Dal 18 maggio Monica De Cardenas porta in Italia per la seconda volta Gideon Rubin, il pittore israeliano conosciuto per i suoi ritratti senza i lineamenti del volto.
In mostra saranno esposte più di 30 opere inedite, fra le quali la nuova serie di 13 dipinti ispirata ai ritratti femminili erotici e poetici scattati negli anni ’60 con la polaroid da Carlo Mollino (1905 -1973), il geniale architetto e designer torinese che progettò il Teatro Regio di Torino con planimetria a forma di corsetto femminile.
In questi lavori, come nei suoi ultimi paesaggi o nelle sue celebri figure solitarie, Rubin riesce sempre a sorprendere per la straordinaria abilità di sublimare il soggetto fino alla sua essenza. Anche se i lineamenti sono invisibili e gli spazi solo accennati, siamo colpiti dalla immediata comprensione di una situazione e di uno stato d’animo; da come un atteggiamento, un’acconciatura o il particolare di un abito possano rivelare un’atmosfera, un’identità, o un umore.
Partendo per lo più da immagini trovate, da fotografie che appartengono a un passato personale ma anonimo, o da immagini contemporanee dal web o da giornali, l’artista colleziona e crea un archivio iconografico per i suoi dipinti, una sorta di atto di riappropriazione di ricordi, storie personali, figurazioni.
I suoi soggetti – donne e uomini – evocano riflessioni sul rapporto tra l’io e gli altri, tra l’individuo e l’umanità. I colori delicati – toni sabbiosi, azzurri grigiastri, bianchi lattiginosi – dipinti con fluide pennellate, riportano in vita e danno permanenza a un attimo quasi dimenticato e sospeso. La luce si riflette e gioca con i corpi raffigurati: mentre osserviamo le sue figure siamo catturati da un piacere visivo che ci invita a contemplare e completare le parti mancanti con la nostra immaginazione.
Per il ciclo ispirato dalle polaroid di Mollino, Rubin ricorda come quelle «squisite immagini hanno continuato a stregare i miei pensieri anche dopo il ritorno nel mio studio a Londra. I 13 dipinti si concentrano sulle donne protagoniste delle fotografie e su alcuni uomini che ho immaginato».
In un’altra serie, un unico soggetto – una testa di donna la cui lunga treccia è raffigurata in primo piano – è amplificato, dilatato e ripetuto su quattro tele di grandezza crescente. Qui Rubin evoca nuove interpretazioni di una storia comune più ampia e complessa ma anche molteplici implicazioni, intime nature e sensibilità in cui rispecchiarsi.
L’ARTISTA
Gideon Rubin è nato a Tel Aviv nel 1973; è nipote del pittore di origini rumene Reuven Rubin, maestro dell’arte moderna israeliana, Gideon ha studiato alla School of Visual Arts di New York e poi alla Slade School of Fine Arts di Londra, dove ha completato la sua formazione nel 2002 e dove attualmente risiede. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali in tutto il mondo, di recente anche a Sidney, Auckland, Parigi e Tokyo. Le sue opere sono presenti in musei e collezioni internazionali private quali Museum Voorlinden Collection nei Paesi Bassi; Herzliya Museum for Contemporary Art e Rubin Museum in Israele; McEvoy Foundation for the Arts a San Francisco; The Zabludowicz Collection a Londra; Ruinart e Fondation Frances in Francia e, in Italia, la Collezione Maramotti e la Collezione Fondazione San Patrignano.
INFO
13
Gideon Rubin
Galleria Monica De Cardenas, Milano. Dal 18 maggio al 28 luglio 2023
Inaugurazione: giovedì 18 maggio, dalle 18.