Matthias Stom. Un caravaggesco nelle collezioni lombarde, Pinacoteca Tosio Martinengo Ph. Alberto Mancini, Courtesy Fondazione Brescia Musei

MATTHIAS STOM. Un caravaggesco nelle collezioni lombarde a Brescia

“MATTHIAS STOM. Un caravaggesco nelle collezioni lombarde” presenta per la prima volta in Italia un profilo di questo enigmatico seguace di Caravaggio, riunendo tutte le opere del pittore fiammingo conservate in territorio lombardo.

L’allestimento include due dipinti finora sconosciuti al pubblico, provenienti da una raccolta privata e concessi in comodato alla Pinacoteca bresciana.

Misterioso è l’aggettivo che meglio definisce la vicenda biografica e artistica di Matthias Stom, pittore fiammingo del Seicento.

Nonostante un corpus di oltre duecentocinquanta opere – perlopiù realizzate in Italia ma oggi presenti in collezioni di tutto il mondo –, spesso di notevoli dimensioni e di grande impatto compositivo, restano ancora molti i punti oscuri della sua carriera.

Sono incerti i termini temporali della sua vita: si ipotizza una nascita attorno al 1600, senza certezze sul luogo; anche la data e il luogo della morte restano sconosciuti, sebbene sia certo che non avvenne prima del 1645.

Persino il suo cognome ha suscitato interrogativi: al nome “Stomer”, in uso fino agli anni Ottanta del Novecento, si è oggi sostituito “Stom”, grazie al rinvenimento di rare firme autografe e di alcune citazioni documentarie.

Per approfondire la sua figura, Fondazione Brescia Musei presenta una preziosa monografica, la prima mai organizzata in Italia e la seconda mai realizzata a livello mondiale, in programma dal 19 settembre 2025 al 15 febbraio 2026 presso la Pinacoteca Tosio Martinengo.

Curata da Gianni Papi, tra i massimi esperti internazionali della pittura caravaggesca, la mostra è promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, con il supporto di BTL Banca del Territorio Lombardo in qualità di Educational Activity Partner e il contributo di Regione Lombardia, che attraverso il Bando Avviso Unico Cultura 2025 ha finanziato iniziative di integrazione tra le Collezioni, i poli museali e i pubblici anche mediante la programmazione di mostre sul patrimonio culturale cittadino.

Il progetto si è concretizzato grazie all’arrivo in comodato presso la sede museale bresciana di due dipinti finora inediti – la Negazione di san Pietro ed Esaù che vende la primogenitura a Giacobbe – provenienti da una collezione privata bresciana e, più indietro nel tempo, dalla collezione della famiglia Scotti, giunta a Bergamo da Roma nel 1791 e che includeva almeno sette opere dell’artista, sei delle quali presenti in mostra. Un deposito che testimonia il crescente riconoscimento dell’attività della Fondazione nella valorizzazione del patrimonio comunale e il costante impegno dell’Istituzione bresciana rispetto alla propria mission statutaria. Queste opere, eseguite durante il soggiorno romano dell’artista, si caratterizzano per la resa intensa dei primi piani e l’uso drammatico della luce artificiale, genere in cui Stom si specializzò sulla scia dell’influenza di Gherardo delle Notti.

Questo comodato ha permesso di costruire un itinerario artistico che riunisce tutte le opere note di Stom attualmente presenti in Lombardia (12 dipinti). A completamento ideale della rassegna, si aggiunge la monumentale pala di Chiuduno (BG), raffigurante l’Assunzione della Vergine, alta quasi 4 metri, che per motivi conservativi resta esposta nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. (L’opera sarà visitabile tutti i giorni dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 18).

Oltre ai due dipinti appena acquisiti in comodato, la mostra include l’Incredulità di san Tommaso, parte del percorso permanente della Pinacoteca bresciana sin dalla sua apertura nel 2018 e anch’esso frutto di un comodato da collezione privata. Da Bergamo giungeranno invece quattro significative opere da raccolte private (Incredulità di san Tommaso; Dedalo mette le ali a Icaro; Guarigione di Tobia; Cristo fra i dottori), tre capolavori dell’Accademia Carrara, tra cui due notturni e un San Giovanni Battista dal convento dei Santi Bartolomeo e Stefano. Arriverà anche il grande dipinto con Giuseppe Flavio predice a Vespasiano che diventerà imperatore, dalla chiesa di Santa Maria Assunta a Soncino (CR), oggetto di un significativo intervento di restauro a cura di Fondazione Brescia Musei proprio in occasione dell’esposizione in città, a conferma dell’impegno dell’Istituzione bresciana nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico locale.

Matthias Stom può essere definito un pittore girovago. La sua attività si articola in più fasi: quella iniziale nelle Fiandre, quella romana (circa 1625–1634), decisiva per la sua formazione, durante la quale elabora un linguaggio pittorico naturalistico pur restando legato alla poetica caravaggesca. Preziose per ricostruire il suo periodo romano sono le sei tele già appartenute alla famiglia Scotti di Roma, poi trasferite nel ramo lombardo della casata. Dopo Roma, tra il 1635 e il 1638, Stom è documentato a Napoli, dove incontra successo grazie all’introduzione di scene notturne, ancora poco diffuse in ambito partenopeo.

Le ragioni del trasferimento da Roma a Napoli non sono note: forse legate a motivi personali, a un cambio di committenza, o al desiderio di lavorare in un ambiente ancora sensibile al naturalismo caravaggesco. È a Napoli che nel 1637 il pittore viene accusato di eresia dal Sant’Uffizio. L’accusa, forse archiviata senza conseguenze, potrebbe tuttavia riflettere un’effettiva appartenenza al protestantesimo, in un’epoca in cui il “nicodemismo” era spesso praticato. Questo aspetto potrebbe anche spiegare la sua irregolarità familiare (quattro figli nati fuori dal matrimonio) e la scelta di non sposarsi.

Intorno al 1639, Stom si sposta in Sicilia, precisamente a Palermo, dove ottiene un clamoroso successo e realizza una straordinaria quantità di opere di grandi dimensioni – come non aveva mai fatto prima, fatta eccezione per la pala di Chiuduno. Tra le opere di provenienza lombarda esposte a Brescia, è plausibile attribuire un’origine palermitana all’Incredulità di san Tommaso della Pinacoteca e al Cristo sulla via del Calvario dell’Accademia Carrara. Si aggiunge anche il dipinto conservato a Soncino, con un raro soggetto storico: Giuseppe Flavio predice a Vespasiano che diventerà imperatore.

Dopo il soggiorno siciliano, Stom è documentato a Venezia tra il 1643 e il 1645, dove però ogni traccia della sua attività si perde, sebbene la sua vita non si sia conclusa in laguna.

L’allestimento, a cura dell’architetto Valter Palmieri, crea una suggestiva parentesi all’interno del percorso permanente della Pinacoteca Tosio Martinengo, nella sala abitualmente occupata dalle opere del XVII secolo. Si sottolinea in questo modo il legame della mostra con la Collezione museale (in virtù delle tre opere di Stom che ne fanno parte grazie ai comodati) e al contempo si crea un ponte tra la sezione rinascimentale e quella settecentesca, dedicate alla pittura di realtà. L’iniziativa si inserisce infatti idealmente nel percorso di valorizzazione della pittura bresciana, il cui filone sarà ulteriormente arricchito, dal 28 ottobre al 15 febbraio 2026, dal prestito straordinario del Ritratto equestre di Giovan Carlo Doria di Pieter Paul Rubens, proveniente dalla Galleria Nazionale della Liguria; l’iniziativa, in collaborazione dei Musei Nazionali di Genova, sarà a cura di Gianluca Zanelli e Marie Luce Repetto. È d’altronde del tutto probabile che la formazione di Stom, prima del trasferimento a Roma, si fosse svolta nelle Fiandre, a contatto con importanti maestri locali, su tutti Pieter Paul Rubens. Lo confermano la tavolozza particolarmente luminosa e la consistenza liquida di alcune sue prove, da ricondurre all’influenza del caposcuola d’Anversa.

La mostra dedicata a Matthias Stom sarà visitabile gratuitamente da tutti in occasione del primo giorno di apertura al pubblico, venerdì 19 settembre, quando sarà anche organizzata una visita guidata, alle 17.30, anch’essa gratuita per approfondire e conoscere l’arte e le opere di Matthias Stom.

La rassegna è completata da un catalogo Skira – che raccoglie, nella prima pubblicazione internazionale così completa su questo autore, un centinaio di capolavori dell’artista (da musei di tutto il mondo, da collezioni private e dal mercato antiquario) e da un Dossier (Giunti) dedicato al maestro e firmato dal curatore stesso Gianni Papi.

Con grande piacere presentiamo la prima mostra italiana dedicata a Matthias Stom, un progetto che testimonia ancora una volta la capacità del sistema museale bresciano di proporre iniziative culturali di altissimo profilo e di respiro internazionale. Dopo la mostra dedicata a Ceruti e quella sul Rinascimento a Brescia, la Pinacoteca Tosio Martinengo ospita ora questa esposizione monografica straordinaria, la seconda mai realizzata dedicata al pittore fiammingo dopo quella di Birmingham del 1999. Questo progetto dimostra ancora una volta come le nostre istituzioni culturali siano in grado di dar vita a proposte espositive di eccellenza. La possibilità di riunire per la prima volta tutte le opere di Stom presenti in Lombardia, arricchite dai due dipinti inediti acquisiti in comodato, conferma l’autorevolezza della Pinacoteca Tosio Martinengo nel panorama museale nazionale e internazionale.

Laura Castelletti, Sindaca di Brescia

EXHIBITION VIEW

INFO

Matthias Stom: un caravaggesco nelle collezioni lombarde
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
18 settembre 2025 – 15 febbraio 2026
A cura di Gianni Papi

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