sparse
tra raccolte private e pubbliche. Nel vecchio continente la prima mostra importante della pittrice si è svolta
nel 1993 alla Hayward Gallery di Londra. Negli anni seguenti una delle poche mostre, nonché la prima in
Svizzera, è stata la retrospettiva del 2003 curata da Bice Curiger al Kunsthaus di Zurigo. Oggi Georgia
O’Keeffe è un’artista celebre anche in Europa, sebbene qui le sue opere siano raramente visibili in
originale.

CURATELA

Curata da Theodora Vischer, Chief Curator, «Georgia O’Keeffe» sarà presentata alla Fondation Beyeler dal
23 gennaio al 22 maggio 2022. La mostra è stata organizzata dalla Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, dal
Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid, e dal Centre Pompidou, Parigi, in partenariato con il
Georgia O’Keeffe Museum, Santa Fe.

IL CATALOGO

Il catalogo della mostra è pubblicato in tedesco da Hatje Cantz Verlag, Berlino. Il volume di 208 pagine
contiene contributi di Cody Hartley, Anna Hiddleston-Galloni, Didier Otting

LE OPERE

INFO

Georgia O’Keeffe
23 gennaio– 22 maggio 2022
Fondation Beyeler
Beyeler Museum AG
Baselstrasse 77,CH-4125 Riehen/Basel
Switzerland T +41 (0)61 645 97 21 www.fondationbeyeler.ch


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