Fino al 10 dicembre Palazzo Pitti, accoglie 28 lavori del celebre artista cinese, Wang Guangyi alcuni dei quali mai esposti in Occidente.
Cosa si nasconde nella rassicurante familiaritร degli ambienti domestici, nelle ombre degli spazi legati allโintimitร della vita quotidiana? La ripetitivitร delle azioni quotidiane puรฒ essere interpretata come un rito quasi religioso? Queste e altre inquietanti domande vengono poste dalla mostra Obscured Existence.
IL PERCORSO
Lโesposizione, composta da 28 dipinti di Wang Guangyi, รจ un percorso a tappe attraverso quattro distinti cicli, che indagano cosa sta davvero dietro la ritualitร dei gesti di tutti i giorni e lโuso degli oggetti piรน comuni. Allo stesso tempo, le opere esplorano anche il modo in cui la cultura dโorigine di ciascuno influenza la percezione di unโopera dโarte.
Il viaggio si apre con Daily Life, dipinti incentrati sullโintimitร dei piccoli gesti abituali di ogni giorno. In questa prima serie, Wang Guangyi si ritrae in momenti della vita privata, solo, inerme di fronte alla propria corporeitร ; la ripetitivitร dellโordinario assume quasi la valenza di un rituale, mentre lโincedere meccanico dellโabitudine si carica di unโaura sacra. In questi attimi noncuranti lโuomo รจ capace di riconnettersi con se stesso: protette da quelle che lโartista definisce โstrutture di potereโ, le azioni individuali che si svolgono in uno spazio privato sono fessure sulla โnuda vitaโ, la parte di ognuno ancora immune dalle interpretazioni.
Come quando, leggendo un libro, il senso della narrazione si svela man mano che la lettura procede, nella serie Ritual (che compone il secondo ciclo) la fragilitร della figura umana lascia il posto alla mobilitร inaccessibile dellโoggetto. Esso, spogliato della sua solita connotazione, diventa simbolo di una liturgia segreta e personale, traccia di un significato che supera la cosa, suscitando sensazioni contrastanti. In Ritual n. 3, per esempio, lโartista protegge un normale water di ceramica bianca tramite un cordone rosso sorretto da due colonnine in ottone, il tipico separatore in uso nei musei o nei luoghi sacri. Dal paradosso scaturiscono due sentimenti opposti: lโinquietudine dovuta alla consapevolezza che qualsiasi luogo puรฒ essere dichiarato inaccessibile, e il sorriso dovuto al fatto che si salvaguarda un oggetto di indubbia ordinarietร . In questo incontro di sensazioni, secondo lโartista, viene spronato il pensiero e quindi la consapevolezza di esistere.
Il seme della mostra, perรฒ, arriva a piena fioritura solo con la serie Obscured Existence, che dร il titolo anche al concetto che lโha generata. Riprendendo unโantica tecnica pittorica cinese, il Wu Lou Hen, Wang Guangyi inonda le sue figure di una fitta sgocciolatura che ne cancella lโaspetto ordinario per rivelarne unโanima oscura, mistica, inafferrabile. Determinato a dimostrare come sistemi sociali differenti portino a una diversa comprensione del mondo, il pittore si immerge nellโiconografia occidentale, descrivendo le forme della tradizione cristiana attraverso un linguaggio a loro estraneo, orientale e personale. In Enlarged Medusa, ispirato dallo scudo di Caravaggio conservato alle Gallerie degli Uffizi, lโartista sovrappone allโ immagine una particolare griglia a nove quadri, retaggio della tradizione cinese, che riduce la percezione estetica dellโoriginale e ne sminuisce lโintensitร emotiva. Ne consegue che gli osservatori, spiazzati dallโimprigionamento della testa di Medusa, si ritrovano cosรฌ a dover โscavalcareโ visivamente il famosissimo dipinto di Caravaggio, per afferrare invece la veritร sepolta nellโopera.
Il percorso si chiude con il ciclo The shadow of memory, che registra quel che resta del nostro passaggio nella memoria di un luogo.
L’AUTORITRATTO
Da segnalare, infine, che lโautoritratto di Wang Guangyi, al termine dellโesposizione, verrร donato alle Gallerie, entrando cosรฌ a far parte della piรน vasta e prestigiosa collezione museale di questo tipo di opere al mondo.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: โlโartista tratta spazi โnormaliโ e semplici oggetti dโuso con lo stesso rispetto, indagando in essi e nella loro traduzione pittorica unโanima trascendentale. Da questa prospettiva riesce ad unire – senza confonderle – le tradizioni occidentali e orientali in modo originale e innovativo. Con questa mostra si conferma la vocazione universale delle Gallerie degli Uffizi, aperte alle ricerche sul passato e alle voci piรน interessanti e importanti dellโarte contemporaneaโ.
Il curatore Demetrio Paparoni: โNel Novecento la svolta nellโarte cinese lโha data la generazione di Wang Guangyi. Nella seconda metร degli anni Ottanta lui รจ tra quanti in Cina hanno dato vita a una rivoluzione linguistica e contenutistica con lo stesso spirito che tra la fine del XIX e lโinizio del XX secolo ha animato in Europa lโazione delle avanguardie storiche. Il peso assunto dalla sua ricerca filosofica e spirituale, portata avanti attraverso la pittura, la scultura, le grandi installazioni, fa di Wang Guangyi uno dei grandi protagonisti della Storia dellโarte contemporanea cineseโ.
Lโartista Wang Guangyi: โHo visto per la prima volta le opere dei maestri nella collezione degli Uffizi trent’anni fa. Questi lavori hanno avuto un impatto profondo su di me. Mi sentivo come se avessi scoperto una nuova altissima montagna da scalare. La mostra che si apre oggi qui vuole essere sia il mio omaggio ai maestri di un tempo che uno sguardo indietro alla mia giovinezza. A mio modo di vedere, la storia รจ vuota/non significa nulla. Solo la storia dell’arte puรฒ testimoniare l’esistenza degli esseri umaniโ.
L’ARTISTA
Wang Guangyi nasce il 19 gennaio 1957 a Harbin, nella provincia di Heilongjiang, Cina, e si laurea allโAccademia dโArte di Zhejiang nel 1984. Raggiunge la fama internazionale negli anni ’80 con la serie Great Criticism, in cui sovrappone immagini della propaganda maoista a loghi di marchi americani, mettendo in evidenza come lโideologia cinese prometta un mondo migliore allo stesso modo della propaganda occidentale dei beni di consumo. Artista multimediale, autore di installazioni di grandi dimensioni, Wang รจ noto in particolare per la capacitร di far interagire immagini tratte dallโarte occidentale con altre tipiche della cultura asiatica, ma anche la filosofia delle due diverse aree geografiche. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2013 e le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti di musei pubblici in tutto il mondo, tra cui il nuovo M+ a Hong Kong, i musei di Shenzhen, Guangdong, Shanghai, Chengdu e Pechino, la Tate Modern a Londra e il San Francisco Museum of Modern Art.
INFO
Wang Guangyi. Obscured Existence
Firenze, Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini
Fino al 10 dicembre 2023