#leparolechiave: CATERINA GOBBI

Nuovo appuntamento della serie di video interviste intitolata #leparolechiave.

Le parole chiave sono le parole che identificano al meglio il significato del testo in cui sono inserite.
Una sorta di elementi di decodifica, di riconoscimento e di evidenziazione per meglio comprendere un testo, ma anche un pensiero, una idea, un progetto e soprattutto, nel nostro caso, il lavoro di un artista.

Una ricerca attenta per cercare di entrare nell’essenza del percorso creativo di un artista identificando i suoi cardini, le sue linee guida, le sue ispirazioni e le sue prospettive presenti e future.

L’appuntamento odierno è con CATERINA GOBBI e FRANCESCA MAINARDI

LA VIDEO INTERVISTA

ABOUT CATERINA GOBBI

Dopo un’infanzia trascorsa tra le montagne della Valle d’Aosta, Caterina Chiara Gobbi si trasferisce a Milano per studiare design del prodotto. Durante il corso degli studi i suoi interessi si dirigono maggiormente verso un mondo più sperimentale e filosofico. Appena laureata, con un progetto recentemente incluso nella mostra permanente dell’ADI, si trasferisce a Londra, dove il design ha un taglio più artistico ed artigianale.

Decide di specializzarsi nel mondo della scenografia, campo in cui la sperimentazione materica e concettuale è favorita. In Inghilterra collabora con grandi brands quali Burberry e Jaeger, e con numerose riviste come Wallpaper*, AnOther Magazine, ed Esquire. Attualmente vive tra  Londra e Milano,  e lavora sia nel campo della scenografia che in quello delle installazioni  su progetti personali e commissionati.

IN MOSTRA

Il Teatrino di Palazzo Grassi di Venezia esplora un nuovo ambito di attività che si affianca alle proposte culturali dedicate ai linguaggi della contemporaneità che compongono il calendario stagionale, presentando il suo primo progetto espositivo site-specific: Gestus, a cura di Video Sound Art.
Un nuovo format espositivo pensato appositamente per il Teatrino, l’iconico auditorium progettato da Tadao Ando, che si offre come uno spazio aperto alle sperimentazioni artistiche più recenti, con l’obiettivo di dare forma a progetti originali, mai uguali a se stessi, scardinando la tradizionale relazione tra dispositivo espositivo e pubblico.

Gestus è una mostra collettiva concepita come un corpo in continua evoluzione animato da opere video, installazioni, performance degli artisti: Annamaria Ajmone, Ludovica Carbotta, Andrea Di Lorenzo, Caterina Gobbi, Luca Trevisani, Driant Zeneli e Enrique Ramirez, ospite della residenza d’artista della Pinault Collection a Lens e protagonista della mostra in apertura nel 2022 a Le Fresnoy National Contemporary Art organizzata in collaborazione con la Pinault Collection.

Il progetto si ispira alle riflessioni sull’essere corpo avviate dai grandi maestri teatrali di inizio Novecento come Artaud, Copeau, Decroux, Mejerchol’d. Le opere selezionate indagano il linguaggio fisico come attivatore di dinamiche trasformative: spezzare gli automatismi fisici e mentali, scomporre il corpo per poi ricomporlo, dando origine a delle utopie che sovvertono il naturale ordine delle cose.
La mostra così concepita riflette quindi sul movimento del corpo nello spazio, strutturandosi in due atti ciascuno dei quali vede come protagonisti due artisti, affiancati da un coro di performer.

“Gestus I atto: Rifare il corpo” fino al 24 novembre 2021, presenta le opere di Enrique Ramirez e Luca Trevisani, accompagnate dalle performance di Enrique Ramirez (15 ottobre), Caterina Gobbi (16-17 ottobre), Andrea Di Lorenzo (15-16 ottobre). Questo primo atto pone l’accento su pratiche artistiche che frammentano i confini fisici e concettuali del corpo, estendendoli verso altre realtà o forme di vita.

“Gestus II atto: Il montaggio delle azioni” dal 1 dicembre al 15 gennaio 2022, porta in scena le opere di Ludovica Carbotta e Driant Zeneli e le performance di Ludovica Carbotta con Benedetta Barzini (1 dicembre), Annamaria Ajmone (4 dicembre) e Driant Zeneli (15 gennaio). Gli artisti sondano nuove possibilità di stare al mondo e osservano, al di là delle apparenze, le strutture profonde che governano i comportamenti umani. Il secondo atto della mostra riflette sull’utopia intesa come strumento per “aprire” il corpo verso nuovi mondi e concezioni possibili.

WEB & SOCIAL

caterinagobbi.com
videosoundart.com/

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