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COVERstory – TARIN: l’intimità dell’erotismo anarchico

Il mio incontro con Tarin è nel suo salotto-studio. Il suo mondo, il suo set, la sua quotidianità.

Un luogo pieno di dettagli di vita. Foto, Polaroid, cornici, libri, quaderni, disegni, macchine fotografiche, oggetti.
Io rimango avvolto dal tutto.

Ci sediamo, mi mette a mio agio e mi offre un caffè. Faccio fatica a non immergermi nei suoi scatti e a staccare lo sguardo sulle sue tracce di creatività.

Iniziamo a parlare. Il suo sguardo mesmerizza, è un po’ come le sue foto.
Intenso, sensuale, libero, erotico e al tempo stesso intimo, riservato, esplorativo, visionario.

Mi lascio guidare dalla spontaneità dei suoi racconti, dalle sue storie che trovano espressione nelle sue poesie fotografiche.

TARIN è la nuova protagonista della cover digitale di Hestetika.
Ecco il racconto della sua arte.

LA COVER

L’INTERVISTA

Le donne che fotografi sono il soggetto delle tue storie visive. Come nascono i tuoi racconti. Da dove trai ispirazioni?

I miei racconti nascono da una necessità, creare un immaginario in cui potermi riconoscere, utilizzando il genere in cui la donna è stata maggiormente sminuita e depotenziata: il nudo.
L’ispirazione arriva dalle donne che ritraggo, e che attraverso un processo di identificazione, mi restituiscono l’immagine che desidero creare.
Per Hillman, è l’immagine interiore a creare ciò che scorgiamo come entità visibile.

Tu crei una grande intesa e una chimica particolare con i soggetti che fotografi. Ti sei mai fotografata all’interno delle situazioni che generi?

Non mi sono fotografata perché sono già presente nelle situazioni che genero.

Alda Merini diceva: Non sono bella, sono soltanto erotica. Cosa è per te l’erotismo? E si differenzia dalla sensualità?

L’erotismo è desiderio, forza, amore. Ho lavorato molto sul rapporto di complicità con il soggetto per poterlo rappresentare e per far emergere l’essenza della donna, allontanandola dalla trappola di dover compiacere gli altri. L’erotismo è il primo elemento che scompare quando ci si conforma.

Sui social la nudità è un tabù, una proibizione. Una contraddizione massima, una mancanza di libertà. Quale è il tuo pensiero di artista a riguardo?

I social, come tutti i media, potenziano gli stereotipi, favorendo la pornografia a discapito dell’erotismo, non è solo una questione di nudo, le mie immagini vengono censurate indipendentemente dal nudo. Il consumismo si serve della pornografia, la alimenta, per pornografia intendo una volgarità dilagante.

Firmi le tue foto con un bacio impresso sul retro della foto. È un’estensione della tua fotografia? Quasi fornire una sorta di intimità e di straordinarietà delle tue opere?

Il bacio è una doppia firma, mi ricorda alcune opere del surrealismo, di Man Ray, Dali.

Milano è sempre sul fondo delle tue storie. Come pensi che si sia evoluta o involuta in questi anni?

Milano è un tasto dolente, pur essendo migliorata da un punto di vista architettonico non è più il set surreale e silenzioso di un tempo.
Amavo scattare soprattutto di notte, ma oggi Milano non è più una città sicura, e con la sostituzione dei vecchi lampioni a luce calda, con i led a luce fredda, mi sembra di essere passata da un luogo metafisico a un tinello.

Scatti anche paesaggi. C’è qualche similitudine nello scattare natura e donne?

La mia attenzione per i paesaggi è nata nel periodo in cui non ci si poteva incontrare, è stato un momento intimista e di riflessione.
L’approccio è lo stesso, di disarmo, di ascolto, amo definirli paesaggi nudi perché non ostentano, non sono scenografici.

Hai uno scatto che vorresti fare ma non sei ancora riuscita a realizzare?

No, probabilmente perché ho sempre pensato al mio lavoro come a un racconto e non come a una serie di scatti singoli.

Pensi che un’artista si debba schierare e manifestare le proprie idee attraverso la sua opera?

Le idee sono sempre nell’opera, ma vorrei risponderti citando un amico artista: L’artista non si schiera, si mostra.

Se dovessi definirti in terza persona, come ti descriveresti?

Una persona molto riservata.

Se dovessi scegliere tre parole chiave per definire la tua arte quali sarebbero?

Intima, Erotica, Anarchica.

Mi fai una lista dei tuoi cinque artisti preferiti in assoluto?

Sono decisamente di più è difficile scegliere, ma vorrei citarne cinque di cui conservo un ricordo particolare del momento in cui li ho incontrati, Piero della Francesca a SanSepolcro, il museo era vuoto, silenzioso, il tempo sembrava sospeso. Magritte a Roma, con molte opere provenienti da collezioni private. Diego Velázquez alla Galleria Doria Pamphilj, e lo sguardo penetrante di Innocenzo X, Remedios Varo durante la mostra dei surrealisti da Peggy Guggenheim e Raffaello alla Galleria Borghese.

Ti ricordi quale è stata la prima mostra che ha illuminato la tua visione artistica? E L’ultima?

Anatomie du Désir di Hans Bellmer, Alberto Savinio alla Fondazione Mazzotta.

Cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale applicata alla fotografia? Il tecnicismo può superare la creatività?

La creatività è legata alla necessità. Quando per una macchina diventerà necessario creare un’immagine?

Quando è stata l’ultima volta che hai fatto una cosa per la prima volta? E soprattutto cosa hai fatto?

Cerco di fare le stesse cose in modo nuovo.

Se fossi un direttore/a di un magazine d’arte chi vorresti mettere in copertina? E perché?

Direi Alberto Savinio, perché ho l’impressione che sia sottovalutato.

L’ARTISTA

Nata a Rimini, Tarin si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi trasferirsi a Milano, dove oggi vive e lavora. Dal 2008, intraprende un itinerario artistico che la conduce a realizzare opere fotografiche dedicate al mondo femminile, esaltandone la più intima essenza. Da quel momento, fedele allo scatto in pellicola, prende avvio quella ricerca personale al cui centro si situa l’idea di identificazione tra artista e soggetto che la conduce a rivelare la componente sensuale e psicologia del nudo femminile.

Ha pubblicato tre monografie con NFC edizioni: Stanze Private, Tarin, Guiltless.

Nel 2021 inizia una collaborazione con Seletti, insieme progettano un sensuale servizio di porcellana per il rituale del té. Il nome della collezione è Guiltless.

Tarin ha lavorato per clienti, fra cui, Giorgio Armani, Massimo Alba, Isaia, Xiaomi, Alessandra Rich, Goldenpoint, IL magazine Il Sole 24 Ore, GQ Italia, Purple magazine, Numero Berlin, Cap 74024, Dust.
Sky Arte – il canale televisivo che si occupa di arte – ha dedicato un documentario al suo lavoro intitolato: Lady Tarin: Next Girl. Fotografi seconda serie.

LA MOSTRA

Dal 13 luglio al 18 agosto 2024, tra le strade, le piazze e i palazzi di Pereto (AQ), borgo millenario che per la sua posizione viene chiamato la Porta d’Abruzzo, torna Straperetana, la manifestazione, giunta ormai alla sua ottava edizione, che dal 2017 porta in questo luogo carico di storia una mostra diffusa di arte contemporanea.

Quest’anno Straperetana coinvolge 16 artisti e artiste italiani e internazionali in una mostra dal titolo “Supernaturale” che, a dispetto del nome, non fa riferimento a qualcosa che trascende i limiti dell’esperienza, quanto invece, giocando con il suffisso SUPER, quello del superlativo assoluto, sottolinea come gli artisti abbiano tutti sperimentato un’immersione nella Natura totalizzante e molto personale.

Tra gli artisti del collective show c’è anche TARIN che esporrà con una serie di fotografie tra paesaggio e corpo.

Il percorso espositivo, che comprende più di trenta opere, parte dalle stanze di Palazzo Maccafani, nella piazza del
Castello di Pereto, attraversa le strade del borgo e si conclude a Palazzo Iannucci, in piazza di San Giorgio nella
parte inferiore del paese.
Le opere di Francis Alÿs, Federica Belli, Nina Carini, Giorgio Cesarini, Davide D’Elia, Hamish Fulton, Agostino
Iacurci, Giovanni Kronenberg, Gaia Liberatore, Davide Mariani, Numero Cromatico, Anastasiya Parvanova,
Salvo, Tarin, Patrick Tuttofuoco e Nico Vascellari, raccontano ognuna di un personale incontro con la Natura,
intesa come paesaggio, ambiente naturale o corpo.

STRAPERETANA VIII edizione
presenta SUPERNATURALE
13 luglio – 18 agosto 2024
Palazzo Maccafani, Palazzo Iannucci e le strade del borgo
Pereto (L’Aquila)

LA GALLERY

WEB & SOCIAL 

ladytarin.com
instagram.com/ladytarin

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