DOS MUJERES DESNUDAS © Succession Picasso by SIAE 2023 courtesy Museo Casa Natal Picasso, Malaga París, 21 de noviembre de 1945 Aguada, pluma y raspador sobre piedra (3.º estado (Mourlot); 4.º estado (Baer)) Papel: 32,4 x 44,4 cm Huella: 25,2 x 34,4 cm

PICASSO METAMORFICO Opere dal Museo Casa Natal Picasso di Málaga alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Nel 50° anniversario della morte di Pablo Picasso e a 70 anni dalla sua grande mostra del 1953, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea celebra il grande maestro, con un’importante mostra che espone una selezione di 300 opere tra disegni e incisioni provenienti dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga.

Un’operazione culturale particolarmente significativa, anche su un piano simbolico, considerando la consistenza di questo prestito dalla Spagna che offre al pubblico italiano un’occasione unica di incontro con l’opera di Picasso, tra le iniziative realizzate in questa ricorrenza a livello internazionale.

Con queste parole la Direttrice Cristiana Collu annuncia la mostra: “La metafora della metamorfosi è un concetto articolato, ampio, profondo e molto potente per descrivere e rappresentare i processi di trasformazione, cambiamento e crescita. Letteralmente il termine si riferisce a una trasformazione fisica, visibile e tangibile di un processo circolare di continua rinascita e reinvenzione. Lo stesso avviene con i processi creativi di cui Picasso è un caso emblematico. Spirito inquieto e curioso, con il suo sguardo onnivoro e inclusivo, non ha solo inventato e reinventato linguaggi ma anche se stesso in questa dinamica e in modo così esemplare da rimanere identico, comunque riconoscibile nelle sperimentazioni e interpretazioni del suo stesso stile”.

Queste le parole del curatore Fernando Castro Flórez: “Picasso è stato senza dubbio uno dei più brillanti artisti di grafica della storia dell’arte. La sua impressionante carriera artistica comprendeva una serie di incisioni in cui catturava le sue ossessioni: i ritratti di donne, l’incontro appassionato tra il pittore e la modella e la storia della pittura stessa. Questa mostra, realizzata con magnifiche opere della collezione del Museo Casa Natal Picasso di Malaga, offre allo spettatore l’opportunità di riscoprire un artista metamorfico che ha tracciato, con straordinaria energia, una linea sinuosa che compone un inesauribile autoritratto”.

Le parole dell’Ambasciatore di Spagna a Roma S.E. Miguel Ángel Fernández-Palacios Martínez: “In qualità di Ambasciatore di Spagna, mi sento particolarmente coinvolto da questo progetto espositivo, Picasso metamorphico, fortemente voluto da Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, con il contributo essenziale del Museo Casa Natal Picasso, curato da Fernando Castro Flórez e patrocinato da questa Ambasciata. Questa mostra si aggiunge al calendario commemorativo, celebrato in tutto il mondo, del cinquantesimo anniversario della morte di Pablo R. Picasso, ma svolgendosi a Roma si ricollega anche alla singolare coincidenza del settantesimo anniversario della grande mostra del 1953, proprio alla Galleria Nazionale. Quella mostra fu un punto di svolta nella storia dell’arte contemporanea in Italia.
Per tutti questi motivi, l’Ambasciata di Spagna sostiene questa importante attività per commemorare l’artista universale di Malaga, Pablo Picasso”.

LA MOSTRA

L’opera grafica di Picasso riveste un’enorme importanza all’interno di tutta la sua produzione artistica. Dalla serie delle Suite Vollard alle incisioni realizzate alla fine della sua vita, un vero e proprio ciclo frenetico in cui rivisita tutto il suo immaginario, dal tema centrale del “pittore e della modella” alla riconsiderazione della storia dell’arte (in una riproposizione, dalla personale prospettiva, delle influenze di Raffaello, Rembrandt, Velázquez, Degas o Manet), introducendo elementi umoristici che scivolano talvolta nel grottesco.

La mostra, proprio in virtù del considerevole numero di opere esposte realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, offre una rassegna completa dell’immaginario picassiano, e consente di riscoprire opere di eccezionale interesse.

“Il nome di Picasso incarna da solo l’espressione di un nuovo pensiero nel campo dell’estetica”: Duchamp (1943), proprio l’ironico artista che ebbe l’audacia di mettere un orinatoio su un piedistallo (firmato da uno pseudonimo), riteneva che il principale contributo di Picasso fosse quello di essere partito da zero e di aver saputo mantenere, in ogni momento della sua lunga carriera artistica, una freschezza invidiabile. “Picasso” – aggiunge Duchamp – “in ognuno dei suoi stili, ha sottolineato l’intenzione di liberarsi dalle conquiste precedenti. Una delle differenze più importanti tra Picasso e la maggior parte dei suoi contemporanei è che, fino ad oggi, non ha mai mostrato alcun segno di debolezza o di ripetizione nel suo flusso ininterrotto di capolavori”.

Picasso, vero e proprio mito moderno, punto di riferimento per le avanguardie, finì per essere “contemporaneo” ai cambiamenti dell’arte avvenuti dopo la Seconda guerra mondiale. Mentre continuava a sviluppare il suo rapporto appassionato con la pittura, senza mai rinunciare alla sua presenza figurativa, emersero proposte estetiche come l’espressionismo astratto e l’informalismo, l’arte pop e ottico-cinetica, il minimalismo e il concettualismo, la land art e l’happeging.

Picasso continua a sedimentare le sue passioni nelle sue opere, evitando il destino fatale di Frenhofer, (personaggio di un racconto di Balzac da lui illustrato). Ogni tratto dei suoi dipinti, ogni linea delle sue incisioni, è eseguito con determinazione e urgenza, in una lotta appassionata con il destino fatale, aggrappandosi a una carne che, per Picasso, non è mai stata “triste”. Picasso è un artista metamorfico che ha saputo modulare le sue “ossessioni”, cercando, per usare il titolo della sua opera, di prendere il desiderio per la coda. (Fernando Castro Flórez)

Tra le incisioni più datate di questa parabola troviamo in mostra opere come Salomè o La danza barbara, eseguite a punta secca nel 1905 a Parigi, in una fase del suo percorso – tra il 1904 e il 1905 – in cui riprende in mano con decisione la tecnica calcografica dopo i primi lavori giovanili, ancora diciottenne. Un gruppo di 29 acqueforti appartiene alle illustrazioni delle Metamorfosi di Ovidio (1930-31), mentre è ben rappresentato anche il lavoro di illustrazione per Il capolavoro sconosciuto di Balzac, con 8 acqueforti (1927-31) dove emerge il tema dell’artista in relazione con il proprio lavoro.
Di notevole interesse le due incisioni dal titolo Sueño y mentira de Franco (lastra I e II) che rielaborano il dramma della guerra civile spagnola. Picasso affida assai spesso all’incisione le raffigurazioni di donne, che ripropone con innumerevoli variazioni, come ad esempio il ritratto di Francoise Gilot, le Dos mujeres desnudas (1945) e la figura di Jaqueline Roque (1958).

Le litografie accolgono il colore nella serie di illustrazioni per la raccolta poetica composta da Paul
Reverdy (1948), anticipando la pratica che verrà ripresa in seguito a Vallauris e a Cannes.
Il disegno si fa essenziale in opere come quelle del ciclo delle 34 incisioni a bulino legate alla novella Carmen di Prosper Mérimée, all’origine dell’omonima opera lirica (1948); una trentina di incisioni appartengono al libro di poesie illustrato Corps perdu, nato da una collaborazione con il poeta Cesar Aimé (1949). Ancora, le illustrazioni per i volumi Vingt Poëmes de Gongora (1948); Max Jacob et Pablo Picasso. Chronique des temps Héroïques (1956); Jean Cocteau: Picasso de 1916 à 1961 – per citare solo alcune opere illustrate tra le tante esposte – . Si inseriscono nel percorso anche i ritratti di personalità come Gongora, Max Jacob, Balzac o Tolstoj.
Esporre un’ampia selezione di incisioni di Pablo Picasso che fanno parte della collezione della Casa Natale di Malaga ci porta anche a riconsiderare i “modelli del desiderio” di Picasso, la sua imponente determinazione a non piegarsi ai venti dell’”attualità”. Come ha sottolineato Brigitte Baer, voce autrevole dell’opera grafica picassiana, la serie di incisioni realizzate tra il 16 marzo e il 5 ottobre del 1968 deve essere affrontata “con uno spirito aperto alla gioia, allo scherzo, alla presa in giro, all’umorismo, al buonumore e al piacere: piacere di vedere, di ridere, di divertirsi. Uno striscione con lo slogan “Basta scherzi!” dovrebbe essere appeso all’ingresso della mostra”. Indubbiamente, questo invito al divertimento (nonostante tutto) è necessario per comprendere il “modello di desiderio” che pulsava nel proteiforme immaginario di Picasso sin dagli anni della rebeldía juvenil.

INFO

PICASSO
METAMORFICO
Opere dal Museo Casa Natal Picasso — Málaga
Sala Via Gramsci
Fino al 5 novembre 2023

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131
00197 Roma

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