Non c’è più l’erba. Guardo fuori dalla finestra di casa. Vedo il centro sportivo. Non c’è più l’erba.
Nel 1966 Celentano scriveva:
Là dove c’era l’erba ora c’è / Una città, ah / E quella casa in mezzo al verde ormai / Dove sarà, ah …
Oltre 50anni fa Celentano raccontava del boom edilizio che faceva sparire la campagna a dispetto della città.
Ora il problema è diverso. Sparite definitivamente le campagne, sta sparendo anche il verde nella città.
Sta appassendo e seccandosi per via del caldo.
Figuriamoci se c’è il mutamento climatico. Figuriamoci se c’è il problema un problema clima!
Quelli che una volta erano campi verdi ormai sono distese sabbiose bruciate dal sole.
Sempre davanti a casa mia sento il vociferare dei bambini che sono al camp estivo della scuola dell’infanzia.
Corrono, saltano, giocano ma sollevano solo polvere.
Una volta c’era l’erba anche li. Adesso solo desolazione.
Per trovare l’erba devo cercarla dove si riesce ancora a bagnare.
L’erba del vicino è sempre più verde. Forse perché innaffia di continuo fregandosene dei restringimenti e delle ordinanze.
Un poco più avanti c’è un campo di calcio. O meglio c’era un campo di calcio.
Sterpaglie e solo terra. Anche qui non c’è più erba! Desolante.
Faccio un giro per la città, una di quelle città raccontate da Celentano, quelle dove c’era l’erba.
Guardo le aiuole della mia città. Guardo le rotonde, guardo!
Tutti noi siamo in giro in questi giorni ma forse guardiamo poco o meglio pensiamo poco.
Sembra che anche il nostro cervello stia sempre più diventando arido e secco.
Pandemia, guerra, crisi varie… ma tutto questo non ci ha ancora aperto gli occhi, rimaniamo aridi.
Non c’è più l’erba …
Ecco la drammaticità fotografica della situazione.