Andrea è creatività, sogno e espressione artistica. Autodidatta, Andrea Cleopatria, indaga tramite il video e la pittura l’esoterico del mondo, generando cosmografie mitologiche che conferiscono alle sue opere un mistero magico e sacro.
Una continua ricerca delle sensazioni e un’indagine sull’impossibilità di evadere dal destino dell’esistenza, sull’intuizione che precede il risveglio delle coscienze e la conseguente ricerca dell’Altro con cui affrontare le sfide di questo mondo.
Andrea è il protagonista di questo mese della cover digitale di Hestetika.
Ecco il racconto della sua arte.
LA COVER
L’INTERVISTA
- I tuoi quadri raccolgono personaggi, immagini e situazioni pieni di dettagli. Come nascono le tue opere e quale è la tua fonte di ispirazione?
Le mie opere nascono senza un vero motivo, ad un certo punto iniziano semplicemente ad esistere, dapprima nella mia testa e poi crescendo, non potendo essere più ignorate, hanno bisogno di uscire.
Una cosa che mi diverto ad osservare è quanto cambino, facendosi concrete e uscendo dal mondo dell’idealizzazione sono sempre soggette ad innumerevoli cambiamenti.
Ebbene queste mutazioni sono l’unico intervento su cui ho controllo e quel che mi stimola a produrle, in quanto sarebbe altrimenti bastevole la semplice immagine nella mia testa.
- In “La crepa nell’uovo”, la cover digitale di questo mese, troviamo una rappresentazione di una civiltà sorda. Chi sono i personaggi della scena e cosa rappresentano?
I personaggi all’interno di questo quadro sono allegorie di sensazioni di prigionia, dalla noia alla speranza. All’interno di un luogo in cui si è obbligati si tende ad ignorare le cose superficiali in un primo momento e si ripensa a ciò che di importante si è fatto esperienza, fino al momento in cui una musica attira la tua attenzione ed entri in una sorta di loop infinito di sentimenti uguali ogni giorno che passa.
- Pensi che un artista si debba schierare e manifestare le proprie idee attraverso la sua opera?
Penso che non sia obbligato, dipende da cosa si vuole lasciare. Personalmente mi piace chi si schiera e manifesta le sue idee, penso sia una spinta. Ma ci sono artisti che semplicemente cercano di evadere dalle loro idee e dalla loro persona, rappresentando quel che sentono e questi artisti sento di dire che non valgono meno di altri.
- La tua arte spesso si congiunge con la musica. Come avviene questa fusione artistica e creativa?
È un incontro umano, in quanto sono sempre stato accanto a persone musicali, che la scrivono, la suonano e la ascoltano.
Persone molto importanti per la mia vita con cui tutt’ora mi diverto a passare il tempo.
Penso sia quindi uno scambio tra me e loro e di conseguenza tra la musica stessa e me.
Mi piace ascoltarla in tanti momenti della vita anche se mentre dipingo preferisco ascoltare racconti
- Di recente sei stato protagonista di un solo-show intitolato” Catch a Fire”, un’indagine sull’impossibilità di evadere dal destino dell’esistenza, sull’intuizione che precede il risveglio delle coscienze e la conseguente ricerca dell’Altro con cui affrontare le sfide di questo mondo. Come è nato questo progetto?
È nato dall’esigenza di raccontare un sentimento sopito, delle sensazioni che erano in me direi praticamente da sempre. Se prendiamo ad esempio il quadro “gli orfani” quella è un’immagine che da sempre avevo riguardante la mia condizione di orfano. Ovvero la terra che manca sotto i piedi, la speranza che sia qualcosa da poter condividere con qualcuno che possa capire, una sensazione di notte nuvolosa perenne è un mare molto profondo che nasconde tutta la forza della natura che possediamo tutti alla nascita.
- Mi fai una lista dei tuoi cinque artisti preferiti in assoluto?
Raffaello
Federico Fellini
Luis Nazario Da Lima Ronaldo
Shin’ya Tsukamoto
Bob Marley
- Ti ricordate quale sia stata la prima mostra che ha illuminato la tua visione artistica? E L’ultima?
La prima volta è stato davanti ad un affresco di Tiepolo in una chiesa Veneziana.
E l’ultima volta è stato vedere un dipinto di Annibale Carracci a Roma a Santa Caterina dei Funari (purtroppo chiusa al pubblico)
- Hai un desiderio artistico che non hai ancora realizzato?
Dipingere un affresco molto grande in un posto pubblico
- Cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale applicata all’arte? Il tecnicismo può superare la creatività?
Penso possa essere divertente ma credo che certe sottigliezze della creatività passino da fasi imprevedibili. Il gesto di replica dell’attuale A.I. non mi emoziona se parliamo di arte. Non me ne sono interessato più di tanto sinceramente anche se da quel che ho visto ha un grosso potenziale comico.
Ma per quanto riguarda l’applicazione nella pittura è può risultare una scorciatoia di cui non sono un fan.
- Dove ti vorresti vedere tra cinque anni?
L’importante che sia un posto caldo con il mare vicino
- Quando è stata l’ultima volta che hai fatto una cosa per la prima volta? E soprattutto cosa hai fatto?
Ho la fortuna di spostarmi molto e di essere incuriosita dalle tradizioni, ho quindi avuto modo di vivere tante prime volte anche recentemente. Sono molto appassionato di cucina e ti direi che una delle ultime cose che ho fatto per la prima volta sono dei dolci, con un risultato sorprendere.
- Se fossi un direttore/a di un magazine d’arte chi vorresti mettere in copertina? E perché?
Probabilmente metterei tanta gente che non c’è più. Per mantenerne la memoria viva, perché se non si dimentica si va avanti. Altrimenti si rimbalza come in un flipper temporale.
L’ARTISTA
Andrea Cleopatria, nato a Milano, una volta diplomato si sposta in Inghilterra dove coltiva i suoi interessi per l’arte e il cinema.
Realizza cortometraggi e videoarte parallelamente alla pittura.
Nel 2024 inaugura la sua prima mostra personale dal titolo “Catch a fire”.
Vive e lavora tra Roma e Milano.