Melissa McGill oltre ad essere artista, ricercatrice e altre mille cose è anche una canottiera. Una sua grande passione quella di vogare sulle acque del freddo Hudson a New York, così come quella di remare nella Laguna di Venezia.
Fare canottaggio ti fa conoscere la musica dell’acqua. I colpi di remo che attraversano il flusso lento del fiume sono quasi come un metronomo che detta il ritmo all’avvolgente e riservato suono dell’acqua.
Melissa ha imparato ad ascoltare il fiume e ha iniziato a conversare con lui con le sue opere d’arte.
In “Eridanus: The River Constellation”, presentata alla Galleria Mazzoleni a Torino, Melissa costruisce un viaggio tra il tangibile e l’etereo, un percorso artistico che abbraccia il tempo – dal 1998 al 2024 – per raccontare una relazione intima con l’acqua, per la quale il fiume Po diventa simbolo e testimone.
L’artista risponde a un invito profondo, un richiamo dalle acque che attraversano i secoli rivelano storie sepolte e memorie viventi. È il Po, il “fiume perenne”, a guidarla in un pellegrinaggio creativo, dove l’arte diviene eco, e la natura si fa memoria viva.
Il progetto di Melissa– visionario, comunitario e spirituale – prende vita dalle rive di un fiume italiano che si snoda per secoli attraverso la storia e la geografia, e che ora diventa protagonista di una nuova narrazione.
Melissa vive sul fiume a New York, sulle rive dell’Hudson, ma è proprio il Po, con le sue pieghe, le sue correnti, i suoi affluenti, la sua linfa vitale e le sue storie, a risvegliare la sua curiosità.
L’abbiamo incontrata all’interno della sua mostra e ci siamo fatti raccontare il flusso creativo della sua arte.
LA COVER
L’INTERVISTA
Tutto questo mio processo creativo è iniziato due anni e mezzo fa, quando il direttore di Mazzoleni mi ha mandato una foto di un tratto del Po in secca.
Lui sapeva che io avevo questo rapporto particolare con la Laguna di Venezia e con l’acqua in generale. Quando ho visto l’immagine del fiume in secca, desolato e senz’acqua, sono rimasta colpita.
Ho subito iniziato a fare ricerche e, quando ho scoperto che la sorgente non era lontana da Torino, ho deciso che dovevo vederla di persona”.
Da questo incontro con la sorgente del Po, simbolo e testimone dell’incontro tra la storia e il presente, Melissa si confronta con un nuovo linguaggio.
La mia idea era quella di seguire il flusso del Po, la sua storia, la sua grande importanza, dal suo Delta a Comacchio fino a dove nasceva. Quando sono andata per la prima volta alla sorgente sul Monviso mi hanno regalato delle mappe del fiume apribili e ripiegate in un piccolo formato tascabile. Le mappe erano ricche di linguaggio umano: segni, indicazioni, misure, confini, strade, nomi, territori. Ma quando sono stata alla fonte, in mezzo alla natura, ho percepito il linguaggio d’acqua. Si sente l’acqua dappertutto e si capisce che tutto il territorio è formato dall’acqua che scorre ovunque, dalle montagne fino alle pianure.
Sul luogo ho trovato anche dei sassi che mi hanno affascinato per i loro colori. Facendo delle ricerche ho scoperto che queste pietre sono la crosta antica del mare che è risalita fino alle montagne.
Per Melissa l’acqua non è semplicemente un elemento naturale ma un’eco vivente, con storie e memorie.
Queste opere, in cui la materia sembra parlare da sé, sono conversazioni tra umano e natura.
La mappa è l’inizio di un processo poetico, e ogni lavoro è un invito a riconoscere l’acqua come parte di un ciclo cosmico più vasto, uno spazio di continuità tra la Terra e il cielo.
La mappa è diventata un punto di partenza per creare nuove opere in cui il Po e l’acqua in generale comunicano direttamente con chi le osserva”.
Le sue opere, delicate, poetiche e intrise di blu, verdi e sfumature di terre antiche, portano impressi i segni della natura. I materiali che usa non sono casuali: l’indaco richiama i riflessi del fiume, la clorofilla evoca le tonalità della vegetazione lungo le rive e il latte di soia creato da lei stessa, che fissa i colori alla carta, lascia tracce sottili e organiche, in perfetta armonia con il progetto.
Il fiume rappresenta per Melissa un viaggio spirituale:
Mentre creavo queste mappe, ho capito che in realtà stavo costruendo una conversazione concreta tra l’acqua e le stelle.”
Il nome “Eridanus” svela la dimensione mitologica di questa opera: è il nome antico del Po, e anche quello di una costellazione. Per Melissa, questa scoperta è una rivelazione – il fiume non è solo una via d’acqua ma un percorso di luce, che fluisce verso l’infinito. Come una costellazione, il Po innalza lo sguardo al cielo, attraversando non solo la terra ma l’universo intero, memoria celeste di una connessione tra l’umano e il divino.
Melissa descrive le sue opere come narrazioni vive, che mutano con il tempo e i materiali.
Quando lavoro con l’acqua e i pigmenti, sono i materiali stessi a guidare la creazione, quasi come se avessero una volontà propria. L’opera finale è sempre una sorpresa”.
Nel suo lavoro, ogni pennellata diventa un canto rituale, ogni pigmento si trasforma in un segno del tempo. Le opere si modellano da sole, sorprese da un’essenza che sfugge alla programmazione umana e si evolve, vive. Così, attraverso il suo dialogo tra l’acqua e le stelle, l’artista dà voce a ciò che è eterno, invitandoci a esplorare il mondo con occhi nuovi.
Con le sue installazioni e mappe, Melissa McGill ci invita a esplorare un modo diverso di navigare nel mondo, dove la creatività e il rispetto per l’ambiente convivono armoniosamente. In un’epoca in cui i fiumi rischiano di prosciugarsi sotto l’effetto del cambiamento climatico, l’opera di Melissa è anche un monito e un atto d’amore verso la natura, ricordandoci che l’acqua non è solo un elemento essenziale per la vita, ma anche una voce da ascoltare e da preservare.
IL CATALOGO
La mostra è accompagnata dall’omonimo volume Eridanus: The River Constellation. La pubblicazione, progettata dallo studio newyorkese Waterhouse Cifuentes, raccoglie il saggio di Kathryn Weir dedicato all’attività dell’artista, insieme ad una ricca conversazione sulla sua pratica artistica e di ricerca; e quello del direttore dell’Archivio di Stato di Torino Stefano Benedetto, che coniuga il lavoro di conservazione degli Archivi Storici con la contemporaneità della ricerca di McGill. La voce narrante dell’artista racconta in prima persona la genesi, le emozioni e il dietro le quinte della ricerca in progress dedicata all’acqua e al cosmo, presentata al pubblico per la prima volta nella mostra di Torino.
L’ARTISTA
Melissa McGill è un’artista, attivista e narratrice di storie legate all’acqua.
È nota per i suoi progetti artistici pubblici collaborativi e ambiziosi, specifici per il sito, gli interventi creativi e una vivace pratica in studio. I suoi progetti sono esperienze immersive specifiche per il sito che esplorano conversazioni sfumate tra terra, acqua, tradizioni sostenibili e l’interconnessione di tutti gli esseri viventi. Al centro del suo lavoro c’è un focus sulla comunità, esperienze condivise significative e un impatto positivo duraturo. Attraversando una varietà di media tra cui performance, fotografia, pittura, disegno, scultura, suono, luce, video e installazione immersiva, McGill ha presentato sia progetti indipendenti che mostre personali a livello nazionale e internazionale dal 1991. Vive a Lenapehoking (Beacon, New York).
I suoi progetti recenti includono Red Regatta (2019), un progetto di arte pubblica indipendente che ha attivato la laguna e i canali di Venezia con quattro regate su larga scala senza precedenti di tradizionali barche a vela al terzo issate con vele rosse dipinte a mano, presentate in collaborazione con l’Associazione Vela al Terzo Venezia, co-organizzate da Magazzino Italian Art. In the Waves (2021) è stata una serie di performance collaborative presentate da Art&Newport che si sono spostate sul paesaggio di Newport, Rhode Island, evocando l’urgenza dell’innalzamento dei livelli del mare e di un clima in rapido cambiamento con un gruppo di membri della comunità locale. L’artista ha invitato i membri della comunità locale a unirsi al gruppo di questa opera d’arte pubblica inclusiva basata sul movimento per creare un’esperienza significativa condivisa su questi temi ambientali. Il suo progetto di land art, Constellation (2015-2017), installato su un’isola nel fiume Hudson, si è illuminato ogni notte creando una nuova costellazione che ha trasformato le rovine del Bannerman Castle. Espone le sue opere a livello nazionale e internazionale dal 1991 e altri progetti recenti includono Canaletto e Melissa McGill: Performance e Panorama, 2022, The Lightbox, Regno Unito; Palmas , 2014, Manitoga, Garrison, New York; The Campi , 2018, Venezia, Italia, così come mostre personali presso la Missione permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, New York organizzate da Magazzino Italian Art ; Mazzoleni Londra-Torino; TOTAH, New York; White Cube, Londra; Power House, Memphis; Palazzo Capello, Venezia; e CRG Gallery, New York. Si è laureata alla Rhode Island School of Design. Melissa McGill è una beneficiaria del National Endowment of the Arts ArtWorks Grant.
https://www.melissamcgillartist.com/
EXHIBITION VIEW
INFO
MELISSA MCGILL. ERIDANUS: THE RIVER CONSTELLATION
Fino all’ 8 febbraio 2025
Mazzoleni, Piazza Solferino, 2 – 10121 Torino