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The Tilt of Time la collettiva allo IED Firenze

“The Tilt of Time” è il titolo della mostra collettiva presso IED Firenze visitabile fino al 30 novembre.

Il progetto esplora la natura multiforme del tempo attraverso le opere di Giulio Aldinucci, Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa, Chiara Bettazzi, Alessandro Gandolfi, Jacopo Jenna, Namsal Siedlecki.

The Tilt of Time nasce in relazione alla mostra Anish Kapoor. Untrue Unreal a Palazzo Strozzi (7 ottobre 2023-4 febbraio 2024) e segna il terzo anno di collaborazione tra il Master in Curatorial Practice di IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi. Il progetto The Tilt of Time è coordinato da Daria Filardo (IED) e Martino Margheri (Fondazione Palazzo Strozzi) con lo sviluppo curatoriale dalla classe del Master 2022/23: Georgina Anastasi, Victoria Cassone, Hailey Conway, Patricia Hale-Siedler, Sneha Harish Chaturani, Solomiia Hrebeniak-Dubova, Alisa Kanevskiy, Catarina Mel, Emma Miles e Alexandra Skilnick.

La mostra si svolgerà negli spazi di IED Firenze e sarà affiancata da un programma di performance a Palazzo Strozzi negli spazi della Strozzina.

“Il tempo infinito di internet. Il tempo interrotto della pandemia. Indietro nel tempo con la guerra in Ucraina. Il tempo velocizzato dell’intelligenza artificiale. Una serie di eventi storici recenti rende attualissimo il tema del tempo, il quale è sempre correlato a quello dello spazio, come Storia e Geografia. Per questo penso sia importante dedicare gli spazi veri e reali della scuola per dare continuità a Anish Kapoor. Untrue Unreal. La scuola è il luogo dove i giovani danno forma allo spirito del tempo”, sottolinea Danilo Venturi Direttore IED Firenze.

Il tempo nelle sue diverse forme e accezioni, ciclico, eterno, presente, lineare, frammentato, distorto, biologico e personale è stato in ogni epoca territorio di analisi della filosofia, dalla religione, dalla scienza e dall’arte. The Tilt of Time indaga sei traiettorie di ricerca e propone riflessioni che spaziano dalla trasformazione degli oggetti e dei loro significati nel tempo e nella storia, all’attuale ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di immagini e al suo rapporto con le arti visive, fino a toccare le tensioni geopolitiche del nostro presente. La mostra include inoltre il linguaggio della performance e della musica che per loro stessa natura, non solo vivono nel tempo, ma lo organizzano, lo comprimono o lo espandono.
Il catalogo realizzato in collaborazione con Kunstverein Publishing Milano approfondisce il lavoro degli artisti, racconta la creazione dei progetti site-specific per gli spazi di IED Firenze e Palazzo Strozzi e restituisce l’articolazione della ricerca curatoriale con un’apposita sezione.

LA MOSTRA

La mostra presso gli spazi di IED Firenze si apre con un’installazione site-specific di Chiara Bettazzi, che attraverso l’uso di oggetti provenienti dai magazzini dell’istituto, ibridati con gli oggetti evocativi provenienti dal suo studio, genera nuove forme capaci di sottolineare l’incontro tra piani temporali diversi e il senso di transitorietà della materia.
Alla grande installazione che restituisce nuova vita ed equilibri agli oggetti, come una natura morta espansa che ci fa riflettere sul ruolo del tempo, segue il racconto fotografico di Alessandro Gandolfi che presenta immagini selezionate da reportage che ha effettuato in quattro diverse aree del mondo. Le storie raccontano le tensioni geopolitiche del nostro tempo presente e, attraverso le vite degli altri, ci interrogano sulle crisi della nostra società contemporanea.
I lucernari (tunnel solari) che caratterizzano l’architettura del lungo corridoio di IED accolgono un articolato wall-drawing di Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa. I due artisti, affiancati dalla classe del master, hanno trascritto sogni da utilizzare come materia generativa di un processo creativo, dopodiché, sfruttando programmi di intelligenza artificiale (AI), hanno trasformato le narrazioni delle esperienze oniriche in immagini. L‘archivio visivo nato da questo incontro è stato reinterpretato e tradotto in complessi disegni che trovano spazio sulla pelle dell’edificio. Il dialogo fra l’uomo e la tecnologia ci porta in un futuro (già presente) che intreccia tempi, tecniche, suggestioni e visioni da osservare come sinopie di affreschi.
Conclude la mostra la scultura di Namsal Siedlecki, una testa in vetro soffiato che trova la sua genesi nel rapporto con la statuaria del passato, in un passaggio di testimone tra forme e materiali. L’artista ha lavorato con la cavità residua di una scultura in bronzo, grazie al suo intervento la forma negativa custodita dentro la statua bronzea si è liberata ed è diventata il modello per una nuova scultura in vetro, capace di preservare la memoria della volumetria originaria. Posta alla fine del corridoio principale di IED Firenze, la scultura invita gli spettatori a confrontarsi con l’interazione tra passato e presente, e il continuo mutare delle forme.
La mostra si completa con due eventi performativi pensati per gli spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi: sabato 11 novembre (ore 21.30-8.00) lo sleeping concert di Giulio Aldinucci e giovedì 23 novembre (ore 19.00-21.00) la durational performance di Jacopo Jenna.

Giulio Aldinucci, compositore e sound artist, si addentra nel tempo come durata percettiva proponendo uno sleeping concert, una performance dal vivo per tutta la durata della notte. Le sue composizioni elettroacustiche sperimentali accompagneranno i visitatori nella percezione del tempo notturno, onirico, dilatato, meditativo. Nella musica di Aldinucci riverberano le memorie sonore dei luoghi visitati dall’artista, l’uso di campionamenti e field recordings gli permette di creare un ponte immersivo tra la storia e il momento presente.
Il corpo e i suoi movimenti, che scandiscono il tempo e indagano lo spazio, sono l’oggetto di ricerca della performance di Jacopo Jenna. L’artista ha creato un lavoro, una performance di lunga durata, che si confronta con i diversi spazi della Strozzina, dove le azioni eseguite da performer si intrecciano con una composizione musicale discontinua tra le sale, una coreografia di luci e una partitura di azioni per il pubblico. Il ciclo continuo di movimenti, suoni e luci lascia spazio all’intervento del pubblico che può interagire nella costruzione dell’evento. Il tempo diventa un’esperienza partecipata concreta, un’indagine che ognuno di noi può incarnare e misurare.

GLI ARTISTI

Giulio Aldinucci (Siena, 1981) conosciuto per il suo lavoro innovativo nella scena musicale elettroacustica e sperimentale, Aldinucci è affascinato dalla pareidolia acustica. Nelle sue composizioni esplora l’interazione tra suoni naturali e artificiali, evocando ricordi di luoghi lontani e suggestioni visive; l’uso di field recording, sample e la manipolazione del suono attraverso software gli permette di creare paesaggi sonori stratificati e immersivi. Ha all’attivo numerosi album, tra le etichette con cui ha pubblicato i suoi lavori ci sono Karlrecords, 99chants, Home Normal, Time Released Sound, Dronarivm e Nomadic Kids Republic.

Fabrizio Ajello (Palermo, 1973) è un artista il cui lavoro spazia dalla performance all’installazione, dall’arte pubblica alla letteratura. Laureato in Lettere e Filosofia, attualmente insegna presso il Liceo Artistico di Porta Romana a Firenze. Nel 2008 ha co-fondato il progetto di arte pubblica Spazi Docili, che organizza workshop e conferenze presso istituzioni pubbliche e private, mostre e residenze artistiche. La sua pratica abbraccia una pluralità di linguaggi, sempre radicati nella ricerca e nella sperimentazione. Ha esposto a livello internazionale, partecipando a diversi eventi come: Biennale di Berlino 7, Break 2.4 Festival a Lubiana, Slovenia, Synthetic Zero al BronxArtSpace di New York, Moving Sculpture In The Public Realm a Cardiff, Hosted in Athens ad Atene, The Entropy of Art a Wroclaw, Polonia, Manifesta 12, Palermo.

Francesco D’Isa (Firenze, 1980) è laureato in Filosofia e si avvicina all’arte visiva come autodidatta. Nel 2007 dà vita al collettivo internazionale di artisti e porno star “Pornsaints”; partecipa ed organizza come artista e curatore agli eventi del collettivo in Europa e Stati Uniti. Dal 2010 affianca all’attività artistica quella di scrittore, docente di grafica e giornalista culturale. Collabora con quotidiani italiani ed esteri, mentre i suoi fumetti, saggi e romanzi vengono pubblicati da varie case editrici italiane, quali Newton Compton, Effequ, Imprimatur, Nottetempo, Hoepli, Piano B, Tunué. Dal 2015 dirige “L’indiscreto”, rivista edita da Pananti Casa d’aste e Olschki Editore.

Chiara Bettazzi (Prato, 1977) vive e lavora a Prato. Artista e fondatrice dello spazio Ex industriale di via Genova; da anni indaga i linguaggi contemporanei all’interno del paesaggio industriale del territorio pratese. Da sempre interessata a innescare processi di sensibilizzazione e riappropriazione di spazi in abbandono, si dedica costantemente alla sua ricerca artistica, promuovendo l’arte contemporanea e creando numerosi legami con artisti, musicisti e spazi indipendenti del territorio. Il suo lavoro è profondamente legato a una riflessione sull’oggetto d’uso quotidiano rielaborato e rifunzionalizzato. Nel corso della sua carriera ha esposto in numerosi musei e gallerie, tra cui la Fondazione Museo Santa Maria della Scala di Siena, il Museo Galileo, Villa Romana e Murate Art District di Firenze, Villa Rospigliosi di Prato e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Alessandro Gandolfi (Parma, 1970) è un fotoreporter da oltre due decenni. Dopo essersi laureato in filosofia a Parma e avere frequentato la Scuola di Giornalismo IFG a Urbino, ha iniziato a lavorare come giornalista per La Repubblica. Co-fondatore dell’agenzia Parallelozero, interessato a raccontare i piccoli e grandi mutamenti della società, i suoi reportage sono apparsi sulle testate di tutto il mondo ed esposti in varie mostre e festival fotografici. Ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali, fra i quali il Sony World Photography Award (per il progetto Immortality, Inc.), due NPPA – Best of Photojournalism (per Gas Chamber Delhi e Agroclimatic Grand Tour) e un POY – Pictures of the Year (per il reportage Smelling the world).

Jacopo Jenna (Firenze, 1980) è un coreografo, performer e filmmaker. La sua ricerca indaga il corpo in relazione al movimento, attraverso un dialogo che investe la danza, la coreografia e il video generando diversi contesti performativi. Laureato in Sociologia, sviluppa i suoi studi nella danza presso Codarts (Rotterdam Dance Academy). Si occupa di formazione e percorsi educativi per varie fasce di età̀ elaborando nuove strategie di relazione con l’arte performativa. Ha collaborato in Europa con compagnie stabili, progetti di ricerca coreografica e vari artisti tra cui Jacopo Miliani, Caterina Barbieri, Roberto Fassone, Ramona Caia, Bassam Abou Diab, Alberto Ricca Bienoise. Il suo lavoro è prodotto e supportato da spazioK/Kinkaleri, ha presentato i suoi progetti presso festival ed istituzioni internazionali tra i quali Centrale Fies, Dro; La Democrazia del Corpo, Firenze; MART, Rovereto; Contemporanea Festival, Prato; Pépinières européennes pour jeunes artistes/Jeune Création-Vidéo Cinéma, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Fabbrica Europa, Firenze; CROSS award, Danae Festival, Milano; Short Theatre, Roma; Dansem, Marsiglia; Bipod Festival, Beirut; Palazzo Grassi Punta della Dogana, Venezia; Do Disturb – Palais de Tokyo, Parigi.

Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, attualmente vive e lavora a Seggiano (GR). La sua ricerca artistica è incentrata sul linguaggio della scultura e la sperimentazione con processi di manipolazione della materia in un costante interesse per la vita delle forme. È Cy Twombly Italian Affiliated Fellow in Visual Arts dell’American Academy a Roma; ha vinto il premio Cairo nel 2019. Il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni tra cui: MAXXI, Roma; Gamec, Bergamo; Palazzo Reale, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; American Academy in Rome, Roma; Villa Medici, Roma; Museo 900, Firenze; Magazzino Italian Art, New York; 6th Moscow International Biennale, Mosca; Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia; Musèe Bargoin, Clermont-Ferrand; Galeria Boavista, Lisbona; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Villa Romana, Firenze; Magazzino, Roma; ChertLüdde, Berlino; Frankfurt am Main, Berlino; Galeria Madragoa, Lisbona; Cripta747, Torino.

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INFO

THE TILT OF TIME
Fino al 30 novembre 2023
IED Firenze, via Bufalini 6R
Orario: lunedì-venerdì, 9.00-18:00, ingresso libero (chiusa mercoledì 1° novembre)

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