Dal 2 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 il Kunsthaus Zürich mostra in una retrospettiva di circa 100 opere la straordinaria opera di Niki de Saint Phalle: assemblage giovanili, action art e arte grafica, le Nana, il Giardino dei Tarocchi e le grandi sculture dell’ultima fase.
Niki de Saint Phalle (1930–2002), una delle principali artiste del Novecento, ha raggiunto la fama mondiale grazie alle sue «Nana» che trasmettono una gioiosa spensieratezza, comunemente associata all’immagine dell’artista. Niki de Saint Phalle è però molto altro ancora.
Il complesso delle sue opere è sorprendentemente ricco di sfaccettature: eccentriche, emotive, cupe e brutali, umoristiche, profonde e spesso provocatorie. L’ampio spettro della sua attività abbraccia la pittura e il disegno, gli assemblage, le azioni e le sculture di grandi dimensioni, ma anche il teatro, il cinema e l’architettura.
L’artista ha affrontato in modo approfondito tematiche sociali e politiche e ha messo in discussione istituzioni e modelli consolidati, a riprova della rilevanza attuale del suo impegno. Con i suoi leggendari «Tiri», realizzati nell’ambito di azioni provocatorie negli anni Sessanta, Niki de Saint Phalle ha fornito un contributo decisivo alla forma d’arte oggi particolarmente in voga della performance. Nel seguire il suo articolato percorso artistico, si percepiscono in un’altra luce molte delle sue opere, in particolare le «Nana» e le grandi installazioni per spazi pubblici. La selezione di lavori per la presente mostra propone una panoramica della complessa e avvincente opera di tale eccezionale artista – e naturalmente offre uno spettacolo visivo ricco di forme e colori, curato da Christoph Becker per la sua ultima mostra al Kunsthaus.
L’ARTE COME SFOGO E AUTOTERAPIA
Per Catherine Marie-Agnès Fal de Saint Phalle, figlia di un’americana e di un nobile francese, l’arte era una via d’uscita: a seguito di un’infanzia difficile, essa rappresentava una terapia e al contempo un impulso e uno sfogo di una personalità dalla spiccata creatività. Dopo il trasferimento dalla Francia agli Stati Uniti l’artista assunse il nome di «Niki» e sposò Harry Mathews; nel 1956 presentò a San Gallo per la prima volta i propri quadri in pubblico. Niki de Saint Phalle spostò a più riprese la propria residenza dalla Francia agli Stati Uniti, dall’Italia alla Svizzera.
A Parigi, dopo azioni di tiro su rilievi ricoperti di gesso e di sacchetti di vernice, entrò a far parte, come unica donna, del gruppo dei Nouveaux Réalistes. Fu influenzata da artisti quali l’architetto spagnolo Antoni Gaudí, Jackson Pollock, Robert Rauschenberg, Jean Dubuffet, Yves Klein e naturalmente Jean Tinguely, che conobbe nel 1956 e insieme a cui realizzò numerosi progetti.
OPERE COLLETTIVE DI GRANDI DIMENSIONI
De Saint Phalle giunge alla ribalta internazionale nel 1966 con la mostra al Moderna Museet di Stoccolma della sua prima scultura calpestabile: «Hon», dal peso di sei tonnellate e dalla lunghezza di circa 25 metri. Oltre 100’000 visitatori entrarono tra le cosce della sagoma di donna distesa, definita dall’artista «la più grande puttana del mondo». All’Expo 1967 di Montreal le voluminose «Nana» di de Saint Phalle risaltano accanto alle macchine di Tinguely. Le opere collettive restano anche nei decenni successivi uno dei suoi modus operandi preferiti. Un esempio è il grande progetto del Giardino dei Tarocchi, avviato in Toscana nel 1978: impossibile estrapolare da tale complesso singole opere d’arte per un’esibizione. Il Kunsthaus tuttavia mostra con modelli e fotografie la grandezza del progetto e l’ambizione della sua realizzatrice. Per finanziarlo, de Saint Phalle fece produrre vaste serie di mobili e di artefatti decorativi; fino al completamento del progetto trascorreranno due decenni.
TRA MONDO VECCHIO E MONDO NUOVO. MA DA NESSUNA PARTE A CASA
Niki de Saint Phalle si reca spesso in Svizzera in occasione di mostre e per realizzare le proprie opere. Diversi lavori le vengono commissionati da autorità pubbliche, in particolare in Francia, per la decorazione di centri urbani. A metà degli anni Novanta si trasferisce a San Diego: progetta grandi installazioni per il Parco Kit Carson di Escondido tra Los Angeles e San Diego, completate postume nel 2003. Dopo la prematura scomparsa del suo gallerista Alexander Iolas e del suo stretto collaboratore Ricardo Menon a causa d dell’HIV, Niki si impegna in modo competente e creativo nella lotta contro la diffusione dell’AIDS. Solo in una tarda fase denuncia pubblicamente gli abusi sessuali subiti dal padre. In tal modo, il pubblico si rende conto anche di quanto importante – seppur controverso – fosse il rapporto dell’artista con la madre. Niki amava scrivere lettere. Molto di ciò oggi è noto sulle sue relazioni lo dobbiamo al suo anelito pressoché letterario.
UN’ARTISTA IMMORTALE
All’alba del nuovo millennio de Saint Phalle donò diverse centinaia di opere allo Sprengel Museum Hannover e al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza. Nella capitale francese era stata insignita del Praemium Imperiale, prestigiosa onorificenza artistica patrocinata dalla casa imperiale giapponese. Niki de Saint Phalle muore il 21 maggio 2002 per un enfisema polmonare causato da un’infermità, ma anche dall’utilizzo prolungato negli anni di materiali tossici quali il poliestere e le fibre di vetro. Al momento della sua scomparsa le «Nana» erano ormai universalmente note.
OPERE GRANDI E COLORATE, MA ANCHE SOBRIE E DISCRETE
La mostra mette in rilievo come Niki de Saint Phalle lungo il proprio percorso sia rimasta sempre innovativa, coraggiosa e indipendente. Nella più grande sala espositiva in Svizzera priva di pilastri di supporto, sono allestiti spazi semi-aperti, con rivestimento interno in parte nero e in parte bianco. Come in un paese, il pubblico circola intorno ad una piazza. Diverse serie di finestre mettono in relazione l’arte con lo spazio esterno, come amava fare l’artista nell’individuare la collocazione delle proprie opere. Niki de Saint Phalle, che ha lavorato anche come modella, si presenta al visitatore su numerose fotografie. Al pubblico vengono presentate prospettive inattese sulla sua opera, dal momento che molte delle creazioni di Niki de Saint Phalle non erano né ostentative né grandi o colorate. Anche la raffinata scenografia della mostra offre spazio per scoperte discrete.
UN’ESIBIZIONISTA INTROVERSA
De Saint Phalle rivela molto di sé, della propria intimità. L’esperienza traumatica della violenza sessuale subita dal padre, il rapporto teso e problematico con la madre e il proprio ruolo come donna sono presenti nella sua opera; infatti, molti suoi lavori sono un’occasione di confronto diretto, di vera e propria resa dei conti con persone ed eventi del suo passato. Inoltre, come donna dall’aspetto elegante, Niki era una figura solitaria in un mondo artistico ancora dominato dagli uomini, in cui tuttavia seppe ritagliarsi un posto importante e ben definito: nel Nouveau Réalisme, nell’arte concettuale in interazione con il mondo ma anche in un’opera spiccatamente individuale attestata da innumerevoli lettere e disegni. Il suo ventaglio espressivo oscilla fra il grande gesto invitante della «Nana Mosaïque Noire» (1999), ricoperta di specchi abbaglianti e di ceramica smaltata, e l’amore introverso per il dettaglio di «L’accouchement rose» (1964), un’opera in rete metallica e in legno che ritrae una partoriente dai tratti quasi mostruosi.
CHE MARCHIO!
Le parole chiave oggi utilizzate per descrivere al meglio l’arte di Niki de Saint Phalle sono «aggressiva» ed «emotiva». Il «marchio» della giocosa Niki de Saint Phalle è ben visibile anche al di là del mondo dell’arte, ad esempio vi ci si imbatte nelle stazioni ferroviarie, nelle boutique e nelle cartolerie. Come artista del XX secolo nota a livello internazionale, Niki de Saint Phalle si è mossa sapientemente tra arte e commercio, come nessun’altra professionista prima di lei. Del suo leggendario profumo non è stata finora realizzata una riedizione. Forse è meglio così, in modo da poter concentrare lo sguardo sui toni soffusi della sua opera artistica complessiva. Nell’attuale mostra al Kunsthaus è possibile ammirare questo e molto altro ancora.
CATALOGO
La mostra è accompagnata da un catalogo con contributi e testimonianze di Christoph Becker, Bice Curiger, Sandra Gianfreda, Margrit Hahnloser-Ingold, Cathérine Hug, Monster Chetwynd, Mickry 3, Shana Moulton, Nicolas Party e con trascrizioni dei dialoghi tra Laure Prouvost e Katharina Dohm nonché tra Seppi Imhof e Rhiannon Ash. La pubblicazione di 208 pagine, pubblicata da Hatje Cantz Verlag in tedesco e in inglese, contiene circa 170 illustrazioni; è disponibile a partire dall’inaugurazione della mostra presso lo shop del Kunsthaus e in libreria.
PROGRAMMA DI EVENTI
Visite guidate
Lo svolgimento delle visite guidate per il pubblico in lingua tedesca è previsto il mercoledì alle ore 18:00, il venerdì alle ore 15:00 e la domenica alle ore 11:00; la durata è di un’ora.
Visita guidata in inglese: sabato 1° ottobre, ore 13:00. Visita guidata in francese: sabato 15 ottobre, ore 13:00. Per visite private in altre date e anche in altre lingue si prega di rivolgersi al Kunsthaus: kunstvermittlung@kunsthaus.ch.
Workshop
Per le famiglie con bambini a partire dai 5 anni è proposto un interessante programma di attività inerenti all’opera di Niki de Saint Phalle, con la possibilità di esprimere la propria creatività. I workshop per famiglie, in cui si può dipingere, disegnare, incollare, tagliare e sperimentare a piacimento, sono previsti domenica 25 settembre e domenica 30 ottobre, dalle ore 10:30 alle ore 12:30. Biglietto: CHF 10.- adulti / 5.- bambini. Prenotazione tramite l’agenda online.
INFO
«NIKI DE SAINT PHALLE»
Dal 2 settembre 2022 all’8 gennaio 2023
Kunsthaus Zürich