Nuovo appuntamento della serie di video interviste intitolata #leparolechiave.
Le parole chiave sono le parole che identificano al meglio il significato del testo in cui sono inserite.
Una sorta di elementi di decodifica, di riconoscimento e di evidenziazione per meglio comprendere un testo, ma anche un pensiero, una idea, un progetto e soprattutto, nel nostro caso, il lavoro di un artista.
Una ricerca attenta per cercare di entrare nell’essenza del percorso creativo di un artista identificando i suoi cardini, le sue linee guida, le sue ispirazioni e le sue prospettive presenti e future.
L’appuntamento odierno è con LUISA RABBIA
ABOUT LUISA RABBIA
Nata a Pinerolo (Torino) nel 1970. Vive e lavora a Brooklyn, New York.
Luisa Rabbia ha esposto in una mostra personale alla Collezione Maramotti nel 2017. Diverse sue opere realizzate tra il 2009 e il 2017 fanno parte della raccolta, insieme a due libri d’artista conservati nella nostra biblioteca. La sua grande tela Love è entrata in dialogo con i danzatori della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e i musicisti de La Toscanini nella (video)creazione The Other Side, nata dall’esperienza dell’isolamento nell’estate 2020.
Rabbia riflette sulla condizione esistenziale, sulla connessione fra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda attraverso immagini organiche in costante oscillazione fra dimensione collettiva e individuale, paesaggi in espansione e corpi in raccoglimento, spazio cosmico e processi cellulari. Nei suoi lavori la figura umana – spesso colta nella fase di un apparente e incessante mutamento e immersa in un’indefinita materia amniotica e primordiale – diventa un portale, un elemento trasformativo e di passaggio per accedere a mondi altri.
Nel tentativo di dare forma all’invisibile, Rabbia rende percepibile il suo processo pittorico che procede per minuziose stratificazioni e rimozioni di pittura: le tracce impresse delle impronte digitali dell’artista e i segni creati con una punta metallica sulla superficie pittorica conferiscono e rafforzano un movimento, uno spostamento di energia fisica all’interno dell’opera.
Self-Portrait (Swimmer) (2021) fa parte della più recente indagine pittorica dell’artista, caratterizzata da una variegata tavolozza di tonalità chiare e vivaci. La figura, una creatura ibrida di umano e vegetale, origina da una mandorla centrale e si sprigiona nello spazio circostante, che pare formarsi per propagazione. Radicata nella parte inferiore del quadro e con le braccia protese verso l’alto, si dissolve al centro in un movimento liquido e generativo.
Un’iconografia affine riecheggia anche nella piccola ceramica nera esposta, I Will Bring You Flowers 5 (2021), di grande intensità e delicata bellezza. Al posto delle mani compaiono qui due piedi innestati su un corpo-paesaggio articolato attraverso incisioni e impressioni della materia, delimitato da una composizione di morbidi petali dischiusi che richiama le linee fluide del self-portrait (autoritratto) del quadro.
Rabbia realizza le opere pittoriche nel suo studio newyorkese di Brooklyn, mentre produce le ceramiche nel suo spazio di Torino, nel quartiere Barriera: quasi seguendo un processo di mitosi cellulare – principio molto presente nella sua ricerca – la pratica artistica di Rabbia si divide in due luoghi, due microcosmi, ognuno dei quali associato a una tecnica diversa, ma entrambi espressioni compiute dell’immaginario visivo e concettuale dell’artista, che considera questi spazi, in fondo, come autoritratti.
Insieme alle opere sono qui presentati una serie di fotografie dei due spazi, alcuni disegni e studi (su carta e su tela) e un video realizzato nello studio americano dell’artista nel 2020.
IN MOSTRA
Collezione Maramotti presenta “Studio Visit”. Pratiche e pensieri intorno a dieci studi d’artista, una mostra collettiva realizzata grazie alla preziosa collaborazione di dieci artisti già inclusi nella Collezione che hanno accolto l’invito a raccontare e presentare la loro idea di studio: Andy Cross, Benjamin Degen, Matthew Day Jackson, Mark Manders, Enoc Perez, Luisa Rabbia, Daniel Rich, Tom Sachs, TARWUK (Bruno Poga
nik Tremow e Ivana Vukšić), Barry X Ball.
Luogo di creazione e produzione, bottega o factory, ma anche spazio di riflessione e paesaggio interiore, lo studio rappresenta una dimensione fisica e creativa multiforme, un oggetto densamente vissuto e complesso, i cui elementi possono evocare i contorni di un autoritratto dell’artista.
Nelle figure di Luisa Rabbia rivivono gli echi di tecniche tradizionali raffinate e minuziose e archetipi dell’arte e della sua storia. La più recente indagine pittorica di Rabbia, sviluppata nel suo studio di New York e condivisa qui con il pubblico per la prima volta, è presentata insieme a una piccola ceramica realizzata presso la base torinese dell’artista, insieme a fotografie e video relativi ai due spazi.
Studio Visit
Pratiche e pensieri intorno a dieci studi d’artista
Dal 17 ottobre 2021 – 20 febbraio 2022
Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66
42124 Reggio Emilia
collezionemaramotti.org