L’esposizione al Padiglione svizzero della Biennale Architettura 2021 mette in relazione la realtà fisica della frontiera elvetica con le sue implicazioni politiche e sociali, tracciando così una nuova percezione di questi territori abitati. Lo scoppio della pandemia nel mezzo del processo di elaborazione ha conferito ulteriore rilevanza al progetto.
Per la 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia ha scelto di affidare la realizzazione dell’esposizione al Padiglione svizzero a un gruppo di architetti e artisti operanti a Ginevra, formato da Mounir Ayoub e Vanessa Lacaille del Laboratoire d’architecture di Ginevra, dal cineasta Fabrice Aragno e dall’artista scultore Pierre Szczepski. Con il suo progetto Oræ –Experiences on the Border (oræ, ossia «confine» in latino), il gruppo esplora il tema della
frontiera tenendo conto sia della dimensione politica e spaziale del territorio che della sua percezione sensibile e culturale. «Studiare la frontiera svizzera al giorno d’oggi significa immaginarla non solo come una linea su una mappa ma anche come uno spazio che va vissuto; non unicamente come un limite ma anche come un inizio», precisano l’autrice e gli autori del progetto.
Il team responsabile del progetto ha promosso processi partecipativi e proposto diverse esperienze, politiche e poetiche. In una prima fase itinerante, a fine 2019 il team ha viaggiato a bordo di un camion allestito come atelier per incontrare gli abitanti della frontiera a cavallo tra la Svizzera e i suoi Paesi confinanti. A ogni tappa, i partecipanti sono stati invitati a costruire un luogo di confine immaginario o reale di loro scelta; sono stati inoltre realizzati dei video per documentare il processo.
Nel corso del progetto, la pandemia di coronavirus ha improvvisamente cambiato la percezione delle persone sui confini, conferendo una rilevanza inedita al progetto. Malgrado il contesto di restrizioni, i promotori del progetto hanno deciso di recarsi nuovamente nelle regioni di frontiera con un forum mobile per stimolare l’emergere di prospettive ormai diverse sull’argomento mediante laboratori di scrittura collettiva. Il forum mobile, progettato e costruito dalla Scuola universitaria professionale di Berna e da studenti di architettura, ha offerto uno spazio di dialogo per dare vita a conoscenze condivise attorno alle nuove esperienze della frontiera.
Essendo un processo partecipativo, Oræ – Experiences on the Border attira la nostra attenzione sui territori
e la loro complessa struttura sociale e culturale, dando voce a persone che altrimenti avrebbero poca risonanza. In questo modo, il progetto pone al centro la periferia e mette in discussione i luoghi comuni sui confini, i limiti e la loro permeabilità», afferma Madeleine Schuppli, responsabile della divisione Arti visive di Pro Helvetia.
I materiali raccolti durante le varie tappe del progetto verranno esposti al Padiglione svizzero a Venezia. Oræ – Experiences on the Border costituisce un progetto incentrato sui confini, sui suoi attori e i suoi abitanti. Esso mette in luce le dimensioni politiche e poetiche di questo territorio. Per riprendere le parole degli autori, «a poco a poco, le relazioni sostituiscono le misure e i riferimenti mutano. Sfumano le certezze e attecchiscono memorie furtive. Un’altra mappa appare. Sentimenti e luoghi, spesso ordinari, iniziano a riecheggiare insieme, un nuovo territorio diventa possibile».
PUBBLICAZIONE
A complemento dell’esposizione al Padiglione svizzero, verrà realizzato un libro in collaborazione con la casa editrice Lars Müller Publishers. Tale pubblicazione, che consisterà in una successione di frammenti narrativi provenienti dalla frontiera e di immaginari delle persone che vivono nei suoi pressi, include testimonianze raccolte durante la ricerca e dialoghi con illustri esponenti delle scienze umanistiche e sociali.