Triennale Milano ospita da oggi, 5 dicembre 2023, fino al 10 marzo 2024 la prima personale in Italia dell’artista australiano Ron Mueck.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondation Cartier pour l’art contemporain offe una selezione di sei opere mai esposte prima in Italia.
La mostra in Triennale è un’evoluzione del progetto espositivo tenutosi a Parigi nell’estate 2023, concepito da Fondation Cartier in stretta collaborazione con l’artista, terza tappa di un dialogo incessante tra Ron Mueck e l’istituzione francese, avviato nel 2005 e proseguito nel 2013.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo si compone di sei sculture e comprende la monumentale installazione Mass (2017, proveniente dalla National Gallery of Victoria, Melbourne), esposta per la prima volta fuori dall’Australia in occasione di questo progetto che illustra gli sviluppi più recenti della pratica artistica di Mueck, insieme a lavori iconici realizzati nel corso della sua carriera. In mostra anche due film del fotografo e regista francese Gautier
Deblonde.
Per scolpire i suoi prodigiosi e realistici personaggi, sempre di dimensioni sorprendenti, impiega mesi, a volte anni. In venticinque anni di attività ha dato vita a 48 opere in totale, la più recente delle quali è stata completata poco prima dell’inaugurazione della mostra alla Fondation Cartier pour l’art contemporain a Parigi, nel mese di giugno 2023.
LA COLLABORAZIONE TRA FONDAZIONE CARTIER E TRIENNALE
La personale di Ron Mueck costituisce la settima mostra organizzata nell’ambito del parternariato della durata di otto anni tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain, istituzioni europee caratterizzate da un approccio multidisciplinare, che condividono la medesima visione sulla cultura contemporanea e la creazione artistica.
L’ARTISTA
Nato nel 1958 a Melbourne (Australia) da genitori tedeschi, Ron Mueck vive e lavora nel Regno Unito dal 1986. Dopo aver lavorato come realizzatore di manichini e pupazzi per film e televisione, la sua carriera artistica inizia nel 1996 con una scultura di Pinocchio commissionata dall’artista Paula Rego. Un anno dopo, la sua opera Dead Dad (1996-97) diventa la star della mostra Sensation: Young British Artists from the Saatchi Collection (presso la Royal Academy of Arts di Londra). Nel 2001, Boy (1999) viene presentata alla 49ª edizione della Biennale di Venezia. Le sue mostre personali hanno girato i musei di tutto il mondo, in Nord America, Europa, Sud America ed Estremo Oriente. Le sue opere fanno parte anche di collezioni pubbliche e private, tra cui National Gallery of Canada (Ottawa), National Gallery of Victoria (Melbourne, Australia), Tate (Londra), Museum of Fine Arts (Houston, USA) e Fondation Cartier pour l’art contemporain.
SCORE
OPERE: 8,00 – Sei le opere rappresentative e iconiche della produzione di Mueck in mostra:
Mass (2017), nella sua dimensione e ambizione è l’opera dalla quale si dipana la mostra e rappresenta una pietra miliare nella carriera dell’artista. Commissionata dalla National Gallery of Victoria (Melbourne, Australia), Mass è un’installazione composta da cento gigantesche sculture di teschi umani disposti in mostra dall’artista, in dialogo con lo spazio espositivo.
L’installazione offre un’esperienza fisica e psicologica che cattura i visitatori e li incoraggia a riflettere sugli aspetti fondamentali dell’esistenza umana. Il titolo offre un assaggio delle differenti interpretazioni cui l’opera si presta. La parola inglese mass è infatti riconducibile a molteplici significati, da “mucchio disordinato” a
“funzione religiosa”, che costituiscono punti di partenza per l’esperienza personale di ciascun osservatore a confronto con l’opera.
Per Mueck, “Il teschio umano è un oggetto complesso. Un’icona potente, grafica, che riconosciamo immediatamente. Allo stesso tempo familiare ed esotico, il teschio disgusta e affascina contemporaneamente.
È impossibile da ignorare, richiede la nostra attenzione a un livello subconscio.” I teschi vengono mostrati in gruppo, un insieme di individui che si impone sul visitatore. In questo modo, Mass si differenzia dai precedenti
lavori dell’artista, che raffiguravano sistematicamente gli esseri umani nella loro individualità.
En Garde (2023) è uno spettacolare e minaccioso gruppo di cani di quasi tre metri di altezza. Qui la riduzione dei dettagli della superficie, a favore della concentrazione su forma e tensione, permette di mantenere l’immediatezza del primo approccio man mano che l’osservatore si avvicina. La scultura è un vivido riflesso
dell’incertezza del presente e di come il futuro potrebbe rivelarsi.
This Little Piggy è una scultura di piccole dimensioni ispirata a un passaggio del romanzo Pig Earth (1979) di John Berger ed è la prima volta che Mueck concede al pubblico la possibilità di vedere un lavoro in corso d’opera. This Little Piggy lascia trasparire la presenza della mano dell’artista che manipola l’argilla grezza mentre orchestra i movimenti e le tensioni di questo insolito grande gruppo di persone che lavora
assieme per un obiettivo comune.
Baby (2000) è una scultura di piccole dimensioni che rappresenta un neonato e trae ispirazione dall’immagine di un libro di medicina che mostra un bambino tenuto per i piedi pochi attimi dopo il parto. In contrasto con il post-mortem Mass, questo piccolo ritratto dei primi momenti di vita focalizza l’attenzione su di un
soggetto intenso. Capovolgendo l’immagine originale e fissando la scultura al muro, l’artista crea una forma a croce che invita alla contemplazione come se si trattasse di un’icona religiosa, segnata da quella che sembra essere, da un’analisi più ravvicinata, un’espressione dispettosa.
In Bed (2005) è la gigantesca rappresentazione di una donna stesa a letto, con la testa sollevata contro i cuscini. Nonostante la taglia colossale, la scultura appare delicata e intima. Come sempre nelle opere di Ron Mueck, le dimensioni fuori scala sono centrali per l’approccio dell’osservatore. In questo caso le grandi dimensioni
alterano la prospettiva, creando una sensazione di vicinanza con una persona i cui pensieri sembrano essere rivolti altrove. In Bed fa parte della Collezione della Fondation Cartier dal 2005.
Woman with Sticks (2009) è una donna la cui schiena è piegata sotto lo sforzo di un lavoro non precisato, mentre i suoi piedi sono fermamente ancorati al suolo, creando una posizione dinamica che si contrappone all’elegante irregolarità dei bastoncini trattenuti a fatica tra le sue braccia. La morbidezza della sua pelle viene segnata dai legnetti secchi taglienti e l’espressione sul suo viso sembra indicare concentrazione verso ciò che
la circonda. Le dimensioni, volutamente ridotte rispetto al reale, conferiscono alla scultura una stranezza inquietante, come se l’osservatore fronteggiasse un mondo fisicamente presente, ma allo stesso tempo allegorico. Woman with Sticks fa parte della Collezione della Fondation Cartier dal 2013.
Interessanti sono anche i due film: Still Life: Ron Mueck at Work (2013) e Three Dogs, a Pig and a Crow (2023) del fotografo e regista francese Gautier Deblonde, che offrono uno spaccato sulla atmosfera dello studio di Mueck e sul suo metodico e minuzioso metodo di lavoro negli ultimi venticinque anni.
ALLESTIMENTO: 7,50 – I saloni della Triennale con le ampie vetrate offrono un ottimo rapporto di luce naturale e luce artificiale che crea riflessi e sfumature. Soprattutto per Mass e In Bed si vengono a creare interessanti riflessi e fraseggi visivi che danno maggior impatto e drammaticità al complesso artistico.
Minimale e di impatto è la stanza che accoglie En Garde. Appena si gira l’angolo della sala precedenti si viene colpiti dalla maestosità dei tre cani in posa aggressiva che ritornano una sensazione di sorpresa, attenzione e allarme.
CATALOGO: n.a. – In occasione della mostra parigina, la Fondation Cartier ha pubblicato un’edizione ampliata del catalogo ragionato delle opere di Ron Mueck, uscito per la prima volta nel 2013. Questa guida di riferimento completa copre i trent’anni di carriera dell’artista e presenta tutte le opere che ha creato dal 1996 a oggi.
COMPLESSIVO: 8,00 – Il viaggio nel mondo surreale di Mueck offre un percorso attraverso la sua produzione e la sua evoluzione stilistica e artistica. La tensione scenica contrapposta all’immobilismo dei suoi personaggi rende il realismo dell’artista massivo e impattante. Una occasione da non perdere per soffermarsi e meditare guardando gli sguardi e i dettagli dei suoi personaggi, cercando di decodificare e dare un significato alla sua opera, profondamente misteriosa ed estremamente genuina che invita nel profondo a riflettere sulla propria relazione con il corpo e, più in generale, porta a confrontarsi con l’esistenza stessa.
PAROLE CHIAVE: – Le parole chiave della mostra sono: monumentale, condizione umana, dimensioni, silenzio, tensione, realismo.
EXHIBITION VIEW
INFO
Ron Mueck
5 dicembre 2023 – 10 marzo 2024
Triennale Milano
viale Alemagna 6 – Milano
www.triennale.org