La Galleria Susanna Orlando ospita a Pietrasanta il progetto BROKEN, personale site-specific dell’artista Patricia Fraser.
Di origine latinoamericana, Fraser vive e lavora in Italia, dove ha costruito una poetica materica e concettuale che trova nell’argilla e nel bronzo il suo doppio respiro: organico e minerale, fragile e durevole, imperfetto e definitivo.
Le sculture che compongono BROKEN nascono dalla modellazione dell’argilla, materia effimera e sensibile, per poi essere trasfigurate nella solidità del bronzo. È qui che avviene il passaggio chiave: la precarietà si fa permanenza, la leggerezza si tramuta in peso, la forma in gesto. Il bronzo, con le sue patine cangianti, conserva però le tracce dell’origine, le lacerazioni della terra, le crepe, le cavità, le imperfezioni. Ogni superficie, lungi dall’essere levigata, accoglie la memoria dell’errore, la tensione del fallimento, la possibilità dell’incompiutezza.
Fraser lavora per sintesi, riducendo il linguaggio scultoreo a elementi essenziali, a forme archetipiche, talvolta prossime all’astrazione, altre volte cariche di una simbolicità silenziosa. Opere come Tongues o Balls and Chain (entrambe del 2021) suggeriscono narratività senza mai dichiararla, invitando lo spettatore a interrogarsi sulle tensioni interne del corpo, della materia, della storia. Ogni frammento, ogni elemento, può essere ricombinato. Nulla è fisso, tutto è interpretabile. Lo spazio espositivo non è solo cornice, ma parte integrante dell’opera: parete e pavimento diventano piani di lettura, supporti vivi di un racconto che cambia a seconda dello sguardo e della luce.
E proprio la luce, con le ombre che proietta e i riflessi che genera, assume un ruolo drammaturgico. Le sculture non si limitano a occupare lo spazio, ma lo trasformano: le ombre diventano prolungamenti dell’opera, tracce effimere e mutevoli che contribuiscono alla narrazione. È in questa dinamica tra presenza e assenza, tra forma e proiezione, che Fraser trova la chiave di una scultura che è anche installazione, gesto, scrittura.
BROKEN non è una dichiarazione di rovina, ma un atto di apertura. Le opere, apparentemente spezzate, accolgono il frammento come possibilità. Il non-finito non è mancanza, ma spazio di libertà. Il bronzo non sigilla, ma racconta. E lo spettatore – invitato a leggere, interpretare, immaginare – diventa parte attiva di un processo poetico che si compie nella relazione.
L’artista
Patricia Fraser è nata a San Juan (P.R.) da una famiglia di creativi con il padre industrial designer e la madre vetraia. Dopo aver trascorso l’infanzia a Puerto Rico, si trasferisce negli Stati Uniti e in seguito in Europa. Il percorso creativo di Patricia è iniziato con un background nella danza classica e nella musica, coltivando la sua precoce sensibilità per il ritmo, la forma e l’espressione. Nel tempo questa base si è arricchita fino ad arrivare ad un lavoro di caratura intimista che si concentra sul suo conscio ed inconscio assumendo un carattere sospeso tra il reale e la memoria. Nel corso della sua carriera, Patricia ha partecipato a numerose mostre internazionali, tra cui eventi a Milano, Berlino, Torino e Art Basel. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, come la selezione per il manifesto del Padiglione Italia a EXPO Milano nel 2015 e la vittoria del Premio Carlo Bonatto Minella nel 2017. Ha inoltre creato installazioni pubbliche e ricevuto prestigiosi premi, tra cui il Premio Celeste per la videoarte nel 2014 e la selezione per un’installazione di land art al Festival Internazionale degli Impianti di Trattamento delle Acque nel 2019. Collabora con istituzioni e fondazioni, sviluppando progetti che esplorano l’intersezione tra arte e consapevolezza sociale.
Attualmente vive e lavora tra la Svizzera e l’Italia, mantenendo tuttavia un profondo legame con le diverse culture che hanno plasmato la sua identità.
Info
BROKEN
Sculptures as traces: between matter, space and reflections
Progetto site-specific di Patricia Fraser
Galleria Susanna Orlando
Via Garibaldi 30, Pietrasanta LU
Fino al 2 giugno 2025
www.galleriasusannaorlando.it
