Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi a Soncino

Soncino è nota per le sue radici amare, ma anche perché lì, esattamente 90 anni fa, nel 1933, nasceva Piero Manzoni. A 60 anni dalla sua morte, avvenuta nel 1963 una mostra al Museo della Stampa riporta le opere dell’artista nel suo paese natale.

Il progetto è nato dal desiderio di indagare le relazioni.

La prima relazione è quella tra Piero Manzoni e alcuni artisti delle generazioni più recenti, invitati a esporre assieme a lui: Sergio Breviario, Dario Buccino, Gianni Caravaggio, Nicolò Cecchella, Barbara Colombo, Massimo De Caria, Carlo Dell’Acqua, Paola Di Bello, Andrea Francolino, Carlo e Fabio Ingrassia, Giovanni Morbin, Liliana
Moro, Cesare Pietroiusti, David Reimondo, Fabio Roncato e Skygolpe.

Cercare discoprire l’eredità di uno dei capisaldi dell’arte italiana non è sempre facile né evidente. Chi fa arte oggi certo conosce Manzoni e il suo lavoro, ma non sempre in modo esaustivo: anche perché è entrato profondamente nel DNA di questi artisti, così da non essere più giustamente riconoscibile e riconosciuto. Dunque, quello che abbiamo cercato è proprio questo “sangue manzoniano” che potrebbe scorrere in ciascuno dei sedici invitati.

Per alcuni di loro l’artista nato a Soncino è stato in qualche modo parte della propria biografia: una giovanissima Liliana Moro rimane folgorata dalla piccola foto di un Achrome, panini e caolino, che le fa intuire la libertà dell’odierno fare arte; Cesare Pietroiusti nel 1981 si trova a trasportare per una mostra diverse opere di Manzoni da Milano a Roma, nel bagagliaio della sua Fiat 128 verde pisello; Sergio Breviario dichiara che ha deciso di fare l’artista perché voleva essere bellissimo, come Piero Manzoni…

Comunque sia, il viaggio per arrivare alla realizzazione di questo progetto è stato lungo e non banalissimo. La ricerca, profondamente condivisa con gli artisti invitati, nel tentativo di trovare l’opera di ognuno di loro che potesse essere messa in relazione con una di Manzoni, ha comportato incontri e scambi, in cui non è stato proprio netto il ruolo dei curatori, poiché la scelta è emersa dalla relazione con l’artista. Sapere come pensa e vede Manzoni chi fa il suo stesso mestiere è oltremodo stimolante. Il risultato ha portato a una rosa di opere molto diverse tra loro, per tecnica e significato, di cui circa una metà sono state create apposta per questa occasione; testimonianza quindi della varietà di strade che Manzoni ha in qualche modo percorso e precorso.

IL CATALOGO

Accompagna la mostra un catalogo che contiene testi scritti appositamente da otto autori:
Luca Bochicchio, Daniela Ferrari, Flaminio Gualdoni, Gaspare Luigi Marcone, Mirco Marino, Raffaella Perna, Marco Senaldi e Giorgio Verzotti. Un po’ per gioco e un po’ per incrinare gli schemi usuali i sedici artisti sono stati abbinati agli autori con una roulette, estraendo a sorte e lasciando quindi che fosse il fato a decidere. Infine un’ulteriore sfida è stato il tentativo di creare una relazione armoniosa tra le opere e lo spazio che le ospita, l’affascinante Museo della Stampa, luogo fortemente caratterizzato: torchi in ghisa, matrici di pietre litografiche e casse tipografiche fanno da cornice al lavoro di Manzoni e degli altri artisti contemporanei.

INFO

Relazioni (im)possibili. Il fil rouge da Piero Manzoni a oggi
A cura di Demis Martinelli e Rosalia Pasqualino di Marineo
Museo della Stampa, Via Lanfranco 6/8, Soncino (CR)
25 giugno – 1 ottobre 2023

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