Lusvardi Art presenta “Il mio deserto”, prima personale a Milano dell’artista russa ma berlinese di adozione Natalia Korotyaeva, a cura di Angelica Moschin.
Aperta al pubblico dal 5 novembre al 3 dicembre 2021, la mostra offre un’ampia panoramica sulla ricerca artistica di Korotyaeva, presentando un’accurata selezione dei suoi lavori più recenti, fra cui una serie di disegni a china realizzati fra il 2020 e il 2021.
LA MOSTRA
L’opera di Korotyaeva si caratterizza per un linguaggio poliedrico, enigmatico e sottilmente ultraterreno. Nei suoi lavori – che spaziano dalla scultura al disegno e dalla street art alla performance – l’artista si concentra sulla figura umana e sulla sua posizione all’interno della società. Le figure femminili, onnipresenti nella sua produzione, non aderiscono all’iconografia classica né tantomeno agli stereotipi odierni ma, al contrario, rivelano una tensione insopprimibile alla ricerca di nuove forme e ruoli da rivestire nella storia. Frutto del subconscio dell’artista, queste figurazioni sono mostrate libere da qualsiasi vincolo spaziale e inserite all’interno di paesaggi atemporali, più emotivi che fisici che lo spettatore, con il suo corpo e vissuto, è chiamato a completare e attivare nel suo intimo.
Attraverso le sale di Lusvardi Art, l’esposizione si snoda in gruppi tematici che ripercorrono l’evolversi del vocabolario artistico dell’artista, a partire dai tratti nervosi e corsivi dei suoi disegni a china, fino ad arrivare alle sue misteriose sculture in ceramica che sembrano indietreggiare e voler scomparire nella materia che le ha generate, coi loro occhi enigmatici, i loro pugni chiusi e sorrisi arcaici. Il disegno, inteso simultaneamente come matrice, processo e risultato finale, è la base su cui s’innesta il lavoro di Natalia Korotyaeva. Esso è ricordo e riconfigurazione di archetipi e tentativo di fissare in una forma definitiva figure aeree in fuga perenne. Ma è anche, soprattutto, un’esperienza estetico-religiosa, intesa dall’artista come dolente accettazione della tragicità della vita – condizione sine qua non per innalzare l’uomo a un grado superiore dell’Essere.
Immerse in un’atmosfera livida e rarefatta, le sue donne si fanno intermediarie di uno scambio aperto e continuo fra passato e presente, dentro e fuori, strada e altare ma anche trait d’union fra il mondo interiore dell’artista, percepito come calmo ed elementale, e il mondo circostante, confuso e incerto, teatro d’indigenza e ansia. Esse sono sbuffi e sberleffi al destino, fuochi fatui che nascono dalla realtà per tornare a essa, ma con uno sguardo, forse, più consapevole. “Verlöschend”, le avrebbe definite sullo spartito Anton Webern: colte nell’atto di spegnersi. Spegnendosi come? Nel modo più semplice: rinunciando alla pienezza del loro senso originario e alla certezza di una storia, sia essa storia universale o semplicemente autobiografia.
INFO
“Il mio deserto”
Natalia Korotyaeva
Dal 5 novembre al 3 dicembre 2021
Lusvardi Art
Corso Buenos Aires, 45
Milano