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Vivian Greven. Body Bond: il corpo come campo di percezione

Fino al 1° novembre 2025, Gallery Vacancy di Shanghai presenta Body Bond, la nuova personale di Vivian Greven presso la galleria.

Un progetto che prosegue la ricerca dell’artista tedesca sul corpo come luogo di flusso, percezione ed emozione, intrecciando il linguaggio della pittura con riflessioni sul desiderio, la distanza e la rappresentazione.

Il corpo come interfaccia tra storia e presente

Vivian Greven (1985, Düsseldorf) costruisce un linguaggio pittorico che dialoga con la storia dell’arte e con l’immaginario digitale contemporaneo. I suoi corpi, sospesi tra scultura classica e immagine mediatica, emergono come superfici di proiezione affettiva, spazi in cui intimità e dislocamento si intrecciano.
In Body Bond, il corpo non è mai un’entità definita, ma una condizione percettiva in continuo mutamento: un organismo di luce, colore e memoria, dove il gesto e la sensazione prevalgono sull’identità e sulla rappresentazione.

Vivian Greven S_Qulla VI, 2025, oil on canvas, 80 x 65 cm (31,5 x 25,6 in), photo Ivo Faber

Dal marmo alla pelle: l’illusione della materia

La pittura di Greven adotta cornici illusorie che generano una profondità stratificata, quasi scultorea. In Bond II (2025), ispirato alla Beata Ludovica Albertoni di Bernini, il tocco diventa un linguaggio mobile, che scivola dal grigio della pietra antica ai toni rosati del desiderio cinematografico. Il sacro e l’erotico si fondono in un equilibrio precario, dove la carne vibra come un’eco di marmo.
Allo stesso modo, in Lau III (2025), una mano accostata a un orecchio traduce l’ascolto in immagine: il suono si fa visibile, il silenzio si fa corpo. Le tripartizioni e i giochi di scala producono una percezione di ritardo e risonanza, come se lo sguardo stesso diventasse eco visiva.

Tra sensualità e ambiguità

Nei dipinti Bond I e Bond III (2025), Greven esplora la soglia tra gesto e intenzione: le mani che sollevano o lasciano cadere un tessuto restano sospese tra carezza e contenimento. Il rosa della seta incontra il biancore della pelle, evocando un equilibrio fragile tra innocenza e desiderio. In questa tensione, la pittura diventa un linguaggio erotico sottile, più vicino alla vibrazione del sentire che alla narrazione esplicita.

Vivian Greven S_Bond I, 2025, oil on canvas, 190 x 150 cm (74,8 x 59,1 in), photo Ivo Faber

Il colore come corpo

Con la serie 0V, l’artista abbandona la texture pittorica per campiture di colore uniforme e radiante. Le composizioni ripetute e simili tra loro attivano una modalità contemplativa dello sguardo: l’interpretazione lascia spazio alla pura percezione.
In 0V V (2025), il rosso diventa segnale e sensazione al tempo stesso — intimo e pericoloso, come un battito o una ferita. La perdita della profondità spaziale trasforma il colore in corpo, in energia pulsante che sostituisce la materia.

Veli, lacrime e pietra liquida

In Maria II (2025), ispirato alla Vergine Velata di Giovanni Strazza, Greven trasfigura la durezza del marmo in una superficie fluida e sensibile. Il velo, al tempo stesso protezione e prigione, si anima di gocce sospese — lacrime o pioggia — che amplificano la tensione emotiva dell’immagine. Le pieghe azzurre e le trasparenze acquatiche dissolvono la forma, trasformando la figura in un processo di compassione e metamorfosi. Qui il dolore, la bellezza e l’amore trovano una sintesi visiva che è al contempo intima e universale.

Traduzioni e cortocircuiti visivi

Con Tic XII (2025), tratto da una riproduzione digitale delle Tre Grazie acquistata online, l’artista intreccia la purezza del mito classico con le imperfezioni del mondo virtuale. La resa fedele dei materiali — porcellana, metallo, tatuaggi decorativi — rivela la stratificazione di contesti e di percezioni. L’immagine classica sopravvive, ma filtrata dal linguaggio della riproduzione contemporanea, come una memoria che muta con ogni passaggio di schermo o superficie.

Vivian Greven S_Tic XII, 2025, oil on canvas, 130 x 160 cm (51,2 x 63 in), photo Ivo Faber

L’immagine come legame

In tutto Body Bond, Vivian Greven ridefinisce l’immagine del corpo come relazione: un legame tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo. Le sue figure, sospese tra il visibile e l’emotivo, rifiutano la fissità della rappresentazione per diventare esperienze percettive.
Attraverso gesti congelati, colori vibranti e spazi fluidi, Greven invita a un esercizio di attenzione sensibile, in cui lo sguardo si apre al contatto, e la pittura diventa un atto di connessione.

Exhibition View

Info

Body Bond
Vivian Greven  
Fino al 01 November 2025
Gallery Vacancy
6F, 261 S Yunnan Rd
Shanghai 200021

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