Sara Bonaventura: LETTURA INTERROTTA DI UN’ONDA

“Lettura interrotta di un’onda” è la nuova incursione di Sara Bonaventura.

Per concretizzare la sua visione di video-arte pubblica Sara ha collaborato con l’Hybrid Tower di Mestre, un grattacielo ibrido per destinazioni d’uso, sorto all’interno di un progetto di riqualificazione urbana di zone industriali semi abbandonate adiacenti alla stazione di Mestre, appendice liquida della laguna, nel senso di quella terraferma policentrica e diffusa, in cui vennero cementifici, tombinati o deviati molti navigli.

Come dire, l’acqua scorre anche sotto Mestre, che rimane allo stesso tempo periferia di Venezia e centro urbano a sé, condizione ibrida per eccellenza. 

Abbiamo parlato con Sara ecco il suo racconto:

 Lettura interrotta di un’onda è una storia di ibridazioni, riflessi, isolazioni, dettagli, suoni e continue mutazioni. Raccontaci il progetto nel suo insieme.   

Il progetto stesso è mutato nel tempo e si articola in due versioni, una prima integrale di 5 minuti e delle brevissime incursioni di 3 secondi l’una su un video wall pubblicitario in collaborazione con la Hybrid Tower di Mestre, uno snodo importante e simbolico tra la città vecchia, Venezia, e la sua periferia, Mestre e le industrie, Marghera, eccellente esempio di riqualificazione urbana di una zona post-industriale adiacente alla stazione. Lettura interrotta di un’onda si ispira ad un libro di Calvino, Palomar, in particolare il capitolo Lettura di un’onda, che descrive l’impossibilità di cogliere una singola onda nella sua complessità. Si parla di onda come elemento naturale, ma nel mio lavoro l’onda è chiaramente legata ad una presenza antropocentrica, il moto ondoso che ho ripreso che nella laguna è creato soprattutto dal passaggio delle barche. La lettura di un’onda di Calvino parla dell’osservazione della natura mutevole, nel video quell’esperienza visiva è interrotta, esasperando la difficoltà di rappresentare la complessità. 

Racconti che l’incursione video è stata concepita come un portale che permetta uno spostamento di immaginario, ma anche un collegamento fra due facce della città metropolitana: Mestre/Marghera e Venezia.  Quale universo ci apre questo portale?

Questo portale apre un universo bilaterale, verso entrambe le direzioni, come il nome Hybrid Tower esemplifica molto bene. Un universo di possibilità, di potenziale dinamico, un in between. Quelle onde abitano uno spazio simbolico in quel punto nevralgico. Sembrano collassare tra le pubblicità, come delle interferenze, delle allucinazioni che però innescano una connessione, in quella immediatezza percettiva. Nella versione sulla Hybrid Tower le sequenze intercalate ai messaggi pubblicitari scorrono molto veloci, si tratta di 9 sequenze di 3 secondi l’una, ispirate alla struttura di Palomar di Calvino, diviso in 3 parti, a loro volta suddivise in 9 racconti. La versione integrale più lunga induce invece ad un simile stato di sospensione psichedelica attraverso la durata e la persistenza dell’immagine.

Venezia ha un suo ritmo da sempre, fondato sull’acqua-tempo, una musica che le parole non possono descrivere. Tu hai cercato con le immagini di dare una forma visiva a questo ritmo. Raccontaci il processo con il quale hai sposato immagini e musica.

L’espressione acqua-tempo mi riporta un po’ al Deleuze dell’immagine-movimento (le parti relative a registi che si soffermano a riprendere fiumi e acqua) e all’immagine-tempo (piani sequenza o jump cut). In qualche modo l’espressione acqua-tempo è un connubio di entrambe. Il focus è sia sulla spaziatura del movimento, ma anche sul vuoto, essendo un ritaglio astratto del flusso continuo della materia acqua. E allo stesso modo il rapporto con la musica, nella versione estesa di 5 minuti, è sincrono e asincrono. Si tratta di una collaborazione con un musicista di base a Venezia, Nicola Busetto aka Busla, al modulare. Il suo suono analogico ben si accompagna alle riprese effettuate con ottiche analogiche senza nessuna post-produzione digitale. Il pezzo riesce a rievocare i due elementi cardine, acqua e aria, con un sotto-testo malinconico che emerge con un dolce climax, culminante con le riprese dei riflessi della Scuola Grande di San Rocco.

Venezia è anche il mondo e il mondo rovesciato. Nel tuo progetto hai cercato di evocare questo ibrido, rovesciando le fondamenta acquatiche.

Le fondamenta rovesciate sicuramente appartengono a Venezia, che è una sorta di bosco rovesciato se si pensa ai boschi del Cadore e del Consiglio su cui si fonda la città. Un bosco invisibile celato proprio dall’acqua, che ci inganna col riflesso rovesciato delle incantevoli architetture veneziane, dei watermark (Fondamenta degli Incurabili, altro libro sempre ispirante, di Brodskij). Venezia con il mare come pavimento, il cielo come tetto, il flusso delle acqua come pareti, come si diceva già nel 200. L’accento è sulla verticalità e quindi il mio rovesciamento è stato proprio quello di rovesciare le fondamenta liquide, sospese in alto sulla Hybrid Tower, proprio per rinsaldare la dualità fra le due anime della città metropolitana, con un chiasmo fra questi due elementi, l’aria e l’acqua, che associamo meno a Mestre, che però era piena di navigli e corsi d’acqua. Per questo ringrazio la HTM, realtà dinamica aperta a collaborazioni con istituzioni culturali e progetti mediatici ad hoc. 

IL VIDEO

Le sequenze, realizzate nella città lagunare, fanno parte di un lavoro video più lungo, prodotto da CRUO, qui visionabile:
La versione integrale di 5 minuti, si apre con un invito, Buona Modulazione, da una foto scattata a Burano, un dettaglio di uno statua dedicata a Baldassarre Galuppi, compositore del Settecento che così definiva la buona musica, per la sua innovazione ritmica. Il Barocco, con gli ultimi slanci più trionfali, ha sancito la consistenza acquatica della città. Con la perdita dei commerci e dei monopoli, lo sguardo si è poi spostato alla periferia, alle piccole cose, lasciando spazio ad un registro più marginale di percezioni ed emozioni intime e impalpabili. Il destino di questa Venezia poetica ma fragile è quanto mai incerto, difficile è trovare il linguaggio capace di raccontare il presente sfuggente.
Questa città ha un suo ritmo da sempre, fondato sull’acqua-tempo, una musica che le parole non possono descrivere. Bonaventura ha provato a restituire questa musica con l’immagine in movimento, in collaborazione con il musicista Nicola Busetto, che ha creato un soundscape minimale di moto ondoso con dei sintetizzatori modulari. Ha filmato quell’architettura di onde per ore durante la pandemia, sperando che questa materia impalpabile possa diventare uno strumento per pensare, istante per istante, nel moto continuo, nel labirinto di riflessi.
Il risultato è un’immagine attuale quanto il glitch, senza usare nessun effetto digitale ma solo ottiche, sospesa tra vaghezza e chiarezza (sempre da Galuppi, foto in chiusura giustapposta alle ultime riprese, volutamente le più riconoscibili: il riflesso della Scuola Grande di san Rocco, un santo invocato spesso ultimamente).

INFO

Sara Bonaventura 
http://www.s-a-r-a-h.it/
https://www.foresthymn.com/
http://eye-of-sara.tumblr.com/

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