MIRROR MIRROR di Emily Marie Miller alla UNITLONDON di Londra

«Specchio, servo delle mie brame: chi è la più bella del reame?
“Bella, tu sei bella oh mia Regina. Ma attenta, al mondo una fanciulla c’è vestita sol di stracci poverina, ma ahimè assai più bella di te”
“Guai a lei! Dimmi il suo nome!”
“Ha la bocca di rosse e ebano i capelli come neve è bianca”

Così indagava la Regina cattiva di Biancaneve il suo specchio profetico.

Sebbene universalmente noto, questo dialogo ha una particolare pertinenza per Emily Marie Miller. Essendo cresciuta guardando i film Disney l’artista americana è ora interessata a una riflessione più profonda sul film e una sua rivisitazione. Ci sono diverse ragioni per cui l’arbitro della bellezza in questo regno fantastico è uno specchio: è un oggetto che non solo riflette la persona di fronte ad esso, ma riflette l’interno del soggetto con tutti i suoi difetti e le sue ansie.

L’analisi dello specchio diventa il centro della mostra di Emily Marie Miller “Miror Miror” in programma dal 2 settembre alla Unit London di Londra.

Lo specchio diventa un veicolo per l’auto-riflessione oltre che per la riflessione fisica; riflette anche gli atteggiamenti più ampi della società e delinea le nozioni di bellezza del XX secolo: le labbra rosse, i capelli neri e la pelle chiara si scontrano tutti secondo criteri abbastanza rigidi.

Lo specchio in Biancaneve ha uno scopo triplice: trasmettere o riflettere la bellezza di Biancaneve alla regina, riflettere la rabbia della regina e riflettere un concetto pervasivo di bellezza.
È quest’ultima funzione che preoccupa la Miller e alimenta le sue considerazioni sul concetto di specchio nella cultura contemporanea.
La Miller vede lo specchio come un simbolo di ansia sociale e di uniformità intorno all’immagine. È interessata al fatto che, mentre le persone conversano, tendono a rispecchiare i movimenti e le espressioni l’una dell’altra, obbedendo a ritmi inconsci che si affezionano l’una all’altra. In altre parole: ci piace essere simili, perché è un sentimento simile all’accettazione.

Questo è qualcosa che si riflette sui social media: gli influencer di Instagram seguono una formula, imitando a vicenda le pose e le espressioni facciali, mentre una piattaforma come TikTok fa molto affidamento su tendenze comportamentali e musicali che vengono poi riprodotte all’infinito.

La Miller traccia un parallelo tra questa echo camera digitale e il processo della pittura a olio: la sua pratica inizia con la fotografia, che di per sé è una serie di riflessi e rifrazioni della luce per creare un’immagine; poi quell’immagine viene riprodotta su tela dove verrà fotografata per poi moltiplicarsi nuovamente. Il processo di creazione di arte attraverso la fotografia, molto simile al processo di creazione di arte più in generale, riguarda la riflessione.

BIO

Emily Marie Miller (nata nel 1991, St Petersburg, Florida), ha studiato scultura all’Università della Florida, diplomandosi nel 2013. Dopo la laurea, LA Miller è passata immediatamente alla pittura, usando il proprio corpo come un modello. Le figure rispecchiano le pose sociali contemporanee e tradizionali dell’ideale femminile: qualcosa evidenziato dalle viste posteriori di un derrière sensuale. Queste composizioni noir fanno eco a una performance, sono come un evento surreale che si svolge davanti allo spettatore. La Miller si è trasferito a New York nel 2015 e, nell’estate del 2018.

INFO

Emily Marie Miller ‘Mirror Mirror’
Dal 02 al 29 settembre 2020
Unit London
3 Hanover Square, London (UK)

HESTETIKA ART Next Generation

Altre storie
BAROCCO ELETTRONICO (Elena Rivoltini) e VEGA alla Triennale Estate a Milano