A boy walks out of the sea while removing oil spilled on Itapuama beach located in the city of Cabo de Santo Agostinho, Pernambuco state, Brazil, on October 21, 2019. Large blobs of oil staining more than 130 beaches in northeastern Brazil began appearing in early September and have now turned up along a 2,000km stretch of the Atlantic coastline. The source of the patches remain a mystery despite President Jair Bolsonaro's assertions they came from outside the country and were possibly the work of criminals. (Photo by LEO MALAFAIA / AFP)

Non c’è più tempo L’emergenza climatica nelle immagini dell’Agence France-Presse al Forte di Bard

Acqua, Terra, Aria, Fuoco: evoca i quattro elementi, per comprendere meglio lo stato di salute del nostro Pianeta, la mostra Non c’è più tempo promossa da Forte di Bard e Agence France-Presse (AFP) allestita nelle sale dell’Opera Mortai della fortezza, dal 29 marzo al 21 luglio 2024.

Un progetto espositivo inedito, curato da Pierre Fernandez, che non vuole limitarsi a presentare un’istantanea sulle diverse emergenze climatiche mondiali ma a promuovere una vera e propria azione di sensibilizzazione su tematiche non più rinviabili e che coinvolgono tutti, con un focus che analizza e documenta per la prima volta il fenomeno dei migranti climatici. «Il titolo non evoca una situazione ineluttabile, anzi vuole ricordare che l’emergenza climatica è una situazione in evoluzione, che può essere governata; l’obiettivo per la nostra istituzione è porre l’attenzione per richiamare ognuno di noi alle proprie responsabilità di fronte alle sorti del Pianeta, il suo futuro è nelle nostre mani: a noi la scelta» spiega la Presidente del Forte di Bard, Ornella Badery.

LE IMMAGINI

Le oltre 80 immagini selezionate dagli archivi AFP sono suddivise in quattro tematiche, una per elemento, integrate da una sezione video che racconta come l’emergenza climatica influisca sempre maggiormente sui flussi migratori odierni, supportata da cifre fornite dal Global Report on Internal Displacement 2023 e dal Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana.

I 450 fotoreporter dell’AFP attraversano instancabilmente le regioni colpite dal riscaldamento globale con la sua processione di sconvolgimenti in tutto il mondo. L’immagine scelta per la campagna di comunicazione – che sarà avviata in parallelo al lancio della mostra – è diventata un emblema dell’emergenza climatica globale; lo scatto ritrae un adolescente, Everton Miguel dos Anjos, che emerge dalle acque nerastre della spiaggia di Itapuama, a Cabo de Santo Agostinho, contaminate da una fuoriuscita di petrolio che ha devastato circa 2.000 km della costa brasiliana, in particolare la regione di Abrolhos, santuario delle megattere e habitat di formazioni coralline uniche al mondo.

«Le conseguenze causate dalle attività umane – spiega il curatore, Pierre Fernandez – non appartengono più al futuro e non sono prerogativa solo di alcuni ma coinvolgono tutti, in modo sempre più repentino: siccità, inondazioni, ondate di caldo, incendi, insicurezza alimentare, carenza idrica, malattie, innalzamento del livello delle acque. L’acqua è diventata scarsa e la siccità colpisce un numero crescente di Paesi. L’innalzamento del livello del mare è un fenomeno che vedrà crescere il numero dei rifugiati climatici. E l’acqua è diventata un bene prezioso, motivo di tensioni e conflitti. Il 2024 potrebbe battere il record di calore stabilito lo scorso anno. La temperatura della superficie terrestre è destinata ad aumentare di 2,7°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale. Si prevede che questo livello spingerà più di due miliardi di persone fuori dalla zona di comfort climatico che ha permesso all’umanità di prosperare per millenni, secondo uno studio pubblicato su ‘Nature Sustainability’».

Ma l’umanità ha ancora la possibilità di evitare il peggio e di assicurarsi un futuro vivibile trasformando radicalmente l’economia, disintossicandosi rapidamente dai combustibili fossili, sottolineano gli esperti delle Nazioni Unite. Lo farà? La COP28, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi alla fine del 2023 a Dubai, ha adottato un compromesso che apre la strada al graduale abbandono dei combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento globale, una decisione accolta con favore da molti leader ma che ha lasciato i climatologi piuttosto scettici.

INFO

Non c’è più tempo
Un progetto
Forte di Bard – Agence France-Press
Dal 29 marzo al 21 luglio 2024
Forte di Bard. Valle d’Aosta.

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