Il ritorno di Sho Shibuya alla galleria Unit di Londra segna un nuovo capitolo nella sua esplorazione poetica del tempo e della luce.

Con Falling from the Sky, l’artista giapponese trapiantato a Brooklyn si concentra su un fenomeno spesso percepito come scomodo o malinconico: la pioggia.
I trenta lavori esposti sono realizzati sul fronte del New York Times, medium che Shibuya ha reso cifra distintiva della propria ricerca. Ogni dipinto cattura la luce dell’alba filtrata attraverso un vetro su cui scivolano gocce di pioggia rese con un trompe l’œil minuzioso. Come le albe e i giornali, nessuna goccia è identica a un’altra.
Dal 2020, Sho Shibuya ha mantenuto una pratica pittorica quotidiana che inizia ogni mattina all’alba. Che si trovi a casa a New York o in viaggio all’estero, l’artista si sveglia presto per prendere il quotidiano del giorno – spesso il New York Times o equivalenti locali – prima di coprirne la prima pagina con una rappresentazione del meteo del giorno. Questi dipinti, creati in risposta al cielo mattutino, fanno parte di un diario visivo in continua evoluzione, che cattura la luce fugace e l’atmosfera di ogni nuovo giorno.
Mentre molte delle opere raffigurano albe luminose e luminose, ” Falling from the Sky” rivolge lo sguardo a un soggetto più contemplativo: la pioggia. Per Shibuya, le giornate piovose offrono un particolare tipo di bellezza; mentre le gocce di pioggia scorrono lungo i vetri delle finestre, o vengono spinte lungo di essi da forti venti, formano delicati motivi in continua evoluzione che conferiscono un significato rinnovato ai concetti di effimero e idiosincrasia. Questi motivi, registrati attraverso fotografie e trasformati in composizioni pittoriche, sono al tempo stesso meditativi e spontanei.
L’artista osserva che la pioggia spesso aiuta a fissare i nostri ricordi personali più vividi, come il giorno in cui incontrò sua moglie, entrambi entrati in un ristorante giapponese sotto un acquazzone, con l’ombrello in mano. Per lui, la pioggia rallenta il tempo, invita alla riflessione e offre momenti di intimità con il mondo. Questi dipinti mirano a preservare quella sensazione: il luccichio della luce trasformato attraverso il vetro e l’acqua, e il sottile cromatismo che si ritrova nei cieli grigi.
Eppure, sotto la serenità di questi dipinti si cela una silenziosa tensione.
L’artista osserva: “In altre parti del mondo, il cielo non è clemente. Non è la pioggia a cadere, ma le bombe. Le stesse nuvole grigie che mi confortano qui proiettano ombre di paura altrove. Dove vedo bellezza, altri vedono fumo. Distruzione. Silenzio rotto non da gocce delicate, ma da esplosioni. Questo contrasto mi accompagna. Questi dipinti non sono solo inviti a fermarsi e riflettere, ma promemoria di come appare la pace. E di quanto sia fragile”.
Falling from the Sky invita gli spettatori a fermarsi e a riflettere su ciò che resta anche molto tempo dopo che le nuvole sono passate.
Le opere di Sho sono visibili anche accanto a quelle di Jenny Holzer, Sarah Sze, Maarten Baas e altri nella mostra We, Such Fragile Beings, inaugurata al Podo Museum di Seoul.
INFO
Sho Shibuya
Falling from the Sky
20 August – 21 September
Unit, 3 Hanover Sq, London