Il Sindaco del Rione Sanità. Intervista al curatore della mostra: Francesco Tenaglia

La Fondazione Eduardo De Filippo presenta nella cornice di Palazzo Scarpetta a Napoli da sabato 26 settembre la mostra “Il Sindaco del Rione Sanità”, progetto espositivo inedito che riunisce i lavori frutto della collaborazione tra gli artisti Piero Golia, Marco Pio Mucci e Matteo Pomati.

Curata da Francesco Tenaglia, la mostra s’ispira all’omonima opera teatrale di Eduardo, datata 1960,
che in un sapiente alternarsi tra comico e tragico osserva la complessità delle vicende umane nel
conflitto tra principi formali e morali riferibili al tema della giustizia.

Sviluppando quest’ambivalenza, gli artisti portano in scena un corpus di 26 tavole disegnate in cui le
autorialità si intrecciano, sino a confondersi, per lasciare al visitatore il compito di rintracciare le
singole voci nel testo iconografico.

GLI ARTISTI

Le opere realizzate per l’esposizione sono parte di un progetto,
iniziato nel 2019 da Marco Pio Mucci e Matteo Pomati (Un maire en BD. Il Sindaco del Rione Sanità,
2019) presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi: la realizzazione di una graphic novel basata sulla
sceneggiatura originaria della commedia eduardiana. A questa collaborazione si è aggiunta la
partecipazione di Piero Golia.

IL CURATORE

Abbiamo intervistato Francesco Tenaglia e ci siamo fatti raccontare la mostra e il suo sviluppo concettuale.

Ecco l’intervista.

Come nasce il progetto “ Il Sindaco del Rione Sanità”?

Una prima iterazione presso l’Istituto di Cultura Italiana a Parigi seguito a una residenza che Matteo Pomati e Marco Pio Mucci avevano trascorso a Parigi lo scorso anno: sono stato invitato a curare l’appuntamento di Napoli seguendo il desiderio condiviso di leggere la commedia di Eduardo sotto una prospettiva diversa quindi se in Francia i due artisti avevano ricercato un punto di contatto stilistico più immediato—proprio come si trattasse di una graphic novel con due autori—qui hanno mantenuto un’identità individuale più marcata, seppur come diremo, con un espediente che ci ha consentito di tracciare un filo rosso tra i lavori. Altra differenza è la frammentazione della fabula, le scene selezionate che non seguiranno la sequenza temporale della piece, ma saranno allestite secondo criteri puramente formali, inoltre abbiamo scelto di rappresentare in delle opere alcune porzioni del racconto che a teatro si svolgevano fuori scena. Quindi se da un lato abbiamo “smontato” la storia in maniera non lineare, dall’altro abbiamo cercato di immaginare le scene che non sono poi entrate in quello che, nel cinema, si chiamerebbe il “final cut”

Ci racconti la scelta degli artisti?

Come dicevo, il processo è stato inverso, i due artisti hanno scelto me. Per contro, trattandosi – in parte- di un progetto sull’identità e sull’autorialità (Pomati e Mucci si auto-ritraggono nelle vesti di due personaggi della commedia): ho invitato l’artista nato a Napoli e di casa a Los Angeles Piero Golia. La pratica di Golia comprende anche l’iniziativa The Mountain School of Arts la pioneristica istituzione educativa artist-run in California, quindi mi sembrava interessante che collaborasse e, in un certo senso, completasse le opere degli artisti di un’altra generazione, producendo piccoli “inganni” visivi, introducendo dei marchi visivi all’interno di alcuni lavori. Le identità si mescolano e l’autorialità di Golia emerge indirettamente, seguendo una serie di “indizi”.

Eduardo diceva “Non bastano le leggi a fare giustizia, ci vuole buona fede” pensi che la nostra società abbia “buona fede”?

La commedia descrive la complessità della condizione umana in una situazione in cui convivono diversi sistemi di giustizia—uno formale, impersonale che non sempre riesce a garantire l’equanimità di cui è a portatore; l’altro è informale, riesce a tararsi sulle condizioni socio-economiche e sul contesto delle dispute, ma deriva da o conduce inevitabilmente all’illegalità—come pretesto per produrre un geniale affresco sociale e, lateralmente, parlare allo spettatore della fragilità di giudizi morali granitici e—alle istituzioni—della difficoltà di attuare pratiche, pur largamente condivisi, che siano davvero “uguali per tutti” e che ripettino, nel concreto, i principi che le hanno ispirate. La mia posizione, che credo irrilevante nei termini della curatela, è che le cose non siano cambiate drammaticamente dal 1960, se non per le trasformazioni infrastrutturali nei sistemi della comunicazione e informazioni hanno reso più evidente una specie di scollamento tra quella che continuiamo a chiamare politica—l’aspetto spettacolare, sempre più polarizzata in posizioni estreme per ottenere consensi—e la naturalizzazione sostanziale di politiche “neo-liberale”. Sarebbe bene che la “buona fede” fosse iniziata, se non altro, a essere professata: anche per riabituare le menti più giovani che la vita può non essere un’arena di agonismo e predazione.

Quale è il messaggio della mostra?

La mostra è un omaggio e un’elaborazione dell’opera di un autore che, a diverso titolo, tutti gli artisti coinvolti conoscono e amano. La nostra principale preoccupazione non può che essere altra che fare una mostra convincente, nella speranza che il meccanismo con cui proponiamo la storia inviti i visitatori a leggere o guardare personalmente Eduardo per approfondire i messaggi de Il Sindaco del Rione Sanità.

Chi potrebbero essere nella società attuale il Sindaco “Don Antonio Barracano” e “o’ Professore” il Dottor Fabio Della Ragione?

Sarebbe molto, molto complesso trovare due personaggi come Barracano e Della Ragione proprio perché nell’economia della commedia non simboli o allegorie, ma personaggi complessi che hanno ripensamenti e motivazioni complesse, profonde, non rese mai completamente disponibili allo spettatore in modo diretto. Probabilmente, alcuni tratti di entrambi, se combinati esistono nella maggior parte delle persone che, mosse da idealismo, voglio fare del bene usando

IMMAGINI DELLA MOSTRA

INFO

Il Sindaco del Rione Sanità
Piero Golia, Marco Pio Mucci, Matteo Pomati
a cura di Francesco Tenaglia
Palazzo Scarpetta, Napoli | Via Vittoria Colonna 4
26 settembre – 4 dicembre, 2020
Opening: 26 settembre, ore 11.00 – 17.00

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