DADA’ è molto di più che una cantante, una musicista e un’artista. Nella sua arte c’è modernità, c’è tradizione, c’è poetica ma soprattutto c’è visione.
“MAMMARELLA” è il titolo del suo Ep. Un progetto particolare al confine tra musica e arti visive che è costituito da sei brani, che l’artista sta svelando settimana dopo settimana ogni venerdì a partire dal 30 giugno e fino al 4 agosto.
DADA’, portavoce di una musica in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, intreccia vita intima e artistica dando modo agli spettatori di sostare sull’uscio dei suoi ricordi, del suo carattere, della sua musica e della sua Napoli, facendosi Cicerone di un viaggio all’interno di numerose storie. La cantautrice porta tutto il suo mondo all’interno del progetto, curandone in prima persona la dire-zione artistica toccando tutti gli ambiti a lei cari: dalla moda alla fotografia, dalla letteratura alla musica.
Il titolo del progetto, “MAMMARELLA”, vuol dire “piccola mammina”, “bambina”, ma indica anche una specifica varietà di carciofo, coltivato nelle terre di Acerra, paese di Pulcinella. Emblematico è l’artwork dell’ep, che ritrae DADA’ proprio nelle vesti del celebre personaggio della commedia napoletana Pulcinella, che perde volontariamente la sua maschera, stavolta bianca. Pulcinella, in dolce attesa, per la prima volta si abbandona ad una smorfia prima del parto, quello della sua verità, dell’istinto più crudo.
Tema centrale di questo lavoro artistico è la dualità, che DADA’ estremizza e sgretola per rendere tutto plurale, ambiguo, ricco, diverso, fluido. Pulcinella, la maschera per eccellenza maschile e femminile, in equilibrio tra bene e male, riso e malinconia, è qui simbolo di una gravidanza di possibilità. Dopo una profonda trasformazione interiore, la cantautrice compie il primo passo per avvicinarsi alla sua libertà teatrale e lo fa attraverso un simbolo molto potente di trasformazione, ovvero la gestazione, che la porta a una sudata, ma placida rivelazione.
Così come il carciofo va assaporato foglia dopo foglia per arrivarne al cuore, così il percorso di DADA’ è stato graduale e sfocia in questa prima pubblicazione, in cui coesistono cover totalmente rielaborate e brani inediti.
L’abbiamo incontrata per farci raccontare questa sua visione artistica.
“MAMMARELLA” è un progetto artistico che intreccia la tua vita, la tua sensibilità, i tuoi ricordi e la tua città Napoli. Ce lo racconti?
“MAMMARELLA” è un viaggio nella Napoli più intima e nella mi personalità in cui mi autoproclamo Cicerone per il pubblico. Tema del lavoro è la dualità, gli opposti, che io disintegro per trasformare in un unicum, in una poetica in continua evoluzione. Ci sono sei brani abbinati a 6 video reel per Instagram in cui parlo e racconto il mood che sto per sviscerare con i visual completo disponibili in contemporanea su YouTube.
Hai curato in modo minuzioso e dettagliato gli aspetti legati al visual, sia nelle immagini che accompagnano l’ep sia nei video. Cosa hai comunicato?
Ho voluto curare nel dettaglio ogni minimo particolare di questo progetto, prendendomi la responsabilità di direttrice artistica ed esecutiva in toto per assicurarmi di rispettare, più o meno, ogni mio desiderio e far somigliare questo prodotto quanto più possibile ai miei propositi.
Ci sono riuscita, a mio parere, e il pubblico sembra meravigliosamente accogliente e curioso, vuole guardare “oltre” quello che aveva già visto e dai feedback sembra proprio che sia riuscita ad aprire un diario segreto e a leggerlo con il pubblico; ma aggiungerei anche che il pubblico mi sta aiutando a scriverlo, perché ogni condivisione è inaspettata e ogni concerto è altrettanto una realtà unica, in cui imparo a orientarmi, a fare il mestiere e a goderne.
in “Cose ‘e Criature” sei in una fantastica location piena di Bambole. Dove eri e come è nata questa idea?
Ero nell’Ospedale delle Bambole di Tiziana Grassi, un’artigiana e custode generazionale di arte, ricordi ed emozioni. È un posto sospeso nel tempo e nelle cose, dove in mezzo a occhi azzurri tondi, guance rosse e boccoli dorati è possibile entrare in contatto con la propria parte bambina.
Proprio per questo motivo, ho voluto ambientare il mio brano qui e interpretare, grazie ai costumi realizzati dalla fashion designer Daria D’Ambrosio, due bambole: una più malinconica e piccina e l’altra più sfrontata e maliziosa in fatto di estetica. Il tutto per accompagnare il brano “Cose ‘e criature”, che parla di un litigio tra bambini nel pieno caos di una quotidianità ritmica e improvvisata, tutta napoletana.
Quale è il tuo rapporto tra musica e arte?
Io credo che l’Arte stia in tutte le cose: sicuramente è quella verità, o quantomeno quel verosimile, che si può vivere tanto nel nero più profondo, quanto nel bianco più luminoso.
La musica è uno dei fili che, per mio sentimento, si muovono sotto il grande ombrello del concerto di arte, ed è uno di quegli spazi in cui si ha un dialogo preferenziale, diretto, universale, grazie proprio al suono. Il rapporto tra arte e musica è come il rapporto tra sorelle, non c’è bisogno di definire quale sia insomma, c’è e crea possibilità speciali.
Ultima mostra che hai visitato?
Se la memoria non mi inganna, una mostra a Napoli insieme a un mio carissimo amico, tra i dipinti esposti c’erano anche quadri della scuola napoletana e Caravaggio. Non ne ricordo il nome, mi trascinò il mio amico Vincenzo in una giornata uggiosa! Fu molto bello però, spero presto di avere altro tempo per scoprire nuove bellezze!
Gireresti un video in un museo e con quali opere d’arte dialogherebbe bene la tua musica?
Certo che lo farei! Ma non spoilererei qui la mia idea: già mi è venuto in mente qualcosa!! Posso dire che trovo che la mia carnagione lattea possa confondersi piacevolmente tra qualche statua: a Napoli abbiamo numerose opere famose e bellissime, ad esempio, potrebbe essere un buon punto di partenza.