E’ stato presentato al Museo del Novecento a Milano Today Is Not Today, la piattaforma artistica Vr che promuove un uso culturale ed educativo delle nuove tecnologie applicate ai linguaggi dell’arte.

Il progetto, che si sviluppa con il coinvolgimento diretto degli archivi e delle fondazioni d’artista di riferimento, si articola in una collezione di opere pensate come ambienti immersivi di realtà virtuale, (interattivi e multilingue, fruibili tramite app con visore Vr), tecnologia che consente di realizzare opere d’arte inedite, incompiute o di difficile se non impossibile esecuzione.
A partire dal 30 giugno 2025, le opere saranno fruibili, effettuando l’acquisto sul sito web – www.todayisnottoday.com – e scaricandole come app direttamente in visore con Meta Horizon Store.
Le opere
Le prime due opere a entrare nella collezione di Today is not Today, che inaugurano la sezione dedicata ai progetti incompiuti o mai realizzati dell’avanguardia artistica italiana del Novecento, sono Il Labirinto (1960) di Piero Manzoni e Il Tempio. La nascita dell’Eidos (1971) di Vincenzo Agnetti e Paolo Scheggi.
Si tratta di lavori concepiti agli esordi della Cibernetica, quando poeti, musicisti e artisti iniziavano a confrontarsi con i primi elaboratori elettronici, individuando una dimensione all’epoca del tutto nuova – ovvero quella del Virtuale.
Il Labirinto di Piero Manzoni, realizzato in stretta collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, consiste in una originale sequenza di escape room liberamente ispirata a un’idea risalente al 1960 circa.
Studioso di psicologia e appassionato di Jung, Piero Manzoni (1933-1963), immaginò difatti un labirinto per test psicologici che doveva coinvolgere direttamente lo spettatore che, a seconda delle scelte effettuate durante il percorso, arriverà alla fine a scoprire il proprio profilo psicologico. La ricerca effettuata durante lo sviluppo dell’opera ha permesso, infatti, di collocare tale idea all’interno di una rete internazionale di relazioni, poetiche e influenze di cui proprio il concetto di “labirinto” era al centro – da una mostra mai concretizzata allo Stedelijk Museum (di cui Manzoni era al corrente) – a un famoso intervento di Italo Calvino di poco tempo dopo (“Sfida al Labirinto”, 1962).
Piero Manzoni lo descrisse in questo modo: “Lo spettatore entrerà in una specie di labirinto, composto da molte celle più o meno grandi, controllate da un cervello elettronico. Il ‘soggetto’ è lo spettatore stesso (la sua struttura psichica). Secondo le sue reazioni verrà indirizzato autonomamente piuttosto verso un itinerario che un altro, itinerario che solleciterà in lui differenti sensazioni, secondo la scelta inconscia che egli stesso farà”.
Il Tempio. La nascita dell’Eidos (1971) di Vincenzo Agnetti (Milano 1926 – 1981) e Paolo Scheggi (Settignano, Firenze, 1940 – Roma, 1971), è invece un luogo “consacrato” alla contemplazione dell’essenza dell’oggetto, anziché dell’oggetto reale che tradisce l’interesse da parte dei due artisti verso lo spazio della virtualità. Concettuale, ma anche visionario – in esso trova posto a esempio una “moneta virtuale” che sembra anticipare le attuali criptovalute.
Il Tempio resta un’opera enigmatica e complessa di non facile interpretazione, ma di potente impatto emotivo. Anche in questo caso, la ricerca, condotta in concorso con l’Archivio Vincenzo Agnetti e l’Associazione Paolo Scheggi, ha portato a un supplemento interpretativo, a cominciare dal riferimento all’Eidos (forma essenziale) che rivela richiami alla filosofia fenomenologica, all’epoca al centro del dibattito artistico, e che prometteva di andare oltre logore dicotomie come quella tra figurazione e astrazione, o tra oggettivismo e concettualismo.
Questo progetto – ricordano Cosima Scheggi Merlini e Ilaria Bignotti, rispettivamente presidente e curatrice scientifica dell’Associazione Paolo Scheggi – riesce a rendere fruibile un’opera altrimenti destinata a restare “in silenzio” e che invece, grazie alla sua restituzione come ambiente esperibile virtualmente, “grida” una contemporaneità incredibile e anzi risulta, vissuta oggi, assolutamente profetica”.
Come si evince dai suoi scritti – sottolinea Germana Agnetti, presidente dell’Archivio Vincenzo Agnetti – per Agnetti fare Arte era un po’ come tradurre e, questa trasposizione in realtà virtuale de Il Tempio. La nascita dell’Eidos, opera pensata e progettata nei minimi particolari insieme all’amico Scheggi, è in fondo una traduzione, una traduzione in un linguaggio del futuro che entrambi gli artisti avevano spesso preconizzato, anche in questo loro lavoro”.
Nel 1960 circa – afferma Rosalia Pasqualino Di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni – in poche righe, Manzoni descrive un labirinto “per test psicologici”, controllato da un cervello elettronico. Oggi è stato possibile realizzare questa idea manzoniana, completandola con il test messo a punto negli stessi anni da Katharine Briggs e sua figlia Isabel Myers, grazie ai visori Virtual Reality: il soggetto si troverà in diversi ambienti e situazioni dove dovrà affrontare delle scelte, a seconda delle quali infine arriverà a scoprire alcune caratteristiche della propria personalità”.
Info
TODAY IS NOT TODAY
IL LABIRINTO (1960) di PIERO MANZONI
IL TEMPIO. La nascita dell’Eidos (1971) di VINCENZO AGNETTI e PAOLO SCHEGGI
Il pubblico potrà partecipare all’esperienza di Today is not Today da settembre 2025, nelle sedi dell’Archivio Vincenzo Agnetti, della Fondazione Piero Manzoni e dell’Associazione Paolo Scheggi, prenotandosi ai siti internet delle rispettive istituzioni (www.vincenzoagnetti.com; www.pieromanzoni.org; www.associazionepaoloscheggi.com).