Sebbene tutta l’opera di Paolo Canevari possa dirsi naturalmente “al nero” e veicoli da sempre contenuti oscuri, nessuno avrebbe mai pensato di doverla mettere in relazione con fatti inquietanti
della nostra esistenza nel momento stesso in cui l’avremmo vissuta.
Ma l’arte ha un ruolo nella storia soprattutto se ci dice qualcosa di profondo sui tempi che viviamo, ci piacciano a no, e in tal senso l’opera di Canevari è quanto mai attuale. Il buco nero della pandemia che ha sconvolto a livello mondiale economia, affetti, relazioni sociali,
visione della vita pubblica e privata, per certi versi fa parte integrante di storie tragiche e ricorrenti
che caratterizzano la nostra epoca globale: l’opera di Canevari si situa esattamente in questo flusso.
Mostra articolata quella che si vedrà a Palazzo Collicola in un percorso che si snoda a partire
dall’esterno del museo, dove si è scelto di collocare un vero e proprio simbolo (scultura inedita e
appositamente realizzato per l’occasione) delle libertà sospese durante mesi di lockdown in tutto il
mondo: la Libertà del ciclo Monumenti della Memoria atterrata sulla base esterna della scultura di
Piazza Collicola. L’opera si presenta come un monumento per non dimenticare, per ricordare e per
superare un lutto collettivo e un male che non è ancora sconfitto. Segno che l’arte contemporanea
può e deve a volte porci di fronte alla realtà più dura e tragica, comunicando la violenza dei nostri
tempi senza retorica, senza abbellimenti posticci, anche a costo di porsi come oggetto ansioso e
perturbante.
Materia oscura si snoda poi all’interno del Piano Nobile di Palazzo Collicola, secondo un percorso
che vede esposte opere più recenti (sculture e disegni) del ciclo Monumenti della memoria
realizzate tra 2016 e 2020 (i disegni Landscape), a cui si aggiungono sculture storiche come Lupe
Romane, i carri armati ThANKS, Colossei, Tortili, Continents (dedicata ai continenti dei giochi
olimpici), J.M.B., Autoritratto e una selezione di lavori video degli anni Duemila ispirati al tema del
fuoco, tra cui Burning Skull, Burning, Burning Mein Kampf.
Nel contrasto tra lo sfarzo dell’Appartamento Nobile, residenza settecentesca della Famiglia
Collicola, ricca di dipinti antichi, cornici dorate, affreschi e marmi pregiati, e l’opera “sporca” e
catartica di Canevari, si mette intenzionalmente in azione un meccanismo di allarme, emergenza,
sorpresa che tiene sveglia la coscienza della storia, in un continuo e interrotto fluire e rifluire tra
passato, presente e futuro.
Progetto realizzato grazie al contributo del Bando “Exhibit Programm / Direzione Generale
Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo”.
Un particolare ringraziamento alla Galleria Christian Stein di Milano.
Catalogo edito da Gli Ori.
BIO
Paolo Canevari (Roma, 1963). Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, nel 1999
partecipa alla XIII Quadriennale di Roma e nel 2000 è protagonista di mostre personali a
Roma nella Galleria Stefania Miscetti e nel Center for Academic Resources di Bangkok. Nel
2001 tiene mostre personali a Siena nel Palazzo delle Papesse e molte altre tra 2002 e 2019
presso la Galleria Christian Stein di Milano.
Al 2004 risale la personale Welcome to OZ al P.S.1 di New York curata da Alanna Heiss, nel
2006 si tiene A Couple of Things I Have to Tell You presso la Sean Kelly Gallery di New York
e presenta l’opera Rubber Car al MART di Trento e Rovereto all’interno della mostra
Mitomacchina, partecipando inoltre al progetto Peace Tower alla Biennale del Whitney
Museum of American Art a New York.
Nel 2007 espone al MACRO di Roma con la personale Paolo Canevari – Nothing from
Nothing a cura di Danilo Eccher e partecipa alla LII Biennale di Venezia a cura di Robert
Storr con il video Bouncing Skull, che entrerà a far parte della collezione permanente del
MoMA di New York. Nel 2008 tiene la personale Decalogo all’Istituto Centrale per la grafica-
Calcografia Nazionale di Roma, mentre nel 2010 si tiene la personale Paolo Canevari –
Nobody Knows presso il Museo Pecci di Prato, a cura di Germano Celant e si svolge la
personale Odi et Amo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 2011 la
personale Decalogo nella storica istituzione The Drawing Center di New York è curata da
Brett Littman e nel 2015 è inserito in Arts&Foods. Rituals since 1851, a cura di Celant alla
Triennale di Milano, nell’ambito degli eventi di Expo Milano.
Nel 2015 viene presentata l’opera permanente Souvenir presso lo spazio dell’Olnick Spanu
Art Program a Garrison (New York) e nel 2018 è invitato alla prima Bangkok Biennale. Suoi
disegni dalla serie degli anni novanta Memoria Mia sono pubblicati nel libro di racconti I
tacchini non ringraziano di Andrea Camilleri. Nel 2020 partecipa infine alle mostre: Selfportrait of the artist as a clown presso la Gallery Antwerp & Knokke, La Rivoluzione Siamo
Noi Collezionismo italiano contemporaneo a cura di Alberto Fiz e Urban Landscapes Human
Code presso Dip Contemporary Art di Lugano.
INFO
Paolo Canevari: Materia Oscura
a cura di Marco Tonelli e Lorenzo Fiorucci
Apertura al pubblico a partire dal 4 luglio al 13 settembre 2020
Appartamento Nobile, Palazzo Collicola – Spoleto