Marco Craig, artista fotografo, ha presentato l’anteprima del suo nuovo progetto “Fossili dell’Antropocene” alla recente edizione del Mia Photo Fair di Milano, fiera dedicata alla fotografia d’arte.
Il suo è un interessante lavoro di ricerca di oggetti iconici legati al mondo del lusso con una personale visione di trasformazione fino a renderli fossili come testimonianza ai posteri del nostro tempo. Un progetto che sa raccontare anche, con grande eleganza, come l’uomo stia intervenendo in maniera radicale sul cambiamento del clima e delle condizioni di vita del nostro Pianeta.
“Fossili dell’Antropocene” a settembre si trasferirà ad Amsterdam all’Unseen, fiera dedicata alla fotografia internazionale.
L’INTERVISTA
- Come nasce il progetto “Fossili dell’Antropocene”?
Nasce dalla volontà di proseguire un percorso artistico legato alla memoria, in linea con il mio precedente lavoro “Witness 1:1”.
Racconto, attraverso oggetti della moda le memorie che hanno vissuto, mettendo in scena quello che potrebbe rimanere conservato di questi oggetti iconici in un ipotetico futuro lontano. Cosa stiamo lasciando e cosa potrebbe essere ritrovato da uno studioso? La mia rappresentazione è l’ipotesi immaginaria di un possibile fossile scoperto tra migliaia di anni nel segmento di studio di quello che per noi oggi è lusso. Da qui è partita tutta la mia ricerca”.
- Come si arriva a queste trasformazioni?
Seguendo una logica narrativa del progetto. Anche se non in maniera segmentata, ogni oggetto ha subìto una trasformazione legata a un diverso evento climatico terrestre. Ogni opera, infatti, parte dall’idea dell’intervento sull’oggetto stesso di fenomeni naturali connessi all’epoca che stiamo vivendo come eruzioni vulcaniche, siccità, inquinamento e altri eventi strettamente legati agli interventi dell’uomo dell’Antropocene che stanno interferendo nel cambiamento del nostro Pianeta.
Attraverso le mie manipolazioni che hanno portato a un’ipotetica fossilizzazione, restituisco loro una nuova vita. L’oggetto in sé non è più utilizzabile nella sua funzione originaria, ma in quanto fossile viene fissato nella storia come icona, simbolo del lusso.
Nel passaggio di trasformazione non c’è violenza, il mio non è un gesto di protesta.
Mi piacerebbe che questo lavoro lasciasse anche una domanda aperta a chi avrà piacere di conoscerlo meglio sull’analisi di cosa stiamo facendo e come stiamo intervenendo sul Pianeta”.
- L’opera è il ritrovamento finale?
L’opera è la visione ingigantita del diario di viaggio del mio ricercatore del futuro che però ancora non conosce la natura e l’uso di quegli oggetti, ma annota i suoi pensieri a volte legati al luogo del ritrovamento, altre volte alla personale lettura antropologica dell’oggetto stesso.
La scelta di stampare in grande formato sta proprio nel raccontare, nel rendere iconico e voler magnificare l’oggetto esaltandolo rispetto alla sua dimensione reale. Tutti gli oggetti vengono ritratti in pianta su un fondo di legno dipinto a mano. Successivamente, realizzate le grandi stampe, intervengo manualmente inserendo appunti scritti a mano proprio come su un diario di viaggio. La stampa viene contaminata con interventi grafici e scritte che raccontano del loro ritrovamento.
Il punto di vista dello spettatore riprende la visione dell’agenda di uno studioso che attraversa il mondo e ferma la sua attenzione su oggetti legati al lusso nell’epoca dell’Antropocene.
La storia di ogni singolo oggetto potrebbe essere ancora tutta da scrivere perché non si tratta dell’oggetto inserito in un museo, ma della scoperta della memoria di quell’oggetto stesso”.
L’ARTISTA
Marco Craig, è nato a Milano nel 1970. Vive e lavora a Milano, Italia.
È fotografo professionista e giornalista freelance dal 1990. È figlio dell’attore teatrale Mimmo Craig.
Dopo una lunga collaborazione con il prestigioso Studio Ballo&Ballo, la sua attività lo ha portato a collaborare con importanti riviste di moda e design, realizzando pezzi e copertine per: Wallpaper, Vogue, Elle, Vanity Fair, Brutus Japan e molti altri. Attratto dal mondo della pubblicità, viene notato dalle più importanti agenzie pubblicitarie italiane ed estere, firmando e vincendo premi internazionali per noti marchi come Audi, Lavazza, S.Pellegrino, Cassina, Vodafone, Montblanc ecc.
Nel mondo della Bellezza ha realizzato immagini per: L’Oreal, Wella, Kiko, Acqua di Parma e Nivea.
Oggi, oltre a progetti pubblicitari, di moda e di bellezza, si occupa dell’immagine di diversi artisti nel mondo della musica e del cinema e lavora a progetti personali legati al mondo dell’arte.
LA GALLERY
INFO
www.marcocraig.com
https://www.instagram.com/marcoarturocraig
Galleria: VisionQuest 4Rosso
https://www.visionquest.it