Guillermo Lorca Birth of venus, oil on canvas 200 x 360cm

Intervista – GUILLERMO LORCA la bellezza inquieta tra sogno e incubo

Nella pittura di Guillermo Lorca si agitano forze primordiali: il desiderio e la paura, la dolcezza e la crudeltà, la bellezza che incanta e insieme minaccia.

I suoi quadri non raccontano, evocano. Non rassicurano, seducono e turbano. In un equilibrio instabile tra sogno e incubo, Lorca dipinge un mondo che pare emergere dagli interstizi più profondi della psiche — una selva interiore in cui figure femminili, animali totemici e nature barocche si fondono in visioni cariche di pathos e mistero.

Nell’intervista l’artista cileno si racconta con la stessa intensità che anima le sue tele, portandoci dentro le stanze segrete della sua immaginazione, dove ogni pennellata è una ferita, un desiderio, una rivelazione.

Guillermo Lorca The English bed 110×100 cm

L’Intervista

Le tue opere sembrano fluttuare in uno spazio sospeso tra sogno e incubo, in un mondo disturbante e sensuale. Secondo te l’arte deve confortare o disturbare?

Credo che l’arte non debba seguire comandi fissi. A volte consola, altre volte ferisce. Mi interessa quel punto in cui un’immagine può essere bella e, al contempo, inquietante. È in quell’ambiguità che affiorano le cose più sincere. Non voglio tranquillizzare lo spettatore, ma nemmeno provocarlo in modo gratuito. Se si sente toccato, è perché qualcosa di vero è stato sfiorato.

Chi sono i protagonisti dei tuoi quadri? E cosa cercano di esprimere o comunicare?

A volte sono bambine, a volte animali, a volte figure che sembrano uscite da una fiaba oscura. Non raccontano una narrazione lineare. In fondo, credo che rappresentino tutti aspetti della stessa forza: stati diversi della mente o dello spirito.

Gli animali che abitano i tuoi dipinti sembrano più che semplici elementi decorativi. Hanno un significato mitologico o psicoanalitico? E qual è il loro rapporto con le tue muse?

Sì, gli animali non sono ornamenti — sono simboli. In alcuni casi incarnano impulsi umani: desiderio, violenza, tenerezza, paura. Hanno qualcosa di archetipico. Il loro rapporto con le figure femminili è fatto di tensione o simbiosi: a volte le proteggono, altre le minacciano. Ma più che raccontare una storia precisa, mi interessa il campo emotivo che aprono.
Riguardo ai miti o alle fiabe, ho dipinto alcune opere ispirate, per esempio, al mito di Atteone e Artemide o alla nascita di Venere, ma in generale non mi baso su narrazioni specifiche.

La tensione tra bellezza e morte, seduzione e pericolo, è un filo conduttore nel tuo lavoro. Pensi che l’arte abbia il compito di rivelare questa dualità o la tua è una visione più estetica, simile a quella del Decadentismo?

Sono profondamente attratto da questa dualità. C’è qualcosa di bello in ciò che sta per sparire. Forse per questo i miei quadri tendono al barocco o al decadente — come se congelassero un istante prima del crollo. Ma non cerco di glorificare la sofferenza. Mi interessa mostrare l’intensità dell’essere vivi, con tutte le sue contraddizioni.

Guillermo Lorca and the rest is silence

In una recente intervista, Rose Villain, una delle voci più interessanti del pop italiano, ha detto che sei uno dei suoi artisti preferiti. Conosci Rose e la sua musica?

Non lo sapevo! Conosco la sua musica, e abbiamo scambiato qualche parola sui social, ma non ci siamo mai incontrati di persona. Ho in programma dei viaggi in Italia per la mia prossima mostra a Napoli — magari ci sarà occasione di incontrarci. Il suo mondo visivo e sonoro ha qualcosa di oscuro ed elegante che mi interessa.

Cosa significa per te estetica?

L’estetica è un modo per connettersi con ciò che non può essere detto. Non è solo apparenza — è una forma di percezione profonda. Attraverso la bellezza — o anche attraverso il grottesco — si possono raggiungere zone altrimenti inaccessibili.

Se dovessi scegliere tre parole chiave per definire la tua arte?

Bellezza – Violenza – Tenerezza

Se dovessi scegliere una canzone come colonna sonora del tuo lavoro?

“Exit Music (For a Film)” dei Radiohead, o forse un’aria di Puccini — qualcosa come E lucevan le stelle.

Puoi indicarci i tuoi cinque artisti preferiti di sempre?

Non saprei metterli in ordine, ed è difficile scegliere, ma direi: Rembrandt, Rubens, Gustave Doré, Franz von Bayros, e la filmografia di Miyazaki.

Ricordi la prima mostra che ha illuminato la tua visione artistica? E l’ultima?

La prima fu una retrospettiva di Claudio Bravo, quando ero bambino — ricordo quell’entusiasmo molto chiaramente. Poco tempo fa ho visto una retrospettiva di Antonio López a Barcellona che ho amato. È stato particolarmente bello perché avevo studiato la sua pittura da adolescente e, poco prima, ci eravamo conosciuti come giurati in un concorso di pittura. Rivedere la sua mostra è stato un ritorno emozionante, mi ha fatto capire cose che avevo trascurato.

Guillermo Lorca – gorila final baja

C’è un desiderio artistico che non hai ancora realizzato?

Sì, molti. Ma il più immediato, già in corso, è quello di riunire alcune idee pittoriche che avevo in sospeso per iniziare un tour. Partirà in Italia, alla Fondazione Banco di Napoli, in ottobre, con una mostra personale. Poi proseguirà alla Galleria Nazionale di Sofia, e stiamo per annunciare nuove tappe. Sono davvero curioso di vedere fin dove potrà portarmi questo tour — e la mia immaginazione.

Cosa pensi dell’intelligenza artificiale applicata all’arte? La tecnica può superare la creatività?

L’IA può generare immagini, ma non credo possa raggiungere ciò che l’arte creata con conflitto, storia, contraddizione riesce a esprimere. La tecnica può stupire, ma la creatività coinvolge decisioni umane — i sentimenti e i conflitti nascono da motivazioni umane, non da macchine. Detto questo, è uno strumento dirompente e straordinario, e siamo solo all’inizio nell’immaginarne l’uso pratico. Personalmente, mi affascina molto.

Se visitassimo il tuo studio, cosa troveremmo? Quadri, libri, piante, tecnologia, dischi…?

Un caos organizzato — libri macchiati e semi-distrutti, tazze di caffè o tè ovunque, una testa di cinghiale con sopra una bambola di porcellana giapponese, abiti antichi, scale, una specie di impalcatura, e una quantità enorme di pennelli.

Sei più attratto dalla razionalità o dall’emozione?

Da entrambe — forse leggermente di più dalla razionalità — anche se direi che dipingo a partire da ciò che mi deborda, non da ciò che comprendo.

Quando è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta? E soprattutto: che cosa hai fatto?

Molto di recente, abbiamo registrato una sorta di corso/masterclass che sarà presto disponibile. Ho dipinto per molte ore, spiegando tutto ciò che pensavo e facevo. Non l’avevo mai fatto prima — soprattutto per un tempo così lungo. Ho imparato molto; è stata un’esperienza bellissima.

Cosa ti fa battere il cuore più forte?

Le cose belle, come l’innamorarsi, ma anche quelle meno belle. Poco tempo fa è morta tra le mie braccia la mia cagnolina Chopolina, ed è stata un’esperienza intensissima e dolorosa. Ma credo mi abbia reso più forte — sono molto grato che sia passata nella mia vita.

Quale rischio ti piacerebbe correre oggi?

Voglio esplorare alcuni formati che ho in mente da tempo — sculture, e in particolare ibridi tra scultura e pittura, quasi al confine con l’installazione. Dal punto di vista personale, invece, ultimamente sto correndo molti più rischi emotivi. Ho messo da parte alcune armature che mi proteggevano e cerco di non avere troppa paura del dolore.

Se dovessi descriverti in terza persona, come lo faresti?

È qualcuno che cerca la bellezza nel selvaggio, intenso e contraddittorio nel carattere, ama profondamente ma ancora in modo goffo, e ha bisogno dell’arte per comprendere il mondo — e sé stesso.

L’Artista

Guillermo Lorca nonostante la giovane età, vanta già una straordinaria carriera internazionale e un linguaggio pittorico unico e distintivo. Ha esposto in mostre di rilievo, tra cui The Asprey Exhibition a Londra, Eternal Life al Museo Nazionale di Belle Arti in Cile e Splendor of the Night al MOCO Museum di Barcellona, in Spagna. Attualmente collabora con il celebre battitore d’aste Simon de Pury, oltre che con gallerie d’arte e musei, la maggior parte dei quali in Europa. Al momento espone presso la Tang Contemporary Art di Seul e il Palau Martorell di Barcellona.

https://www.guillermolorca.com/
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La Gallery

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