VICTOR VASARELY. Einstein in the sky with diamonds. Installation view, Mazzoleni London, 2022. Credits: Todd-White Art Photography. Courtesy Mazzoleni, London - Torino

VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds a Londra

Mazzoleni presenta VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds, una selezione di dieci importanti opere del maestro dell’Optical Art e dell’arte cinetica, che coprono quasi la sua intera carriera dagli anni ’50 agli anni ’80.

La mostra presenta alcune delle prime composizioni in cui Vasarely sperimentò l’attivazione della superficie mediante l’uso di piccole unità geometriche ripetute e la vibrante alternanza di bianco e nero, come evidente nel suggestivo Tampico-5 (1953).

Risalenti agli anni Cinquanta, queste opere hanno inventato il linguaggio dell’Op Art. Nel decennio successivo il pittore razionalizzò l’uso di quelle “unità plastiche” distribuendole all’interno di griglie con variazioni di toni e sfumature rigorosamente modulate, come nelle forme scultoree e nei colori contrastanti di Arc Tur (1968). Nella progettazione delle sue opere, Vasarely era solito preparare disegni e modelli preliminari – o “programmazioni” per usare le sue parole – di cui verrà un esempio sarà esposto in galleria. I pattern generano onde luminose che modulano la superficie e si irradiano verso lo spettatore. Le griglie stesse si
deformano e producono depressioni o protuberanze che trasportano la superficie verso una
dimensione superiore.

La mostra è dominata da Einstein-Ker (1976), una grande tela il cui titolo si riferisce al fondatore della teoria della relatività, Albert Einstein. Affascinato dalle scoperte scientifiche del suo tempo, Vasarely cercò di tradurle in “equivalenti plastici”. Il trattamento degli elementi formali non si limita al semplice formalismo, poiché producono fenomeni visivi che si collegano con le manifestazioni invisibili della materia o le “sopra-dimensioni”
dell’universo.
Secondo la sua ricerca, l’alternanza di positivo e negativo nelle composizioni degli anni Cinquanta esprimerebbe visivamente l’ipotesi dell’antimateria e dell’esistenza di universi paralleli. Le unità plastiche sarebbero come i semplici corpi della fisica contemporanea e le loro vibrazioni ottiche andrebbero a trasporre le energie infra-atomiche.
Le deformazioni della griglia equivarrebbero alle distorsioni del continuum spaziotemporale al passaggio dei corpi astronomici. Le composizioni di Vasarely dominano un cielo “einsteiniano”, intendendo il vasto insieme di concezioni sull’universo e sulla materia rivelate dall’astronomia e dalla fisica moderne, e dalla teoria della relatività in particolare.
In occasione della mostra, Mazzoleni pubblicherà un catalogo in cui Arnauld Pierre, cocuratore della retrospettiva Vasarely, Sharing Forms al Centre Pompidou nel 2019, discuterà della poetica scientifica che il pittore ha posto al centro del suo lavoro così come gli ideali universalisti che guidarono la sua pratica.

L’ARTISTA

Victor Vasarely nasce il 9 aprile 1906 a Pécs, in Ungheria. Nel 1927, dopo aver studiato medicina per un paio
d’anni all’università di Budapest, decide di dedicarsi all’arte e nel 1929 si iscrive al Mühely, una scuola fondata da Alexandre Bortnyik seguendo i principi del Bauhaus di Dessau. In questo periodo fa la conoscenza del
Costruttivismo e dell’arte astratta. Lasciata l’Ungheria, nel 1930 si stabilisce a Parigi, dove inizia a lavorare come grafico. Nell’iniziale periodo grafico (1929-1946), l’artista pone le basi della sua ricerca estetica, esplorando tematiche che riprenderà più tardi.
Tra il 1935 e il 1947, riscopre la pittura e, particolarmente influenzato dal Cubismo e dal Surrealismo, si concentra sul ritratto, la natura morta e il paesaggio. Da un soggiorno a Belle–Isle nascono le opere del cosiddetto periodo “Belle-Isle” (1947-1958) che segnano il passaggio all’astrazione attraverso l’impiego di materiali naturali. Del periodo “Denfert” (1951-1958) sono i curiosi disegni ispirati alle pareti della stazione metro di Denfert-Rochereau a Parigi. Seguono il periodo “Cristal-Gordes” (1948-1958), con opere in cui forme dai colori contrastanti si giustappongono, e il periodo “Bianco e Nero” (1950-1965), nel quale l’artista riprende le iniziali ricerche grafiche.
Nel 1955 espone con altri rappresentanti dell’arte cinetica alla Denise René Gallery di Parigi e nello stesso anno
pubblica il suo Manifeste Jaune. Nel 1965 partecipa alla mostra “Responsive Eye” allestita al Museum of Modern Art di New York e dedicata interamente all’Optical Art. Continuando i suoi studi sul movimento e sulla percezione, Vasarely ritorna a disegnare nel cosiddetto periodo “Vonal” (1964-1970), dove riprende temi lineari e grafici del periodo “Bianco e Nero”, aggiungendo però il colore. Dal 1968 ha inizio il periodo “Vega”, dove la deformazione degli elementi della composizione crea l’effetto ottico di rigonfiamento della superficie del dipinto. Nel 1976 crea ad Aix-en-Provence la Fondazione Vasarely, concretizzando così l’idea che l’arte non dovesse essere slegata dal contesto sociale e dall’ambiente che la circonda. L’artista muore a Parigi il 15 marzo 1997 .

INFO

VICTOR VASARELY. Einstein in the Sky with Diamonds
A cura di Arnauld Pierre
Londra, 12 ottobre – 16 dicembre 2022
Mazzoleni, 15 Old Bond Street, W1S 4AX, Londra

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