Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” è una mostra nella mostra, che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
A corollario dell’esposizione Marcel Duchamp e la seduzione della copia, curata da Paul B. Franklin alla Collezione Peggy Guggenheim fino al 18 marzo 2024, la sezione Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” presenta con un intento sia scientifico che didattico i risultati dello studio e del restauro dell’opera Scatola in una valigia (1935- 1941), confluiti in un suggestivo allestimento multimediale progettato e curato da Luciano Pensabene Buemi, Collezione Peggy Guggenheim, Renata Pintus, Letizia Montalbano, con la collaborazione di Barbara Cattaneo, Opificio delle Pietre Dure, e prodotto da Culturanuova S.r.l.
Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” è un approfondimento che attraverso un allestimento multimediale conduce i visitatori all’interno del mondo di un conservatore e restauratore d’arte, permettendo loro di scoprire le scelte tecniche e i materiali che l’artista ha utilizzato per creare un’icona della storia dell’arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine scientifiche utilizzate per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all’opera una migliore conservazione. Video e touch-screen offrono la possibilità di visionare virtualmente l’opera come lavoro unitario e di leggerla nel suo complesso, così come nelle intenzioni dell’artista, ma anche di esaminare singolarmente ciascuno dei 69 elementi che la compongono e di comprenderne il complesso sistema di costruzione.
IL PROGETTO
Scatola in una valigia è la prima di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio, che raccolgono ciascuna sessantanove riproduzioni e miniaturizzazioni di celebri lavori del poliedrico e dissacrante artista francese. Con Scatola in una valigia, Duchamp intraprese uno dei suoi progetti più ambiziosi: un museo portatile di repliche creato con l’aiuto di elaborate tecniche di riproduzione come il pochoir, simile allo stencil. Nell’edizione deluxe le venti valigie contengono, oltre alle riproduzioni in miniatura delle sue opere, un “originale” diverso per ogni esemplare, e differiscono tutte tra di loro per piccoli dettagli e varianti nel contenuto. L’ originale della valigia di Guggenheim è una riproduzione del dipinto Il re e la regina circondati da nudi veloci (1912), conservato oggi al Philadelphia Museum of Art, colorata dallo stesso artista (coloriage original). Essa contiene inoltre una dedica a Guggenheim, che sostenne economicamente Duchamp in questa sua impresa, una miniatura del famoso orinatoio rovesciato, Fontana, del 1917, e una riproduzione del celebre ready-made rettificato del 1919, la cartolina stampata raffigurante la Gioconda di Leonardo da Vinci cui Duchamp aveva aggiunto barba e baffi e l’iscrizione “L.H.O.O.Q.”: la sequenza delle lettere pronunciate in francese formano la frase “elle a chaud au cul”, convenientemente tradotta da Duchamp come “c’è il fuoco là sotto”. Nel corso della sua vita, Duchamp creò in diverse edizioni 312 esemplari di Scatola in una valigia.
Questa particolarissima opera-compendio è stata realizzata facendo ricorso a una grande varietà di materiali e tecniche: pelle di vitello, cartone, legno, tela rigida, tela cerata, velluto, ceramica, vetro, cellophane, gesso, elementi metallici, stampa tipografica, collotipia e litografia su carta, cartoncino, tela e acetato di cellulosa con tempera, acquerello, pochoir, inchiostro, grafite, resine vegetali e gomme naturali. L’intervento sull’opera di Duchamp, dato il carattere polimaterico, è stato coordinato dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure, che con i suoi undici settori di restauro, un servizio dedicato alla conservazione dell’arte contemporanea e un laboratorio scientifico è stato in grado di intervenire su tutte le tipologie di materiali. L’intervento è stato condotto in due fasi, nel 2019 e nel 2023, ed è stato in parte sostenuto da EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim dal 2006.
É stata realizzata una campagna di indagini per l’identificazione delle tecniche scelte dall’artista e si è ricostruito il complesso metodo di assemblaggio dei pezzi. Trattandosi del primo esemplare della celebre serie di valigie deluxe prodotta alla fine degli anni ‘30 del Novecento, obiettivi dell’intervento sono stati la risoluzione delle problematiche inerenti la conservazione di un oggetto molto delicato, quale essa è, e l’approfondimento delle conoscenze sulle modalità operative di Duchamp nell’adozione del sistema “quasi industriale” che da quel momento attiverà per realizzare le serie successive. Data la complessità dell’opera e la sua stratificazione di contenuti, particolarmente utile è stata anche la modellizzazione virtuale dell’oggetto, che ha permesso di offrirne al grande pubblico una visione a 360°. Come è consuetudine, per le indagini diagnostiche l’Opificio delle Pietre Dure si è avvalso di una rete consolidata di collaborazioni con altri istituti di ricerca impegnati nel campo dello studio scientifico dei materiali dell’arte, in particolare con l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR.
INFO
Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia”
A cura di Luciano Pensabene Buemi, Collezione Peggy Guggenheim; Renata Pintus, Letizia Montalbano, con la collaborazione di Barbara Cattaneo, Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Fino al 18 marzo, 2024
Collezione Peggy Guggenheim