Yuval Avital torna a Milano con la mostra “Con l’argilla dei nostri corpi” presso Building, curata da Cristiano Leone.
Entrando in Building la mostra di Yuval si dispiega come un rito materico e sensoriale. Il titolo stesso, “Con l’argilla dei nostri corpi”, suggerito dal curatore Cristiano Leone, racconta già un legame profondo tra materia, vulnerabilità e memoria:
In qualche modo l’argilla e noi veniamo collegati attraverso la vulnerabilità della materia, ma anche il memento mori. Nasciamo dalla terra, torniamo dalla terra.
L’artista guida il visitatore attraverso il suo universo plastico e poetico: “Quando avevo cinque anni giocavo con l’argilla, con un ceramista del paesino vicino a casa nostra. L’argilla ha questa immediatezza viscerale, ma è anche una metafora…”. Quel gioco infantile, carico di meraviglia e tattilità, diventa nel tempo il nucleo concettuale della sua pratica, un ponte sottile tra memoria, rito e corpo. Lo sviluppo di questo linguaggio materico si concretizza nelle installazioni performative di “Lessico Animale. Mysterion”, presentate al mitreo delle Terme di Caracalla, dove l’argilla diventa pelle e segno sui corpi nudi dei performer, incarnando rituale e trasfigurazione.
Il percorso inizia con quattro tele di polvere d’argilla, miscelata a vinilica e stucchi. “Proprio polvere d’argilla, con qualche diluente, che a volte diventano come una velatura. Da queste superfici fuoriescono presenze”, racconta Avital. Le figure emergono quasi per caso, come spiriti sospesi tra realtà e sogno. Poco più avanti, altorilievi in argilla epossidica mostrano corpi bronzei, draghi, melograni, prefiche, diamanti, ma soprattutto vasi, ovunque:
Il vaso appare in ogni parte. Per me è la metafora più azzeccata dell’io profondo. Noi siamo dei vasi. Per contenere. Dentro di noi ogni bacio, ogni schiaffo…”.

I vasi dell’anima – isolati o dialoganti con altre opere – assumono un ruolo centrale: “A volte i vasi invitano le cose a entrare, a volte esplodono, diventano un recinto, diventano una presenza. Tutto nasce dall’idea del vaso dell’anima, su cui sto lavorando molto”.
Tra queste sperimentazioni, i vasi confessionali realizzati in dialogo con Giuseppe Colli nel 2025 in Salento convivono con i Cadavre Esquisse, nati nel 2022 in collaborazione con l’atelier reggiano Le Tarsie: una moltitudine di teatrini in grès, miniature colorate di argilla resinata e fantocci dalla somiglianza rituale e primordiale.
La folla di Avital compone così una costellazione che intreccia memoria, materia e ritualità. L’argilla diventa qui corpo e voce: “Le maschere sonore di argilla refrattaria, le nere, hanno la mia voce. Poi ci sono le maschere di gres e porcellana che ho fatto con Studio Ceramica Giusti… e insieme formano un teatro mundi composto da sessanta opere antimonumentali”.
Le figure popolano la scena in cerchi rituali, dai fantocci creati per performance passate, alle dee della fertilità, mucche fumate, donne-albero e spiritelli in tessuto resinato: “Il cerchio esterno dei fantocci è un cerchio rituale guardiano… le cromazie sono pigmenti che ho gettato durante il processo, come una sorta di energia residua che resta sulle figure”. Ogni elemento dialoga con gli altri, e con lo spettatore: “Ci sono i teatrini, la donna con il vaso, l’angelo con il cipresso… ogni opera crea relazioni tra i volti, tra figure e spettatore, che può entrare con la propria immaginazione”.

L’allestimento, curato da Cristiano Leone, amplifica il senso di teatro:
“Abbiamo pensato come allestire un linguaggio caotico – spiega Leone – Seriamente, ma abbiamo giocato. Mi ricorda quando giocavo io con i vari pupazzetti. Qui c’è una processione, un cerchio sacro, un bosco di donne-albero… il teatrino è al centro. Si crea un gioco di sguardi: i volti si guardano tra loro, guardano altrove e dialogano con chi osserva”
La luce diventa protagonista, plasmando i personaggi:
“Grazie alla luce, ogni personaggio assume una caratterizzazione. L’uomo virtù è phos, l’uomo luce, che si apre alla luce e la luce lo caratterizza… ogni figura è l’emanazione di un flusso primordiale, tra terra e cielo”
Il percorso invita a una partecipazione attiva: lo spettatore cammina tra vasi, teatrini, mamelle del drago e maschere sonore, scoprendo dettagli nascosti. “Ogni opera è importante come un’opera sola… c’è questa dualità: ogni pezzo è insieme a me e insieme all’insieme della mostra”, sottolinea Avital. Ogni gesto – dalla polvere alla scultura, dal gioco infantile al rito – restituisce la densità poetica di un artista che fa dell’argilla il filo conduttore tra visibile e invisibile, memoria e presente.
In questa mostra, l’arte non è contemplazione passiva. È esperienza totale, un teatro di corpo, luce, materia e voce:
Il mio caos creativo si intreccia con l’ordine del percorso, ma tutto è pensato per accogliere lo spettatore e permettergli di entrare nel mio teatro, nel mio presepe creativo e di vivere la realtà come desidera”
Da Building si fa un viaggio, un viaggio nei dettagli che ogni volta restituisce qualcosa di diverso: una linea di polvere d’argilla che sembra respirare, un vaso che sembra contenere un segreto, uno sguardo di maschera che ci interroga sul nostro ruolo di spettatori e partecipanti. Ogni opera è un piccolo universo autonomo e insieme parte di un teatro più ampio, un mosaico di corpi, voci e gesti che invita a osservare, sentire e immaginare.
Avital trasforma l’argilla in rito contemporaneo, in teatro dei sensi, in un altare in cui luce, materia e memoria si intrecciano, restituendo allo spettatore la percezione di una fragilità condivisa, di un presente che si apre alla contemplazione e alla partecipazione attiva, e della bellezza che nasce dall’incontro tra caos e ordine, tra corpo e anima, tra gesto e materia.
Qui, ogni passo, ogni sguardo, ogni dettaglio rivela un nuovo racconto, una storia nascosta che invita a riflettere sul nostro legame profondo con la materia, con il corpo e con il tempo, trasformando la visita in un’esperienza che resta impressa nella memoria.
LE OPERE
L’ARTISTA

Yuval Avital, nato a Gerusalemme nel 1977 e residente a Milano, è un artista che, attraverso una molteplicità di linguaggi – dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alle installazioni sonore, dalla video-arte alla performance, fino alle composizioni musicali e opere teatrali – crea microcosmi esperienziali contemporanei. I suoi progetti si sviluppano in contesti eterogenei dagli spazi pubblici ai siti archeologici e industriali, dai teatri ai musei mettendo in discussione i confini convenzionali e cristallizzati tra le discipline artistiche.
Nelle sue mostre, installazioni immersive, opere totali, eventi artistici e “rituali” musicali su larga scala, possono trovarsi ballerini, ensemble di musica contemporanea, maestri di antiche culture, individui o comunità, proiezioni video multiple, ambienti tattili e meditativi, strumenti tecnologici avanzati, materiali d’archivio, dati scientifici, sculture sonore, murales site-specific su larga scala e film d’arte.
Le sue opere, presenti in collezioni museali e private, sono state esposte in 26 mostre personali e 13 collettive in musei, fondazioni ed eventi artistici di rilievo, tra cui la Biennale MANIFESTA, la Biennale di Gwangju in Corea, la Biennale Ostrale di Dresda, le Terme di Caracalla a Roma, il LOOP Festival di Barcellona, il Palais de Tokyo, il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, la Fondazione La Fabbrica del Cioccolato in Svizzera, il Museo Marino Marini di Firenze, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, il Teatro Regio di Parma, i Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce e l’Israel Museum di Gerusalemme. Nel 2025 ha presentato due mostre personali in Cina a Pechino e a Gulangyu (Xiamen).
Nel 2022 Avital è stato scelto dal Reggio-Parma Festival per ideare un progetto lungo un anno “Il Bestiario della Terra” composto da quattro mostre monografiche di grandi dimensioni, installazioni e takeover totali dei principali teatri delle due città. L’opera ha coinvolto oltre 500 persone tra istituzioni, associazioni culturali, maestranze artistiche, artigiani, tecnici, danzatori, musicisti e performer.
È autore della più grande installazione sonora della storia italiana ALMA MATER una “foresta” di 1200 mq composta da 140 altoparlanti, proiezioni e luci (Fabbrica del Vapore, Milano, 2015). Una versione site-specific dell’opera è stata presentata nel 2024 all’Israel Museum di Gerusalemme. HUMAN SIGNS è la sua opera globale partecipativa di danza e voce, concepita durante il COVID-19 a partire da marzo 2020, che ha coinvolto oltre 200 artisti provenienti da più di 50 Paesi. È stata presentata digitalmente alla Biennale MANIFESTA 13 di Marsiglia e in una grande installazione durante LOOP Festival: City Screen 2021 di Barcellona.
L’artista è rappresentato in esclusiva mondiale da BUILDING.
Yuval è stato il protagonista della nostra copertina nel numero 40 (qui puoi scaricare gratuitamente il numero)
LA MOSTRA
Yuval Avital
Con l’argilla dei nostri corpi
a cura di Cristiano Leone
Fino al 13 dicembre 2025
BUILDING TERZO PIANO
via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
www.building-gallery.com
WEB & SOCIAL
https://www.yuvalavital.com/
https://www.instagram.com/yuvalavital_art/







