Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale. Lo stile mai.
Sanremo. Esterno notte nel giorno di San Valentino
Luci tremolanti, melodie gracchiano ormai in lontananza. La spiaggia si denuda del giocoso chiacchiericcio estivo. Irrompe sulla scena l’eco ticchettante di stivali, sincronicamente alternati, in ritmo militare. Da lontano sembrano preannunciare un coraggioso leone, mentre da vicino ecco che apre il sipario un delizioso topolino. Una figura gentile di giovane uomo avanza e l’ombra gigante si fa più potente nel diventare gentilmente minuta.
Lucio Corsi, non è un duro, ma in quella notte inebriata dalla luce delle stelle sul manto del mare, pare sembrare più combattivo di De Niro in Toro Scatenato.
Pantaloni aderenti come pelle di un serpente neanche fosse Sid Vicious, camicia trasparente che sembra riflettere la luce di mille vetri rotti e spalline del coprispalle giallo imbottite di pacchetti di patatine che vanno a nozze con il rumore dei suoi stivali.
Lucio cerca qualcosa, verità o bugie? Forse non lo sa neanche lui. Everybody’s weird, scriverebbero oltremanica.
Mentre percorre il viale che porta verso il Caffè Amarcord, il suo sguardo incrocia una donna che sembra essere Un’eco di una vita perfetta. Ma c’è qualcosa nei suoi occhi che lo ferma. Quella donna è il ritratto dell’enigma più affascinante, nascosto sotto il sorriso perfetto, la pelle che brilla come oro, l’abito che sfida ogni gravità. Un sogno di strass, ricami e trasparenze che ondeggia nell’aria come un angelo, una bellezza aliena arrivata da una stella sconosciuta.
Elodie. La sua voce incanta milioni di cuori, ma questa notte sembra impegnata a cullare il suo cuore.
L’incontro tra i due avviene in modo del tutto casuale ma la sensazione è di essersi già visti. Un saluto e già dopo qualche minuto di conversazione, lui si perde nel mistero nelle parole di lei. Quando accenna a suo marito, il riccioluto Simone, la sensazione è che nel rapporto con lui sia ci sia qualcosa
di cui è difficile parlare.
Interno notte
La tensione nel Caffè Amarcord è palpabile. Arriva dal piano di sopra, dal nobile e irraggiungibile appartamento dei coniugi Cristicchi.
Lucio Corsi, con il suo sguardo incantato, osserva ancora Elodie, una sfinge, l’idea stessa della femme fatale fatta carne, che si avvicina con passo deciso.
Nel suo abito nero Versace folgora le luci soffuse, ipnotizzando gli sguardi di tutti. “Lucio”, inizia Elodie con voce vellutata, “ho bisogno del tuo aiuto.
Non posso più nascondere la verità”, sussurrando un segreto che avrebbe cambiato tutto. Lucio la osserva, un’ombra rapisce il suo viso pallido, qualcosa
sembra aver colpito e affondato i pacchi di patatine sulle sue spalle.
Simone Cristicchi, il marito, si avvicina con passo incerto. Il completo rosso cardinale Antonio Marras gli conferisce un fascino senza tempo.
Damiano, il maggiordomo nel suo standing statuario serve un drink a Elodie con una precisione impeccabile. Il suo abito nero firmato Valentino, i guanti in pizzo e il nobile portamento riflettono la sua lealtà incrollabile.
Ed ecco ad un angolo Francesco, il Gabbani in abito bianco Corneliani e brillantina, autista di fiducia della famiglia Cristicchi, che osservava la scena con attenzione. Il suo sguardo attento e l’aria di chi sa più di quanto dica lo rendono un personaggio misterioso.
Ancora un’occhiata nel salone, distesi sul divano i terribili gemelli che si fanno chiamare Coma_Cose, nei loro simbiotici toni tenui, tanto quotidiani quanto fuori dallo spazio, frutto della creatività di una maison immortale come Valentino. Pantaloni beige e camicia azzurra per lui, perfettamente ordinario, trucco impeccabile e collant meravigliosamente straordinari per lei.
Francesca Michelin come una bambina capricciosa e volubile, osserva anche lei la scena sopra le parti, accompagnando le note del suo sorriso a un completo deliziosamente Miu Miu. Ha l’aria di chi ha in mano il destino di tutti gli ospiti.
Le si avvicinano i due fidi camerieri, molto più che attenti consiglieri, uno è Fedez, occhi nerissimi che affondano nel nero del suo completo Versace, l’altro Irama, creativamente esploso nella sua camicia “pelle di lucertola” Belmain. Due chiacchiere all’orecchio, un accenno di sorriso che scompare nella musica orchestrale dei The Kolors. Un jazz che riempie l’atmosfera di elettrizzante attesa, tra fiati e bassi a gonfiare completi delicatamente sartoriali che strizzano l’occhio a YSL.
Siede al centro della grande sala, come un re, Massimo, il Ranieri zio d’America, esplora, guarda e controlla tutto nel suo outfit firmato Pignatelli e accenna ad alcuni versi di Tra le mani un cuore “non l’ho mai visto io, neanche quando lo sporcai con il rosso di un addio”.
Si spalanca la porta, come fosse un gran sipario ed entra in scena il detective Achille Lauro.
Abito di Alta Sartoria di Dolce & Gabbana, doppio petto gessato, in una gabardine di lana color bianco. Un cappotto poggiato sulle spalle, anch’esso impreziosito da ricami lineari di cristallo nero. Il fiore all’occhiello in organza e velluto nero, anzi nerissimo, è un indizio del mistero che nascondono le sue parole.
To be continued (febbraio 2026).
Spoiler alert.
In tutti i noir melodici l’assassino è sempre Madame Suspense e la vittima è il pubblico da casa.
Testo di Simone Chiovitti ed Ester Grossi