Fino al 19 febbraio 2025, il Dongyuan di Pechino, ospita la mostra antologica di Lorenzo Marini intitolata TypeArt Beijing.
L’esposizione raccoglie venti opere su tela e quattro installazioni realizzate appositamente, offrendo una visione completa della ricerca del maestro italiano sull’arte tipografica. Il progetto di Marini, incentrato sulla “liberazione” del carattere tipografico, ha suscitato grande interesse in Cina, un paese in cui la calligrafia è tradizionalmente considerata un’espressione artistica di elevato valore.
Un dialogo tra culture: dal percorso artistico di Lorenzo Marini alle connessioni con l’Oriente
Lorenzo Marini non è nuovo al confronto con la cultura orientale: già nel 2017 aveva partecipato alla Biennale di Hohhot in compagnia di Michelangelo Pistoletto. In questa occasione, però, il numero e la varietà delle opere presentate sottolineano un dialogo culturale di maggiore profondità. Tra le opere in mostra, si possono ammirare diverse aree tematiche della sua ricerca: dagli Alphatype agli alfabeti Neo Futuristi, fino ai più recenti Black Holes, che sono attualmente visibili anche alla Biennale di Venezia, nel padiglione di Grenada. Tra le installazioni, spicca Raintype, già esposta a Seoul, Los Angeles e Miami, che continua il suo tour mondiale.
Un omaggio alla tradizione cinese e alla cultura della calligrafia
Per la mostra di Pechino, Marini ha ideato una nuova installazione che rende omaggio ai giardini orientali: un percorso di lettere sparse sul pavimento crea un dialogo tra azione e contemplazione, guidando i visitatori verso la riflessione. Nell’ingresso della galleria, una struttura circolare di tre metri di diametro invita il pubblico a camminare su lettere che sembrano dissolversi in un buco nero, riflettendo sulla fugacità della vita. L’artista descrive questa installazione come un richiamo a una celebre massima zen: “L’occhio che tutto vede non riesce a vedere se stesso”, incoraggiando così una riflessione sull’ego e sul significato della nostra esistenza.
La celebrazione di un incontro culturale
A coronare l’esposizione, Marini ha realizzato un’opera inedita in omaggio alla calligrafia cinese, una tela in cui fonde il proprio alfabeto occidentale con lo stile pittorico orientale, senza aderire a ideogrammi preesistenti ma creando nuovi segni. L’opera rappresenta simbolicamente le possibilità infinite del linguaggio e si inserisce nel programma di celebrazioni per il cinquantennale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina.
L’evoluzione della TypeArt: un movimento artistico internazionale
Lorenzo Marini, artista italiano con base tra Milano, Los Angeles e New York, è noto per aver fondato il movimento “TypeArt”. Formatosi sotto la guida del maestro Emilio Vedova, Marini ha sviluppato un linguaggio visivo che esplora il concetto di spazio e l’essenza dei caratteri tipografici, in un percorso che spazia dalla pittura alla scultura. Dopo mostre personali a Miami, Milano e Firenze, la TypeArt è diventata un vero e proprio movimento, presentato anche alla Biennale di Venezia e in eventi internazionali.
Con TypeArt Beijing, Marini riafferma la sua volontà di sperimentare e di stabilire nuovi ponti tra le culture, confermando il proprio ruolo di promotore dell’arte tipografica su scala globale.
L’ARTISTA
Lorenzo Marini è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Sviluppa la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo aver studiato Architettura all’Università di Venezia. Il concetto di spazio e la ricerca del visual ideale diventano il paradigma della sua pittura. Le sue prime apparizioni pubbliche come artista hanno avuto luogo a Miami poi a New York. Subito dopo, nell’autunno del 2014, la Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato vent’anni di lavori. Dopo personali presso lo Spazio Oberdan di Milano, e musei di Padova e Firenze, cui vanno aggiunte presenze ad Art Basel Miami, nell’ottobre del 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola. Questa nuova corrente, in cui riscopre il colore, può essere definita come l’esaltazione dello studio dell’alfabeto e in particolare delle font dei caratteri grafici. Alla Biennale di Venezia, dove ha esposto presso il padiglione Armenia, ha presentato un’ulteriore evoluzione della TypeArt che diventa scultura . Nel 2017 crea il Manifesto per la Liberazione delle Lettere, presentandola a Parigi alla Sifrein Galerie. E sempre nello stesso anno viene invitato in Cina alla Biennale Internazionale a Hohhot.Nel 2018 vince il premio Mobius Award Los Angeles per Typevisual. Nel 2021 espone a Siena, 5 installazioni e 30 opere, al complesso Museale Santa Maria della Scala e vince il premio AVI per la mostra di arte contemporanea più visitata dell’anno. Nel 2023 espone a Palm Beach e Los Angeles e la sua Raintype viene descritta dai media americani come la più amata tra le installazioni presentate. Nel 2024 viene invitato a Seoul da Art Continue Gallery ed è l’unico italiano ad esporre a World Art Fair 2024 e nello stesso anno espone alla Biennale di Venezia.
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INFO
LORENZO MARINI
“TypeArt Beijing”
Fino al 19 febbraio 2025