Un mood espressivo che sa di danza e di fotografia, quello di Cecilia Fontanesi. Estremamente creativa, nasce come coreografa, poi trova la sua dimensione nella fotografia, a cui si avvicina per una scommessa con il padre: l’impegno a frequentare un corso di fotografia in cambio di una Nikon in regalo.
Fondamentali per la sua ispirazione la luce, il momento, la natura e lo sguardo. Le figure umane, invece, sono spesso marginali. Il colore o il bianco e nero? Dipende da ciò che risuona come più artistico in quel determinato frangente.
Quale è stato il tuo percorso di fotografia?
Il mio percorso fotografico è nato spontaneamente e lentamente, sostituendo pian piano il percorso coreografico. Sono sempre stata estremamente creativa, il mio primo mezzo di espressione è stata la coreografia. Con il passare degli anni, ho iniziato a danzare di meno ed a fotografare sempre di più.
Sono figlia di un padre appassionato fotografo che, osservandomi fotografare, ha deciso di regalarmi la mia prima Nikon, in cambio dell’impegno a frequentare un corso di fotografia digitale. E’ così ufficialmente nata la mia passione e la mia nuova arte. Il legame fotografia-danza, nel mio mood espressivo, è sempre stato molto forte, ho sempre pensato che i fiori danzassero; vedo, nella mia reinterpretazione della natura, un disegno armonico, di bellezza, un perfetto insieme metaforico che suggerisce un’idea di rielaborazione della realtà, di creazione di nuovi significati. Da qui il titolo della mia mostra “Danza d’Insieme”.
Recentemente sei stata inserita in una pubblicazione della Casa Editrice “Pagine Editore”, selezionata tra 7 artisti. Quali le tue precedenti pubblicazioni?
Sì, “Scenari” è la mia più recente pubblicazione, in collaborazione con la Casa Editrice “Pagine Editore” ed è dedicata fondamentalmente alla paesaggistica. Precedentemente, nel 2021, sempre a cura di “Pagine Editore”, ho partecipato ad un altro progetto editoriale “Immagini e Parole”, all’interno del quale in qualità di fotografa presentavo le mie immagini macro, abbinate a citazioni di scrittori o fotografi famosi, inerenti al concetto di fotografia.
Come fotografa, ovviamente, le tue opere sono anche in vendita: quale canale prediligi?
A livello di vendita opero su più piani, sia tramite la vendita diretta, sia tramite il mio sito personale (https://wordpress.com/sites/ceciliafontanesi.wordpress.com ), dove sono presenti la maggior parte delle mie immagini.
Tecnicamente come ti muovi? Che tipo di fotografia è la tua?
La mia fotografia è artistica, il che significa che predilige sempre il lato interpretativo a quello tecnico. Fondamentalmente, ciò che importa sono: la situazione, la luce, il momento, lo sguardo.
Quali sono i soggetti che ti ispirano maggiormente?
La natura è grande fonte di ispirazione. Ammetto che, a volte, anche il contesto urbano, presenta insiemi di linee e forme che creano situazioni interessanti da un punto di vista creativo. I soggetti personali nelle mie immagini rivestono invece un ruolo fortemente allegorico, motivo per cui, al momento, non mi definisco una ritrattista.
Quali, tra i tuoi hobbies, diventano spunto per scattare le tue fotografie?
Ovviamente il trekking è grande fonte di ispirazione, ed i viaggi.
Tuttavia, non bisogna trascurare il contesto quotidiano, soprattutto per l’ambito macro. La meraviglia, a volte, sta dietro l’angolo.
Che ruolo ha la figura umana e quale il paesaggio nei tuoi scatti?
Non è raro che, all’interno di un’immagine paesaggistica, vi sia una figura umana. Il ruolo dell’uomo è però sempre marginale, serve a completamento del paesaggio, della natura, che sono i veri protagonisti.
Colore o bianco e nero?
Entrambi: vi sono luci e situazioni che richiedono l’assenza di colore, poi la stessa situazione con luce differente piò essere molto più interessante a colori. È il caso a decidere cosa dei due sia artistico in quell’istante.