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Intervista – FABIO VIALE: il contrasto più è forte e più emoziona

Fino al 1° settembre sarà possibile ammirare, alla Porta di Milano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa, i marmi tatuati dello scultore Fabio Viale nell’esposizione “MONUMENTUM” a cura di Matteo Pacini.

Una mostra unica in una location d’eccezione, che racconta l’arte di Viale.
Con “MONUMENTUM” Viale riflette sulla testimonianza di un passato che arriva nel nostro presente, per stimolare interrogativi sul concetto di monumento come opera creata per commemorare e rendere immortali personaggi o eventi, e trasmetterne la memoria alle generazioni future.

Il monumento detiene, infatti, un potente valore simbolico, non tanto per il valore artistico dell’opera in sé, ma per la sua portata storica, sociale e culturale, dato che si propone come rappresentazione di una memoria collettiva, di un’ideologia, di un’identità, per questo fra i primi obiettivi da distruggere da parte degli avversari in caso di rivolte e conflitti.

Proprio per immergersi meglio nella sua visione creativa l’abbiamo incontrato.

Con MONUMENTUM amplifichi il valore simbolico del monumento, aumentandone la portata storica, sociale e culturale. Com’è nata l’idea di questa mostra e come si inserisce nel “non spazio” dell’Aeroporto milanese?

Generalmente immagino le opere in spazi neutri, tipo gallerie o musei, ‘non luoghi’, magari bianchi, asettici, in modo che lo spettatore abbia la possibilità di entrare in una sorta di ‘stargate’: un po’ come entrare in chiesa. Spesso per l’arte c’è bisogno di un atto di fede.
L’aeroporto è esattamente l’opposto.

Come dialogano nelle tue opere passato e presente, marmo e tatuaggi, scultura classica e body painting?

Lo fanno utilizzando il contrasto: più è forte e più emoziona.

Qual è stata l’idea e la concettualità della scelta delle diverse opere in mostra?

Non è una questione di idea, ma semplicemente di messa in scena delle opere fatte fino ad oggi, dal grande potere attrattivo, molto instagrammabili e soprattutto di forte impatto simbolico. Sono sculture che hanno un’eco che affonda nell’antichità e nelle nostre radici, così come i tatuaggi su di esse rappresentati.

Quali saranno i tuoi nuovi orizzonti artistici e le tue sfide scultoree?

In questi giorni sto finendo il mio nuovo studio, è circa un anno che ci lavoro e sono certo che mi darà la possibilità di lavorare sulla scultura come mai fatto prima. A volte trovare gli attrezzi giusti permette di fare capolavori.

Di recente, in un’intervista, Emilio Isgrò ha detto che “Se non sei omologato, non arrivi, non ti considerano. Alcuni artisti sono altamente quotati per motivi ignoti; c’è tanta apparenza, poca ricerca e poca sostanza”. Cosa ne pensi di questa affermazione?

Credo che di fronte alla quotazione di un artista ci sia poco da discutere, se qualcuno è disposto a pagarlo tanto vuol dire che vale quel denaro anche se questo a volte va in contrasto con le proprie idee o sentimenti. Il denaro è qualcosa di oggettivo, il gusto è qualcosa di personale.

La scultura per te è una pratica quotidiana, che assume un valore artistico quando prende forma la materia. Pensi che anche la scultura possa essere contaminata dall’avvento delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale?

Certo. Sono anni che utilizzo nel modo più razionale e conveniente ogni strumento tecnologico.

Ma ahimè vedo molto lontano il disfacimento della pratica manuale, anzi, quello che noto è esattamente l’opposto e ciò che mi colpisce e che questo processo di ritorno alle mani è qualcosa che è cresciuto negli anni con la stessa proporzione e velocità di quello tecnologico.

Cosa c’è dietro al marmo? E dietro ai tatuaggi?

Dietro al marmo un sacco di ingegno, sudore e sangue.
Pochi si rendono conto della fatica, delle energie e dei continui problemi da affrontare che questa materia impone. La scultura è qualcosa che non si può fare per passione, deve essere un’ossessione.
Il tatuaggio è molto diverso, personalmente non ne ho, li ho sempre visti come una decorazione.
A volte penso a quel giorno, lontano certamente, in cui i miei marmi forse torneranno bianchi…

Ultima mostra vista?

Doris Salcedo alla fondazione Beyeler a Basilea, vedere quelle opere vicino a quelle di Basquiat fa pensare…

Se fossi il direttore di un magazine d’arte, chi metteresti in copertina?

Seguo su TikTok due pastori (quelli veri, con le mucche e le capre…) che fanno le lezioni di dialetto tra un pascolo ed un formaggio. L’arte, se hai un magazine, la trovi tutta lì…

L’ARTISTA

Fabio Viale (Cuneo, 1975) è uno scultore che ha saputo imporsi sulla scena internazionale con delle opere in marmo così coinvolgenti da divenire eventi. Nel 2002 realizza Ahgalla, una barca di marmo in grado di galleggiare, ma anche di trasportare persone con l’ausilio di un motore fuoribordo; viene varata a Carrara, Torino, Roma, Milano, Venezia, San Pietroburgo e Mosca. Numerosissime le mostre in Italia e all’estero curate dai più accreditati critici d’arte, nelle più importanti gallerie, fiere e musei d’arte contemporanea, da New York a Basilea, da Miami a Londra; tra queste la personale del 2009 dedicata dal Loft Project Etagi di San Pietroburgo che ha registrato oltre 30.000 visitatori. Artista di interesse per numerose e importanti collezioni private e pubbliche, come il Museo del Novecento di Milano, nel 2010 realizza Cavour, un monumento a Camillo Benso Conte di Cavour per il Quirinale a Roma. Nel 2014 vince il prestigioso Premio Cairo e nel 2016, grazie alla collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, è il primo artista a esporre due sculture di arte contemporanea nella Basilica di San Lorenzo a Firenze. Nel 2017 viene premiato al 52° Premio Internazionale “Le Muse” e partecipa alla 58^ Biennale di Venezia. È del 2021 la mostra di grande successo In Between presso Palazzo Reale a Torino e, in concomitanza, partecipa alla collettiva Canova tra innocenza e peccato curata da Vittorio presso il MART di Rovereto. È del 2022 Aurum, esposizione che racchiude più di 40 opere suddivise in quattro spazi espositivi sparsi nel centro storico di Arezzo e che ripercorre le tappe di tutta la sua produzione, dai primi lavori con la carta e i copertoni, alle ultime opere con gli intarsi d’oro.

INFO

FABIO VIALE. MONUMENTUM
Ideazione e a cura di Matteo Pacini | PACMAT Art in progress
Fino all’ 1° settembre 2023
Sede Aeroporto di Milano Malpensa – Terminal 1, Porta di Milano

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