Proseguono anche in questa Fase 2 dell’emergenza pandemica gli Studio Visit on line dove, in maniera virtuale, entriamo nei luoghi all’interno dei quali gli artisti realizzano, in questo periodo di emergenza, le loro idee creative e chiacchieriamo un po’ con loro della loro arte, delle varie opere, del particolare momento in cui stiamo vivendo e scopriamo quale è il loro Manuale di sopravvivenza alla quarantena e alla Fase 2.
L’appuntamento di oggi è con: IPPAZIO CAMPA
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CHI E’ IPPAZIO CAMPA
Nasce il 29 maggio 1972 a Corigliano d’Otranto, nel cuore del Salento, e ben presto il suo nome si distingue nel panorama artistico nazionale e internazionale.
Pervaso dal barocco della terra natia, e’ travolto dal pensiero e stile pittorico di Caravaggio uno dei massimi esponenti della pittura del’600; si avvicina alla sua arte, la studia , la interiorizza.
Le sue opere , chiaramente di influenza caravaggesca, sono eseguite con l’antica tecnica del pastello.
E’ definito il ritrattista dell’anima, per la sua capacità di far affiorare lo stato d’animo del soggetto , coinvolgendo l’osservatore in un dialogo intimo e continuo.
Molto apprezzato da pubblico e critica per le sue doti tecniche e comunicative, è INVITATO A PRESSENZIARE A PRESTIGIOSI EVENTI ED E’ RECENSITO DA ILLUSTRI CRITICI.
Espone a Louvre, New York, Washington, Hollywood , Roma, Oviedo.
Nel 2016 espone a Marina di Andrano con una personale di pittura , moderata dal maestro Josè Dalì , figlio del noto pittore spagnolo.
Nel 2017 realizza il ritratto di Aldo Moro e riceve L’Alto riconoscimento Internazionale, a personalità dell’Arte, della Scienza e della Cultura. Rappresentato in una solennità ieratica che ben esprime la grandezza, l’intenso sguardo di Moro rivela la spiritualità e il grido di un uomo sempre mosso dalla fede incontrollabile e quotidianamente alimentata.
Lo stesso ritratto diventa immagine di copertina scelto dal Postulatore della santa Sede.
Dal dicembre 2017 è insignito del titolo di Cavalliere della Repubblica per meriti artistici e istituzionali.
Il ritratto ufficiale del Comandante Generale dell’arma dei Carabinieri e’ custodito nel Museo Storico dell’Arma.
E’ ritrattista di Sua Santità Papa Francesco, dal quale riceve lettera personale di ringraziamento.
Il Presidente della Repubblica lo riceve a Palazzo del Quirinale e nel contesto il Maestro Campa consegna il ritratto al Capo dello Stato.
Nella città di Salerno su commissione del Presidente del gruppo di preghiera “Fedeli di San Matteo” rappresente la vocazione di San Matteo col titolo Mt.9-9,13”.
L’opera ha dimensioni notevoli ed è consegnata a S. E.R. Cardinale Renato Raffaele Martino, protodiacono di Santa Romana Chiesa, in occasione del genetliaco il 23 novembre 2018.
Con quest’opera l’artista afferma:
L’artista è colui che annuncia mediante le sue opere, la bellezza intramondana. L’arte a mio avviso e così come da me vissuta ed esercitata è conoscenza intuitiva ossia apprensione immediata di un contenuto sensibile che esprimo mediante la presenza di un contenuto accoglibile mediante i sensi.I colori, le forme, le sfumature danno sostanza a quella che io chiamo, scienza della sensibilità autonoma e altra rispetto alla logica. L’intuizione non può restare tale ma necessariamente, quale momento catartico dell’arte stessa, deve necessariamente trasformarsi in espressione. Lontano dai canonici classici e icononografici stereotipati, ho voluto dare corpo alla “parola interna” alla “immagine interiore” che mi sovveniva leggendo la bella pagina del Vangelo relativa alla vocazione di Matteo.
Matteo, è uno di noi, così l’ho voluto rappresentare, è l’uomo anonimo che procede sulle strade della vita, che corre su binari del non senso o alla ricerca di esso. Ma ecco, irrompe la novità: Cristo lo chiama alla sua sequela, gli rivela il suo amore. Matteo lascia cadere le cataratte dell’egoismo, del fascino ammaliante dei beni di questo mondo e si lascia toccare il cuore da Cristo. Da quel momento, nulla sarà come prima. è l’amore che guarisce, è l’amore che rinnova, è l’amore che rende belli. Ho voluto annunciare, mediante il volto giovane e vivo di Matteo, non anziano e canuto così come solitamente si è abituati a vederlo rappresentato, la vita nuova in Cristo.
Nel fare questo lavoro ho abbracciato la lectio della Dott.ssa Sara Magister…
E’ questo il messaggio che voglio lasciare. In Cristo, il pastore bello, la via pulcritudinis, si fa anche pista preferenziale della bella notizia, annuncio e caparra dell’ottavo giorno.