Per una ecologia delle immagini alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Venerdì 17 dicembre, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea sarà presentato il progetto Per una ecologia delle immagini, ideato e curato da Maria Livia Brunelli.

Dialogheranno con la curatrice le fotografe Anna Di Prospero e Simona Ghizzoni, Lisa Iotti, giornalista Rai e autrice del libro 8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione, e Sara Garofalo, ricercatrice in neuroscienze dell’Università di Bologna.

Per una ecologia delle immagini è una corrente di pensiero che nasce come opposizione al “fast food” di stimoli visivi del mondo contemporaneo. Alla base della riflessione c’è il concetto di fotografia d’arte o di ricerca, una narrazione fotografica in cui lo scatto finale è la conclusione di un meticoloso processo concettuale. Anna Di Prospero e Simona Ghizzoni lavorano sul concetto di autoritratto come indagine interiore in una modalità “anti selfie”: i loro workshop nelle scuole hanno dimostrato una grande efficacia a livello di educazione visiva, sviluppando lo spirito critico negli adolescenti. Un selfie è infatti un’immagine scattata in velocità e senza riflessione critica, mentre un autoritratto fotografico nasce da un processo di ideazione e progettazione lento e meditato.

“La mia produzione artistica – racconta Simona Ghizzoni – ruota attorno a due filoni, da un lato una riflessione sul mondo, declinata quasi esclusivamente al femminile, dall’altro una continua analisi su di me, che pratico grazie all’autoritratto. I miei lavori durano anni, in alcuni casi addirittura non finiscono e portano avanti un dialogo lento e attento con l’altro”.

Profondamente meditato è anche ogni scatto delle serie fotografiche di Anna Di Prospero. In Urban Self-portrait, ad esempio, l’artista ha esplorato lo stretto rapporto tra il corpo umano e l’architettura attraverso scatti che diventano sintesi di brevi atti performativi dove il corpo, ripreso sotto forma di autoritratto, si fonde con l’ambiente urbano stabilendo una profonda simbiosi che rievoca l’espressione della danza di Pina Bausch.

“Per realizzare ciascuno scatto – spiega l’artista – ho scelto le architetture da interpretare con il mio corpo con molta cura, ho studiato le immagini nel mio studio, per poi partire e raggiungere il luogo in cui scattare gli autoritratti. Un lavoro che mi ha impegnato cinque anni, per il quale ho visitato una ventina di città diverse tra Europa e America”.

Un invito alla riflessione e alla introspezione che è attualmente ostacolato dal flusso continuo di immagini e video del mondo contemporaneo, che non permette di guardare con la necessaria attenzione e che provoca distrazione e incapacità di concentrazione.

Come sottolinea la ricercatrice in neuroscienze Sara Garofalo, “è fuori discussione che viviamo nel secolo delle immagini, che vengono ‘guardate’ con la stessa disattenzione con cui sono state ‘scattate’, perché il nostro cervello non è più in grado di districarsi in questa iperstimolazione e filtrare ciò che è rilevante da ciò che non lo è, ciò che è vero da ciò che abbiamo semplicemente visto più spesso”.

Scrive Lisa Iotti nel suo libro 8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione: “Secondo uno studio di Microsoft Canada di qualche anno fa, la nostra curva d’attenzione è addirittura precipitata a soli 8 secondi. Il tempo di un clic. Cosa si può capire del mondo in questo concentratissimo stato di distrazione?”.

INFO

Per partecipare all’evento è consigliata la prenotazione scrivendo a gan-amc.comunicazione@beniculturali.it.

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