Raffaello Sanzio, La Fornarina, 1520 circa, olio su tavola, cm 87 x 63. Foto con la sequenza degli elementi, dall'alto a sinistra รจ: Calcio, Ferro, Rame, Manganese, immagine al visibile, Oro, Piombo, Mercurio, Stagno.

Raffaello da vicino Risultati della campagna di indagini condotte sulla Fornarina, capolavoro di Raffaello

Sono stati presentati i risultati della campagna di indagini sulla Fornarina di Raffaello, realizzate lo scorso 28 – 29 – 30 gennaio con tecniche innovative e macchinari allโ€™avanguardia, a cui sono seguiti mesi di approfondimento e valutazione storico scientifica dei dati acquisiti. La nuova campagna di imaging ha letteralmente mappato la distribuzione degli elementi chimici presenti sulla tavola, consentendo di risalire ai pigmenti utilizzati dallโ€™artista e di comprendere il processo esecutivo con cui li ha applicati sulla tavola.

In particolare, รจ stata effettuata una scansione macro della Fluorescenza dei Raggi X (MA-XRF) a cura di “Emmebi diagnostica artistica” e โ€œArs Mensuraeโ€ con degli strumenti messi a punto nellโ€™ambito del Progetto MU.S.A. (Multichannel Scanner for Artworks), in collaborazione con lโ€™INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Sezione di Roma Tre, CHNET (Cultural Heritage Network), il CNR ISMN, il Dipartimento di Scienze Universitร  Roma 3, Sapienza Universitร  di Roma – Dipartimento di Scienze di Base e Applicate per l’Ingegneria.

I COMMENTI

Lโ€™intervento di Paolo Branchini (INFN) โ€œLa Fornarina e il progetto MUSAโ€, si รจ concentrato sulle varie fasi delle attivitร  svolte per il Progetto M.U.S.A: dalla costruzione dello scanner multi-canale fino alla sua applicazione sullโ€™opera di Raffaello. Lo strumento realizzato dallโ€™INFN costituisce uno dei piรน brillanti esempi di come una tecnologia dโ€™avanguardia sviluppata inizialmente per rispondere alle esigenze della ricerca in fisica fondamentale, in particolare per la realizzazione di rivelatori di particelle, abbia poi trovato applicazione in ambiti di ricerca molto diversi, portando un contributo fondamentale nello studio e nella conservazione dei beni culturali. Inoltre la portabilitร  dellโ€™innovativo strumento sviluppato lo rende particolarmente indicato per esaminare anche opere di grandi dimensioni, contribuendo ad analizzarne gli aspetti diagnostici.

A tal proposito Chiara Merucci (Gallerie Nazionali Barberini Corsini) nel suo intervento โ€œLa Fornarina: imaging e nuove acquisizioniโ€ ha evidenziato come questa campagna di scansione macro XRF (MA-XRF) abbia arricchito di nuovi dati la conoscenza della Fornarina.

Le immagini della distribuzione del ferro e del piombo, hanno confermato lโ€™impostazione di una sotto-stesura di base chiaroscurata, una pratica diffusa ai primi del Cinquecento e presente anche in altri dipinti raffaelleschi. La distribuzione del mercurio, che indica lโ€™impiego di cinabro, ha ribadito lโ€™importante modifica del fondo, giร  individuata dalle radiografie eseguite nel 1983, che ha comportato un riassetto chiaroscurale della figura.

La lettura delle immagini della distribuzione del rame, del ferro, del calcio e del manganese hanno restituito unโ€™inedita visione del fondo di vegetazione, evidenziandone tutta la complessitร . Stesure a base di terre (ferro) o di terra dโ€™ombra (ferro e manganese) sono emerse per le foglie piรน ampie, mentre i rami del mirto risultano essere a base di un verde di rame e di nero dโ€™ossa.

Lโ€™imaging ha dunque restituito la capacitร  del pittore nellโ€™usare un complesso intreccio di forme e di pigmenti, dosati anche in termini di spessore per offrire una tridimensionalitร  altrimenti non del tutto apprezzabile.

Claudio Seccaroni (ENEA) con in suo contributo โ€œXRF e indagini a confrontoโ€ ha ripercorso le campagne di indagini XRF sulla Fornarina: nel 1983 da parte della Sapienza Universitร  di Roma, nel 2001 da parte dellโ€™ENEA e questโ€™anno da parte di Emmebi Diagnostica Artistica, Ars Mensurae e la Sezione INFN di Roma3.

Essendo state effettuate queste campagne con strumentazioni e modalitร  differenti lโ€™attenta lettura e comparazione dei risultati consente di sondare a fondo le potenzialitร  diagnostiche di tecnica analitica nelle sue molteplici configurazioni e di effettuare considerazioni piรน circoscritte circa i materiali utilizzati su questo dipinto, integrando le informazioni ottenute singolarmente nelle tre campagne.

Giovanna Martellotti (CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop.), con โ€œL’ultimo restauroโ€, ha invece illustrato gli esiti degli interventi di restauro sulla tavola del 2000, diretti da Lorenza Mochi Onori, sponsorizzati da Estรฉe Lauder, curati da Cinzia Silvestri e Rosanna Coppola della CBC. I dati materiali raccolti ventโ€™anni fa dallโ€™osservazione accurata dellโ€™opera nelle diverse fasi del restauro sono stati messi a confronto con le indagini eseguite dal centro ricerche dellโ€™ENEA, dallโ€™Istituto Nazionale di Ottica, dalla PanArt e dalla R&C scientifica.

Alessandro Cosma (Gallerie Nazionali Barberini Corsini) ha chiuso la giornata con โ€œLa Fornarina. Un mistero ancora apertoโ€ e ha ripercorso da un lato le vicende note – e accertate – del dipinto: dalla prima citazione nella collezione della contessa Caterina Sforza di Santafiora (1595) fino allโ€™ingresso dellโ€™opera nella collezione delle Gallerie Nazionali, dallโ€™altro ha messo in evidenza i dubbi e le problematiche ancora aperte sul significato dellโ€™opera, la sua realizzazione – forse piรน lunga di quanto si รจ immaginato – e la sua destinazione originaria. Questioni che si intrecciano strettamente con la progressiva identificazione della donna ritratta quella amata da Raffaello e con la โ€œnascitaโ€ – tutta ottocentesca – della Fornarina come Margherita Luti.

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